"Informazione di servizio: il 27° torneo annuale dei giochi matematici di Unima inizierà tra sessanta minuti, tutti i partecipanti regolarmente iscritti sono pregati di venire presso il padiglione centrale per registrare la presenza. Grazie per l'attenzione".
Una voce dall'altoparlante in filodiffusione si sparse per tutti i padiglioni. Mi trovavo in compagnia di Gareth a prendere un gelato, mentre avevamo lasciato gli altri seduti su una panchina in fase di relax dopo tre giorni passati ad andare avanti e indietro per gli spazi espositivi, partecipando a laboratori ed assistendo ad interessantissime conferenze sul mondo della scienza. Era l'ora di andare così, mentre finivo in fretta il mio cono, ci incamminando verso il tendone principale e nel frattempo ricevetti una chiamata di Virgil. Voleva avvertirmi nell'ipotesi in cui non avessi sentito l'annuncio. Attivai il vivavoce per rendere anche Gareth partecipe della conversazione.
«Ciao Virgil ... » risposi con un tono di voce scherzoso «non vedevi l'ora di provare il tuo regalo?»
«Veramente volevo assicurarmi che tu fossi al padiglione centrale, il torneo sta per iniziare».
«Si abbiamo sentito l'annuncio. Io e Gareth siamo quasi arrivati. Ci vediamo lì?»
«Va bene, a fra poco allora».
Giunti sul posto i miei compagni si sistemarono sugli spalti ad anfiteatro mentre io mi avvicinai al tavolo della commissione, dove c'era già una bella fila per registrarsi. Ero un po' teso di trovarmi al centro dell'attenzione, ma per fortuna i concorrenti erano tanti ed in mezzo a loro non avrebbero notato di certo me, e per quale motivo poi? Ero una persona apparentemente normale che si trovava lì solo per divertimento, non avevo motivo di preoccuparmi.
Dopo qualche minuto di attesa, tuttavia, ecco che il primo intoppo venne a bussare alla mia porta. Un uomo con pochi capelli bianchi e molto distinto si avvicinò a me. Non lo avevo visto arrivare e quando mi bussò alle spalle e mi girai ebbi un aumento della pressione sanguigna seguito da battiti incontrollati e crescenti.«Buongiorno, sono il professor Campbell, presidente della commissione».
Rimasi pietrificato da quella visione perché riconobbi in lui il mio insegnante privato storico, di quando vivevo al palazzo con Ghecis. Un uragano di emozioni in contrasto vorticò colpendomi con forza, anche il mio corpo non riuscì a nascondere la sorpresa e contenersi. Le mani iniziarono a sudare senza controllo. Non capivo perché si fosse rivolto proprio a me.
«Mi segua per favore».
Alla mia sottile protesta palesata con una lieve resistenza, il professor Campbell mi afferrò un braccio e mi portò con sé. Uscimmo all'esterno, sul retro del padiglione, il cuore che batteva impazzito ed il sudore a bagnare anche i vestiti. Ero agitato, molto scombussolato. Chi me l'aveva fatto fare?
Una volta all'esterno, in una zona dove nessuno poteva vederci, quell'uomo si guardò un attimo intorno e poi mi parlò.«Se non avessi cambiato look ragazzo, direi che mi trovo di fronte al mio ex allievo».
Il professor Campbell, acuto osservatore, ci aveva visto più che bene d'altronde avevo studiato con lui per molti anni ed era diventato il mio confidente. A quel punto innervosito, colto alla sprovvista e pentendomi di essermi recato lì, tentai di sviarlo.
«Deve avermi scambiato con qualcun altro signore».«Accidenti Natural ...» mi rispose lui quasi indignato «anche se hai una mente geniale, sei sempre lo stesso e le bugie non le sai dire. Che cosa ci fai qui e travestito in questo modo?»
A quel punto non potei più mentire e trattenere l'emozione. I miei occhi arrossati a causa delle lenti a contatto, si gonfiarono di lacrime.
«Come ha fatto a riconoscermi?» balbettai carico come una nuvola in pieno monsone.
STAI LEGGENDO
Per sempre mio fratello ~ Pokémon Nero e Bianco ~
FanficQuando i destini di due persone desiderose di rialzarsi, le quali tuttavia non trovano la forza s'incontrano, ecco che tutto può cambiare. Due vite opposte e tormentate, due anime in fuga possono essere l'una rifugio dell'altra nelle avversità che i...