Cap 28 Contro tutti

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Quando al mio risveglio in ospedale vidi la polizia internazionale piantonarmi all’ingresso della mia stanza sospirai rassegnato, poiché la mia fuga era stata scoperta, e io, sarei finito di nuovo su quell’isola dimenticata dall’umanità; i giorni che mi separavano dalla mia prigione dipendevano da quelli che ci avrei messo a riprendermi.
    Mentre ero intento a ragionare sui peggiori scenari che a breve si potevano verificare, Virgil entrò in stanza e con un sorriso mi si fece vicino.
    «Grazie al cielo ti sei ripreso! Come ti senti?»

    «Ammaccato …» Lo dissi con poca voce e nel tentativo di ricambiare in parte il sorriso che mi aveva offerto. In realtà ero parecchio giù di corda e mi sentivo come se mi avesse investito un treno; anche respirare mi faceva ricordare che eravamo scampati alla morte per miracolo ma, l'idea che la mia pseudo libertà fosse terminata, mi rendeva triste e rassegnato. «Mi sa che questa è l'ultima volta che noi due ci vedremo …»
    Mi fissò per qualche secondo con compassione, così come odiavo essere guardato, tuttavia quello sguardo nascondeva qualcosa di positivo ma io, ero troppo spaventato per capirlo.
   
    «C’è una cosa che devo dirti e sono sicuro che ti risolleverà il morale». Abbassò di molto il tono di voce e alla mia espressione incuriosita, sedette sul letto. Rimasi sorpreso da quello che mi disse. «Prima di tutto devi sapere che ti trovi nell'ospedale di Zondopoli».

    «Davvero?» Mille quesiti mi giravano per la testa. Perché proprio a Zondopoli, e come avevamo fatto ad arrivare fin qui dall’isola?

    «Non so che cosa ricordi di quello che è successo ma, la situazione era critica». Si fece spazio ai piedi del letto lisciando le lenzuola con una mano. «Eri troppo grave». Si leggeva nei suoi occhi la preoccupazione che aveva avuto per me e quanto gli fosse pesata quella situazione, la solitudine che aveva dovuto vincere in quel momento critico e il senso di colpa se mi avesse perso. «Zoroak non poteva trasportarci e così, dopo averti portato ad Austropoli con la barca del pescatore con cui ero approdato sull’isola, ho chiamato mio fratello per farci accompagnare qui. Ho pensato di giustificare questo incidente alla polizia dicendo che il tuo rifugio era stato attaccato dal Team Plasma, per scongiurare che scoprissero la tua fuga e che io e Davy trovandoci per caso in zona, eravamo intervenuti per soccorrerti. Abbiamo detto che l’attacco è avvenuto nel bosco adiacente alla struttura e che quindi le tue colleghe non sono state coinvolte. L’ospedale di Zondopoli è il più vicino al rifugio e quello più attrezzato per gestire un’emergenza come la tua, per questo sei qui. Inoltre, con la nostra mediazione, soprattutto quella di Davy che ha molta più autorità di me di fronte alla polizia internazionale, hanno finalmente creduto che tu dicevi la verità quando affermavi che il rifugio fosse in pericolo; con questo pretesto potrò spingere di più per far applicare quella legge per affidarti a un tutore legale e proteggere il centro di recupero visto il rischio costante che tu, e tutti quelli vicini alla struttura correte».

    «E loro ci hanno creduto?»

    «Certamente».

    «Non ci posso credere. Tu sei un folle!»

    «Ultimamente me lo dicono tutti. Però ti devo chiedere scusa Natural, perché sono passate quasi cinque ore prima che arrivassi qui dovendo aspettare Davy e per questo motivo, hai rischiato la vita. Ero tentato di chiamare i soccorsi per farti ricoverare ad Austropoli però …»

    «Però hai preferito preservare la mia posizione per proteggermi?»

    «Sì, è così. Credimi, non è stato facile».

    «Ti dico soltanto una cosa amico mio: grazie, perché ti devo doppiamente la vita. Solo che …»

    «Cosa ti turba?»

    «Davy … che cos’ha detto quando mi ha visto?»

    «Beh … a parte lo sgomento per la situazione in cui versavamo, non era d’accordo col mio piano. Ho faticato molto per convincerlo a fare come volevo ma, alla fine, ci sono riuscito».

Per sempre mio fratello ~ Pokémon Nero e Bianco ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora