Capitolo 35 - Il duello.

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Pov: Elia

<<Frida!>> Urliamo io ed Andreas in contemporanea chiamando il suo nome, mentre lui mi aiuta a rialzarmi.

Tutti sono fermi, e li capisco perché non riesco a muovermi.

Lei è tornata! Ce l'ha fatta...

Attraversa la folla creandosi un corridoio e poi un cerchio attorno a se. Se mai dovesse succedere qualcosa, il mio regno sarebbe pronto a...

<<Papà>> Inizia. <<O forse non dovrei chiamarti così>> Una risata nervosa ma divertita fuoriesce da dentro di lei.

Vedo Enrold raggiungerla ma non si avvicina del tutto, resta attaccato ai cavalieri del suo regno mentre lei ne è accerchiata.

Codardo...

<<Che c'è, hai paura di tua figlia?>> Gli rivolge una finta espressione preoccupata, poi con una smorfia torna seria. <<Forse perché in me vedi gli occhi di mia madre>>

La mia donna! Lei è la mia donna!

<<Già, mia madre. La persona che hai fatto sparire 7 anni fa, rovinandomi la vita e condannandomi a crescere senza la sua figura al suo fianco>> Sputa e non posso che essere fiero di lei.

<<Ti sfido a duello>> Dice, e lo dice con una serietà che fa tremare il mondo. Lei si che ci riesce.

Enrold avanza verso di lei, sfila la spada dall''armatura e si mettono in posizione, un'altro colpo di cannone.

Noto una cosa però, Frida non attacca.

Bensì aspetta lo faccia lui, e quando accade un grande baccano si crea sul ponte.

Lei si muove agile e schiva i colpi di spada del padre, mentre lui è chiaramente arrugginito.
Non so chi le abbia insegnato a combattere così ma, è una visione.

Vanno avanti così per minuti interminabili.
Finché non succede l'inaspettato.

Enrold si ferma.

Pov: Frida

Vedo mio padre fermarsi ma questo non bloccherà me, sento gli occhi di Elia ed Andreas puntati addosso da tempo e questo mi da conforto, coraggio.

<<Sai cosa, Frida?>> Inizia a parlare e uno strano senso di nausea si crea dentro di me. <<Non mi pento di niente. Tu... Sei frutto di un matrimonio forzato, una persona inutile. E tua madre... Era una bastar->> Non lo lascio finire, dopo un attimo lascio la spada e gli scaglio un pugno in pieno viso, dove si era tolto l'elmo poco prima.
Non è il primo, perché continuo fin quando non vedo il sangue di mio padre ricoprirgli la faccia. Non so con quale forza però lui riesce a ribaltarmi e a sovrastarmi, sotto di lui il mio corpo è niente.

E non appena tira fuori un pugnale e me lo punta alla gola, lo vedo bloccarsi e cadere al mio fianco, poi guardo la mia mano, impugna la spada.

La spada che adesso è conficcata nel corpo di Enrold Zaphyria, mio padre.

Vedi, papà? alla fine chi non attacca vince.

Zaphyria - Kingdom of RevengeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora