Capitolo 8- Tu speri nel lieto fine?

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<<Papà?>> Sono felice di vederlo ma ho deciso che non glielo darò a vedere dopo essermi ricordata di come ci siamo lasciati l'ultima volta.

<<Frida, figlia mia. Vieni qua>> Apre le braccia e mi fece cenno di raggiungerlo ed abbracciarlo.

E così faccio.

<<Cosa ci fai qui?>> Chiedo. Mio padre non ha mai messo piede a Draldoria e mi ha sempre detto che non l'avrebbe mai fatto, a meno che non ci fossi stata di mezzo io o mia madre.

<<Sono venuto a trovarti, non sei felice?>> Mi tiene stretta a se. <<Tra una settimana sarai fuori da qui, te lo prometto>> mi sussurra all'orecchio in modo che nessuno senta a parte me.

Lo guardo confuso, cosa intende?

Mi prende a braccetto e mi porta lontana dal Re e dalle guardie.

<<So perchè ti tengono qui>> Perdo un battito.

<<Cosa? Perchè?>> Okay, adesso sono ancora più confusa.

<<Non è importante, ascoltami>> Sospira <<Tra una settimana ci sarà la battaglia finale, c'è in palio l'isola di Syree>>

L'isola di Syree è la terra che più si contendono i due regni, e finalmente qualcuno l'avrà.

<<Okay, e quindi?>>

<<Sia io che il re di Draldoria dobbiamo partecipare>> Oh no, ricomincia. <<Ricordi quel che ti ho detto l'ultima volta vero?>>

Roteo gli occhi <<Pure troppo bene>>

<<Mi sembrava di essere stato chiaro>>

<<Non se ne parla, non ti darò un'erede, non ora, non con uno di quelli stupidi principi che ogni settimana mi presenti>> sbotto e alzo il tono di voce.

<<Frida! E' così che ti ho educato?>> Mi rimprovera ma io non gli do ascolto.

Bla, bla, bla.

<<Te l'ho già spiegato, o mi dai un figlio maschio, o la nostra stirpe finisce con te.>>

<<Finirà con me al trono, papà>> Gli dico a un soffio dal viso.

<<Tempo scaduto!>> Una delle tante guardie prende per il braccio mio padre che continua a guardarmi in cagnesco, mentre io sto ferma e non apro bocca. Lo guardo andare via finchè la porta non gli sbatte alle spalle, e io trattengo le lacrime.

Con gli occhi fin troppo lucidi corro verso la mia stanza, ignorando i diversi richiami di Andreas che, dopo avermi incrociata e vista in quelle condizioni, non fa altro che chiedermi di fermarmi.

Ma questa volta non ascolto nessuno, ho bisogno di stare da sola.

*

Da sempre mi rifugio nei libri.

Da bambina mia madre mi fece conoscere questo fantastico mondo leggendomi le favole prima di andare a letto.

Poi di nascosto da mio padre, convinto che le donne non hanno bisogno di istruirsi,  mi insegnò a leggerle da sola:

<<Così potrai per sempre sognare e sperare che un giorno anche la tua storia avrà un lieto fine>>

Mi disse una volta.

I libri erano diventati la mia via di fuga dalla realtà.  Mi aiutavano a scappare.

E questa è la cosa che più necessito in questo  momento.

Afferro dalla piccola libreria della mia stanza "Romeo e Giulietta" di Shakespeare.

Le storie d'amore sono le mie preferite, anche se non sembra, a giudicare dal mio caratterino.

Mi perdo tra le pagine di quel libro e, poco prima della fine, la porta si apre con violenza, facendomi sussultare.

Ho ancora il libro in mano quando Elia entra in camera. Che delicatezza.

Mi squadra dall'alto verso il basso e quando nota che libro sto leggendo non si risparmia una delle sue solite battutine poco gradite.

<<Ah quindi la principessa ha anche un lato romantico>> Sorride, furbo <<Non me l'aspettavo!>>

Ride di gusto ed io chiudo il libro già spazientita.

<<Problemi?>> Non lo lascio nemmeno rispondere <<Se si, curateli.  Non è di certo affar mio.>>

Sospirai. Calma, Frida.

<<Cosa vuoi?>> gli chiedo dopo aver contato fino a dieci. Funziona con lui.

<<Siamo già tutti a tavola>> Cavolo, la cena!

<<Io non vengo, ciao.>> Mi infilo sotto le coperte coprendomi fino al naso e dandogli le spalle.

<<Mio padre si arrabbierà>>

<<Guardami, Elia>> Mi tiro su e mi indico il volto. <<Ti sembro una a cui interessa?>>

<<Effettivamente no>> Scrolla le spalle. <<Sappi che mi ha obbligato Andreas a venirti a chiamare, di te mi importa meno di zero, quindi fai come vuoi>>

<<Faccio a prescindere come voglio, ficcatelo in testa>> Quante volte dovrò ripeterglielo?

<<Come vuoi>> Alza le mani in segno di resa.

Fa per andare verso la porta e prima di chiudersela dietro mi dice un'ultima cosa.

<<Io ti ho avvertita, Giulietta>>

<<Non chiamarmi così!>> Gli tiro un cuscino dietro che però, puntualmente, va a sbattere contro la porta ormai chiusa.

Che.fastidio.

Zaphyria - Kingdom of RevengeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora