Cap. 29 Un viaggio estenuante

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Scegliere di ripartire soltanto dopo un giorno di degenza non fu il massimo per la salute di Natural, che già prima di salire a bordo si era sentito male. Dovemmo ritardare la partenza di almeno venti minuti, a causa di un calo di pressione dovuta alla sua condizione ma, alla fine tra vari intoppi riuscimmo a decollare.
Erano gli ultimi giorni di agosto e il caldo non accennava a diminuire. Speravo tanto che Zoroak riuscisse a tenere il gioco fino al rifugio e anche questa situazione, mi metteva tensione.
Salimmo alla quota di crociera cui eravamo soliti viaggiare per molte miglia. Natural viaggiò sdraiato sul sedile posteriore, perché faticava a stare dritto, e le sollecitazioni delle turbolenze che facevano sobbalzare l'elisoccorso, gli davano molto fastidio. Lo vedevo stringere i denti a ogni scossone a causa del vento in quota, senza però sentirlo lamentare, ma la sua sofferenza era palese. Ero preoccupato che non potesse superare il viaggio e mi sentivo nervoso.
    «Davy puoi scendere un po' di quota per evitare il vento?» Non riuscivo più a ignorare i lamenti del nostro passeggero ferito e volevo fare qualcosa. Mio fratello non aveva detto una sola parola da quando avevamo lasciato Zondopoli, era contrariato dal quel trasporto eccezionale e s'infastidiva molto quando tentavo di parlargli.

    «Mi dispiace Virgil ma devo mantenere la velocità di crociera per essere a casa prima di pranzo, papà mi sta aspettando».

    «Andiamo ... perderesti non più di una ventina di minuti se volassi un po' più basso. Non vedi come sta male?»

    «Deve resistere perché non ho tempo da perdere; papà è solo da ieri e tu manchi da lavoro da quasi un mese, quindi non ti permetto di avanzare nessuna pretesa nei miei riguardi, soprattutto dopo quello che mi stai obbligando a fare».

    Non avevo mai visto mio fratello così infuriato e con un cuore così indurito. Lo consideravo un modello da seguire, ammiravo il modo in cui con le sue abilità, fosse disponibile ad aiutare chiunque sempre con un sorriso. Non lo riconoscevo più. Vedeva Natural come la fonte della nostra tristezza e non riusciva a scorgere il buono che c'era in lui. Possibile che io fossi l'unico a vederlo?
I sobbalzi si facevano più forti e anche i lamenti strozzati crescevano con l'aumentare delle turbolenze ma, a Davy sembrava non importare, serrato dentro la sua bolla d'indifferenza.
    «Davy!» Insistetti nel richiamare la sua attenzione per farla ricadere sul nostro problema, ma fui interrotto dalla sua mano aperta nella mia direzione, seguita da qualche secondo di silenzio, come se per non sbottare stesse prima contando fino a dieci.

    Fu Natural a parlare per primo. «No ... basta ... Virgil non preoccuparti per me, sto bene ...»
Sono sicuro che non voleva essere causa di un'altra discussione tra me e mio fratello e si sentiva di peso.
La cosa che più pesava, era la freddezza di mio fratello che mi irritava al punto da farmi innervosire; trasportavamo pur sempre un essere umano che aveva tutto il diritto di sentirsi a proprio agio.
    «Sono un pilota anch'io e so che lo stai facendo apposta!» Rimproverai il mio consanguineo ma con moderazione perché temevo potesse esplodere.

    «Prova a ripeterlo se ne hai in coraggio!»

    Detto fatto e me n'ero già pentito. Se mi fossi infiammato la situazione sarebbe degenerata in un altro litigio e volevo evitarlo, così tentai una via più diplomatica.
    «Te lo chiedo per favore ... perché ti rifiuti di scendere per evitare questa corrente? Non cambia nulla se voliamo un po' più in basso. Sai Davy, proprio non ti riconosco più».

    «Sono io che non riconosco più mio fratello, che compie dei reati nonostante l'istituzione pubblica che rappresenta, nonostante sia il figlio di un capitano stimato da tutti e mi sta trascinando in un illecito, facendomi trasportare uno dei terroristi che ci ha distrutto la vita!».

    «Non è stata colpa sua se la mamma è morta, lui non c'entra niente!»

    «Se non fosse stato per lui, le crisi plasma non sarebbero mai avvenute, se lui non avesse cercato lo Scurolite e invocato il drago leggendario, la guerra ad Unima non sarebbe mai iniziata, mettitelo in testa! Abbiamo passato l'inferno qui a Unima, non si poteva uscire di casa perché il Team Plasma era diventato sempre più aggressivo, i furti e le sparizioni erano all'ordine del giorno, per non parlare di quando dovevamo andare a liberare le persone intrappolate dentro le loro case congelate e tutto il resto. Fattelo raccontare da lui che cosa hanno combinato qui mentre tu non c'eri! E poi, tralasciando le crisi plasma ... dopo la scomparsa di mamma non hai idea di quello che abbiamo passato io e papà quando dovevi diplomarti e non avevi nemmeno la forza per alzarti e andare a scuola, anche se erano gli ultimi mesi; dopodiché te ne sei andato senza preavviso e sei sparito.
Pensavamo che ti fosse successo qualcosa, eravamo angosciati non avendo notizie di te, finché finalmente non ti sei deciso a riaccendere il cellulare e a chiamarci. Papà ha pianto tantissimo nel vederti in quelle condizioni, si è dannato la vita cercando una soluzione per aiutarti e tutto il peso che ci ha schiacciati, ho dovuto portarlo io mentre cercavo di finire la tesi per potermi laureare.
Abbiamo sempre evitato di dirti queste cose per non fartele pesare ma ora basta! Apri gli occhi e torna alle tue responsabilità! Sai quante persone hanno perso la vita a causa loro? Questo non potrà mai cambiare, quindi non puoi pretendere che io accetti una situazione del genere e mamma ... non ce la restituirà più nessuno!».

Per sempre mio fratello ~ Pokémon Nero e Bianco ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora