Capitolo 27 - Per quel piccolo asso di tempo, curò tutte le mie ferite.

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L'incubo che faccio tutte le notti;
La foto di mia mamma nel cassetto del re;
I miei giocattoli, l'abbraccio tra mia madre e il re...
Ed io chiusa nel castello dei Draldoria.

Sono davanti alla bacheca che ho creato sul muro dietro la mia libreria cercando di collegare tutti, o quasi, gli indizi ricavati da quando sono chiusa qui dentro.
E ovviamente non ci capisco un bel niente.

Seduta sul pavimento da più di un'ora cerco di pensare a com'era la vita prima di conoscere il regno di Draldoria, il mio obbiettivo era solo quello di sfuggire agli obblighi di mio padre e non sposare uno dei super ricchi principini di non so quale altro paese.
Sento un piccolo senso di colpa, come ho fatto a non capire che la storia di mia madre non era effettivamente così tanto chiara?
Convinta del fatto che fossero stati i Draldoria, ma senza alcuna prova.

<<Wow>>

Merda.

Mi alzo di scatto e vedendo Elia con qualche difficoltà riporto la libreria al suo posto, beccandomi per poco un libro in testa.

<<Da quanto sei qui?>> Chiedo, sapendo già la risposta.

<<Abbastanza da capire che non ti vuoi proprio arrendere>>

<<Perchè, dovrei?>>
Non risponde, scrolla le spalle e mi raggiunge.

<<Come stai?>> Okay, questa è l'ultima domanda che mi aspettavo da parte sua.

<<Ti interessi?>> Rispondo ridendo.

<<Perchè, non dovrei?>>Ricambia con la stessa moneta, e scoppiamo a ridere.
Devo ammettere che ultimamente tra noi due va bene, non ci odiamo più. Ed è strano da parte mia...

Ci ritroviamo a parlare del più e del meno gironzolando per il castello, fin quando non arriviamo in balcone.

Non smetterò mai di pensare che la vista da qui è fantastica, ma sono troppo orgogliosa per dirlo ad alta voce.

<<Ti piace qui?>> Mi ha letto nel pensiero o cosa?

<<È carino>>

<<Senti... Riguardo a qualche giorno fa...>> Ah si, ci siamo baciati.

<<Eia, ho capito>> lo interrompo. <<È stato uno sbaglio, un errore. Non si ripeterà più>>
Dico sperando di nascondere quel filo di dispiacere che in realtà provo dentro di me.

<<No, non volevo dire questo.>>
Mi giro verso di lui stupita dalle sue parole.
<<Non mi sono pentito, Frida. Da tanto provo a tenerti lontana, a non parlarti o a odiarti, ma non riesco. E non so cosa mi succede perché non mi è mai successo niente del genere>>
Si porta le mani sul viso coprendolo e io non posso far altro che sorridere, non l'ho mai visto in difficoltà, non in questo modo.

<<Ei...>> Prendo le sue mani allontanandole dal viso e le stringo nelle mie. <<Va bene così, non ti devi spiegare. Ti capisco, sta succedendo anche a me.
Sei una brava persona e per quanto non avrei mai pensato di dirlo, è così>> Sospiro. <<Mi trovo bene con te, ed è vero ti odiavo. Perché avevo questa rabbia repressa nei confronti del tuo regno, di tuo padre e me la sono presa con te, ma ho capito come sei fatto e mi piaci. Come parli di tua sorella, di Andreas, di tua madre... Hai il cuore pieno d'amore, te lo leggo negli occhi>>
E questa volta faccio io il primo passo, mi avvicino sperando di ritrovarmi poco dopo con le labbra sulle sue, ma qualcosa ci interrompe.

<<Elia Christopher Draldoria!>> Cosa?
Andreas ci raggiunge con un'espressione arrabbiata e anche un po' buffa, mentre io mi giro stupita verso Elia, che si copre il viso con le mani imbarazzato.

<<Christopher, eh?>> Dico ridendo e lo vedo guardarmi e sorridermi attraverso una fessura tra le dita.

Intanto Andreas è davanti a noi.
<<Hai mangiato l'ultima crostata! L'avevo lasciata da parte!>> Dice piagnucolando e noi scoppiamo a ridere sotto lo sguardo dispiaciuto del mio amico.

Lui però capisce e d'improvviso cambia espressione.
<<Ho interrotto qualcosa?>>

<<No>>
<<Si>>

Guardo male Elia per aver confermato la versione di suo fratello, lui però risponde con uno dei suoi occhiolini, e non posso fare niente.

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