L'elicottero del Team Plasma era passato diverse volte battendo la zona per individuarci e non ci saremmo potuti nascondere a lungo.
Poiché non riuscivo a camminare, Virgil mandò Laefeon a cercare aiuto - sfruttando la sua capacità di mimetizzarsi nella boscaglia - perché il suo cellulare si era danneggiato nello scontro ed era inutilizzabile. Rimase poi al mio fianco per prendersi cura di me, rispettando la mia volontà di non andare in ospedale. A questo punto le spiegazioni erano dovute, non prima però di aver soddisfatto una mia curiosità.
«Come hai fatto a scoprirmi?»«Non è stato difficile. C'erano troppi indizi che portavano a te: prima di tutto il fatto di riuscire a comunicare con i Pokémon. Quella mattina che ci hanno attaccati a casa mia, Umbreon ti ha ascoltato e tu non hai detto nulla che noi potessimo sentire. Si vedeva che tra voi ci fosse un'intesa particolare. Non avevo mai sentito di nessuno con questa capacità di parlare ai Pokémon, a parte l'ex re del Team Plasma ovviamente; seconda cosa: il fatto che avessi uno Zoroak al tuo fianco mi ha fatto riflettere, perché durante le Crisi Plasma, N aveva uno Zorua. Ho pensato che si trattasse dello stesso Pokémon che si era evoluto e infine, quando sono venuto al rifugio per conoscerti, ho capito che Zoroak copriva le tue assenze trasformandosi in te».
Era incredibile come avesse collegato tutti questi indizi e tirato le somme. Questo ragazzo mi aveva stupito, avrei dovuto fidarmi di lui molto tempo prima. Tirai fuori dalla tasca la mini trasmittente che aveva dato a Zoroak quando era andato al rifugio e gliela restituii.
«Te l'avevo data per aiutarti» mi disse prendendola dalle mie mani e riponendola in tasca. «Già allora avevo qualche sospetto sulla tua identità. Perché non mi hai chiamato quando ti trovavi in difficoltà?»
«Avrei tanto voluto farlo. Mi sarebbe piaciuto condividere i miei problemi con qualcuno ma non sapevo se potermi fidare di te. Mi è dispiaciuto molto allontanarti e trattarti in quel modo dopo che ci siamo incontrati al deposito frigo e per questo ti chiedo scusa».
«Capisco. Comunque sia, Zoroak sa imitarti alla perfezione ma ogni individuo è unico. Ho capito che non eri tu quando ci siamo salutati. Porti sempre una mano al petto quando ringrazi e quando ti congedi mentre chini la testa; Zoroak non l'ha fatto e mi ha stretto la mano».
«Accidenti! Sei un ottimo osservatore. Sono ... davvero senza parole».
«Già, sono molto attento ai particolari e non è tutto. Ho capito anche come fa Zoroak ad andare e tornare dal rifugio in così poco tempo».
«Dici sul serio?»
«Con il teletrasporto dei due Pokémon delle tue colleghe, ovvio. Gardevoir e Gothitelle sono due creature di tipo pisco, di altissimo livello proprio come il tuo Zoroak ed ero sicuro che fossero capaci di usare teletrasporto. L'ho intuito dopo il racconto dei ragazzi che si sono ritrovati catapultati al rifugio e poi ad Austropoli senza sapere come. Devo ammettere che sei stato sfortunato a incontrarmi, perché a me non sfugge quasi nulla».
«Sai Virgil, non la chiamerei sfortuna. Ci sai fare, devo dartene atto».
«Lo so, me lo dicono tutti che sono bravo» intervenne audacemente fingendo di vantarsi e a entrambi scappò una piccola e sincronizzata risata.
Dopo un breve momento distensivo in cui mi aveva messo a mio agio, mi chiese di raccontargli le ragioni che mi avevano spinto fuori dal centro di recupero. Forse era giunto il momento di aprirsi e probabilmente era ciò che aspettavo da tanto tempo. Considerati anche gli anni di solitudine passati senza potermi confidare con nessuno, non volevo più scappare. Speravo solo che capisse, così decisi di dargli fiducia, anche perché mi ero affezionato e nel poco tempo passato insieme, si era dimostrato un ottimo amico, la persona che al pari di Nardo aveva accettato di ascoltarmi nonostante tutti i miei precedenti. Mi tuffai nel mare del destino per nuotare in mezzo alle acque della fiducia sperando di non affondare.
«Sai ... Virgil ...» dissi chiudendo gli occhi e abbandonando la testa all'indietro, contro il tronco che mi sosteneva la schiena.
Mi feci serio e un senso di angoscia prese a opprimermi il petto. «La vita non è ...» mi bloccai, e il respiro divenne pesante, mentre le parole venivano furori dalle labbra vibrando, allo stesso modo in cui io faticavo a trattenere le lacrime. Quelle poche sillabe furono soffocate da un groppo alla gola. Il pensiero di quello che avrei dovuto condividere per la prima volta con qualcuno era strano. «Da piccoli pensiamo di fare grandi cose ... ci ... crediamo ma poi ... la realtà demolisce le nostre aspettative. Non è mai stata mia intenzione fare del male a qualcuno. Credevo di lottare per una causa giusta - creare un mondo in cui umani e Pokémon potessero vivere in pace, senza che i Pokémon fossero sfruttati dagli uomini».
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Per sempre mio fratello ~ Pokémon Nero e Bianco ~
FanficQuando i destini di due persone desiderose di rialzarsi, le quali tuttavia non trovano la forza s'incontrano, ecco che tutto può cambiare. Due vite opposte e tormentate, due anime in fuga possono essere l'una rifugio dell'altra nelle avversità che i...