Capitolo 4- Andreas

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<<va' al diavolo>> È stata l'unica cosa che riuscii a dire quandole guardie mi strattonarono per portarmi via da lì.

camminiamo fino ad uno stanzino in fondo al castello, intuisco sia la parte più isolata di tutto il palazzo, dato il tempo che ci abbiamo messo per raggiungerla.

Arrivati davanti alle sbarre della cella un uomo si stacca da me e tira fuori un mazzo di chiavi con cui la apre.

Senza degnarmi di nemmeno una parola mi scaraventano dentro ed io vado a sbattere contro il muro.

<<Un po' più violenti no? che modi...>> La gente qui a Draldoria sa essere davvero maleducata.

Mi guardo attorno e l'unica cosa che riesco a scorgere è un materasso sporco e polveroso. Così si accoglie una principessa?

Con un lembo del vestito ripulisco un po' di polvere e poi mi ci butto sopra, non con molta delicatezza a giudicare dal rimbombo.

Sono esausta... Mi sono davvero fatta imprigionare?

Quando mi risveglio è notte fonda, a giudicare dal buio.

Mi stropiccio gli occhi e mi stiracchio un po', finché non sento dei passi provenire da fuori.

La prima cosa che faccio è afferrare il candelabro che illumina di pocola stanza, l'unica "arma" che ho a disposizione.

E quando sento qualcuno aprire la porta...

<<Ahia! Merda... >> ops!

<<E tu chi sei?>>

<<Potrei farti la stessa domanda>> Quando avvicino il candelabro verso chi mi sta davanti mi si presenta un ragazzo sui 18 anni, con dei ricci color cioccolato e degli occhi sfumati tra il verde scuro e il marrone chiaro.

<<Senti, non sono qui per giocare, anzi, sono qui perché 4 guardie antipatiche mi hanno costretto, quindi se sei qui per aiutarmi vabene, altrimenti torno a dormire, ciao.>>

<<Aggressiva la ragazza...>> si lascia scappare un sorriso e io ricambio stanca.

<<Scusami, è che sono esausta e so a mala pena dove mi trovo>> mi siedo sul materasso ma lui non mi imita.

Quando sposto il mio sguardo sul ragazzo intravedo sul suo viso un sorrisetto furbo.

<<Vieni con me.>> Lo guardo, confusa. <<Dai vieni, non ti mordo>>

Così mi alzo , con fatica, e lo seguo. Tanto non può andare peggio di così, no?

Camminiamo per tutto il castello, ogni tanto si ferma e illustra ciò che ci circonda, spiegandomi cosa fosse e le sue origini.

In questa passeggiata parliamo del più e del meno, non lo conosco nemmeno, ma sento di potermi fidare, almeno per ora. Ma quando mi racconta tutte le novità e i gossip sul regno, ho capito che saremmo andati d'accordo, molto d'accordo.

Infine, mi confessa di avere un ragazzo, mi racconta che è fantastico e parla di lui in un modo in cui posso notare due cuoricini battere nei suoi occhi.

Quando arriviamo davanti ad una grande porta sembra uscire da un mondo tutto suo e si rivolge a me:
<<Questa è la tua stanza, fai pure come se fossi a casa tua>> Istintivamente lo guardo con la bocca spalancata.

<<Ma come io pensavo..>>

<<Che saresti stata in quella stupida cella?>>

<<Beh, Elia miè sembrato chiaro...>> Sputo il suo nome con disprezzo.

<<Ah si, Elia. Beh, non dare ascolto a mio fratello>> Fratello?! <<èmolto... impulsivo>> Aggiunge, cercando un aggettivo non troppo dispregiativo per descriverlo.

<<Quindi quell'odioso pezzo di merda è tuo fratello?>> Mortificata, mi tappo la bocca quando mi rendo conto di come ho parlato di Elia davanti a suo fratello.

<<Non ti preoccupare, dicono tutti così, anzi, credo tu abbia ragione>> sospira <<Però tranquilla, sa anche essere educato, più o meno>>

<<Più meno che più, immagino>> oso e scappa una risata rumorosa a entrambi, è simpatico.

A volte mi chiedo come sia possibile che dei genitori possano partorire due persone così diverse.

<<Comunque piacere, Andreas>> Mi sorride tendendomi la mano. Ed io ricambio, felice.

<<Frida Huriya Zaphyria>>Mi presento a testa alta e con fierezza, scandendo ogni sillaba, soprattutto del mio secondo nome.

<<Libertà in arabo? figata!>>

<<Sai l'arabo?>> chiedo stupita.

<<Qualche parola, da piccolo provavano a insegnarmelo, poi ci hanno rinunciato. Ho tirato il libro in testa all'insegnante...>>

<<COSA?>> Scoppio a ridere e lui mi segue <<avrei fatto la stessa cosa, bravo>> Gli batto il cinque.

<<Buonanotte, Frida Huriya>> Mi lascia un bacio sulla guancia.

<<Notte, Andreas>> Mi volto ed entro in quella che dovrebbe essere la mia stanza.


Cavolo...

Zaphyria - Kingdom of RevengeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora