Per sempre mio fratello ~ Pokémon Nero e Bianco ~

Cap. 27 Una lotta difficile

Nel fitto del polverone sollevato dall'esplosione del tecnobotto, qualcuno si gettò su di me avvolgendo il mio corpo e mi gettò per terra proteggendomi.
Con mia grande sorpresa l'attacco non aveva sortito nessun effetto su di me e nemmeno su Umbreon. Mi resi conto, una volta diradato il fumo, che Zoroak aveva rinforzato la barriera del mio Pokémon e Natural mi aveva protetto facendomi da scudo. Non era immaginazione, quanto piuttosto un sogno reale e piacevole all'interno di un baratro.
    «Natural ...» esclamai incredulo una volta focalizzata una figura che gli somigliava molto. Tutta l'angoscia che avevo provato pensando che le nostre vite, così come si erano incrociate erano finite, sparì all'istante e nonostante la situazione non fosse delle migliori, uno sprazzo di felicità pervase corpo e anima. Era proprio lui, ed era tornato per aiutarmi; la sua presenza mi restituì la speranza che avevo smarrito dopo l'inizio di una lotta così dura. Mi abbracciò forte ma non era solo una stretta fraterna. Si era accasciato su di me, bagnato fradicio, perché non si reggeva in piedi; i suoi capelli, i quali per il contatto mi erano entrati in bocca, sapevano di sale, aveva ferite dappertutto ma quella al braccio mi parse particolarmente seria. Mi regalò un sorriso nonostante tutto e per me fu il più bello di sempre, poiché ebbe il miracoloso effetto di dimezzare le mie paure. Era debole, doveva aver passato un inferno a causa di quelle due persone.
    «Pensavo ... che fossi morto» dissi commosso con le parole che mi uscivano a stento, mentre ci prestavano aiuto per sollevarci da terra.

    «Non ci contare troppo, non ti libererai di me così facilmente» biascicò con voce strozzata.

    Nonostante la fatica nel formulare le parole per l'affanno, avrei voluto strozzarlo per non avermi ascoltato e averci cacciato in questo guaio ma, allo stesso tempo, ero felice che fosse un tipo tosto anche se difficile da gestire a causa della sua testardaggine, che comunque non potevo rimproverargli dato che somigliava molto alla mia. Cercai di valutare come fosse ridotto il suo braccio; non so davvero come lo avesse ancora attaccato alla spalla e gli dissi che secondo me era abbastanza grave, ciò nonostante mi fece cenno di non badarci troppo.

    «Non è niente, abbiamo problemi più grandi» ribatté dando un'occhiata al nostro avversario. Non aveva tutti i torti considerate le sue intenzioni ostili, e di fatti interruppe la nostra breve ma vitale comunicazione.

    «Avete finito di blaterare voi due?» intervenne Fiorenzo, sorpreso dal suo tentato omicidio mal riuscito. Era fortemente irritato e si avvicinò a noi mostrando un ghigno inquietante. Quei capelli biondi leggermente brizzolati, gli occhi come quelli della ragazza, non provavano nessuna vergogna per ciò che avevano premeditando di compiere.

   «Sono davvero colpito di vederti qui Harmonia, come hai fatto a sopravvivere?»

    «Tu mi sottovaluti Fiorenzo, nessuno per quanto ci abbia provato, nemmeno mio padre è mai riuscito a uccidermi».

    «Ti consiglio di non fare lo spaccone perché prima o dopo soccomberai. Posso sapere almeno come hai fatto a sfuggire ad una morte certa?»

    «Ho molte più risorse di quanto tu possa arrivare a contare, soprattutto posso fare affidamento sull'aiuto di tanti amici».

    «È logico ... quando venivi ai laboratori P&P passavi il tuo tempo a comunicare con i Pokémon ma nessuna parola usciva dalla tua bocca; allora è questo il dono di cui si vociferava possedessi, sentire le voci interiori dei Pokémon e la capacità di comunicare con loro. Il signor Harmonia me lo aveva detto che ne eri capace.
Un altro aspetto interessante è che l'agente Evan conosceva la tua vera identità sotto quel ridicolo travestimento e ti ha coperto venendo meno ai suoi obblighi istituzionali. Se vi denunciassi entrambi sareste proprio nei guai».

    Che situazione surreale che si era venuta a creare. Adesso anche io ero ricattabile, ma per il momento mi sembrava il problema minore perché avremmo dovuto lottare per salvare la vita.