12. LUI E' MORTO, NON TU

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They said the end is comin'

Everyone's up to somethin'

I find myself runnin' home to your sweet nothings

Outside, they're push and shovin'

You're in the kitchen hummin'

All that you ever wanted from me was sweet nothin'

Sweet Nothing - Taylor Swift

17 luglio 2019

Estate italiana.

Un'idea che mi aveva sempre affascinato, ma che non avevo mai avuto il coraggio di realizzare fino a ora. Anzi, non ho mai avuto i soldi per poterlo fare. Neanche adesso, in realtà. Ma, per fortuna, quando avevo quattordici anni ho conosciuto Arthur. E Arthur, ora, ha i soldi per entrambi.

Dopo la fine della mia relazione, sentivo il bisogno di allontanarmi, di perdermi in luoghi che non conoscessero il mio dolore. E quale posto migliore dell'Italia per nascondersi tra la bellezza delle città antiche e il calore del sole estivo?

Arthur ha insistito perché partissi con lui, dicendomi che un viaggio sarebbe stato il modo perfetto per ritrovare me stessa. E in fondo, aveva ragione. Non c'è niente di più terapeutico che perdersi in una terra straniera, dove ogni strada è un nuovo inizio e ogni tramonto sembra promettere che il peggio è passato.

Così siamo partiti, io e Arthur, lasciandoci alle spalle il passato e buttandoci a capofitto in un'avventura che sembrava fatta apposta per guarire le nostre anime ferite. Le strade ci hanno accolto, le città ci hanno abbracciato, e per la prima volta in tanto tempo, ho iniziato a sentire il peso del dolore allentarsi, lasciando spazio a un senso di libertà che non ricordavo di poter provare.

Da quando siamo qui, io e Arthur ci siamo avvicinati ancora di più, anche emotivamente. Questa situazione mi crea molta confusione. Ad esempio, l'altra sera, mentre eravamo nell'appartamento che avevamo affittato, abbiamo iniziato a ballare, ma poi l'atmosfera è diventata sempre più intensa. Un'emozione nuova nei suoi confronti si è accesa. Lo volevo baciare. Non mi era mai capitato prima. Nemmeno una volta. Ma quella sera mi sembrava la cosa più giusta da fare. Ho smesso di ballare all'improvviso e l'ho salutato con un semplice "Ho sonno, buonanotte", ma non ho dormito neanche un secondo.

La mia mente continuava a ripercorrere ogni istante di quella serata. Mi chiedevo se anche lui avesse percepito lo stesso turbamento, la stessa tensione. Mi giravo e rigiravo nel letto, cercando di trovare una spiegazione a quello che stavo provando. Ero confusa, perché fino a poco tempo fa Arthur era solo un amico, una presenza costante ma familiare. Ora, invece, i suoi sguardi, i suoi gesti, tutto sembrava avere un significato diverso.

Il mattino dopo, ci siamo ritrovati nella cucina dell'appartamento. Il silenzio tra noi era denso, quasi palpabile. Arthur sembrava tranquillo, come se niente fosse cambiato. Mi chiedevo se fosse solo una mia impressione o se anche lui stesse cercando di nascondere i suoi veri sentimenti. Abbiamo fatto colazione insieme, parlando del più e del meno, ma il pensiero di quel ballo e del bacio che non c'è stato non mi abbandonava.

In ogni città, sentivo una forza sempre più intensa che mi spingeva verso di lui. A Firenze, a Como, a Bologna, ogni centimetro del mio corpo aveva un unico obiettivo, ma mi sono trattenuta. Non posso rovinare anni di amicizia solo per un desiderio stupido. Tuttavia, il conflitto dentro di me cresceva giorno dopo giorno. Ogni volta che ridevamo insieme, ogni volta che condividevamo uno sguardo o un momento di silenzio, sentivo quel desiderio riemergere, più forte di prima. Eppure, ogni volta mi dicevo che non potevo permettermi di seguire quell'impulso. La nostra amicizia significava troppo per rischiare di perderla per qualcosa che forse era solo una scintilla passeggera.Ma non era facile. Ogni città, ogni nuova esperienza condivisa, sembrava rendere più difficile ignorare ciò che stavo provando. E più mi sforzavo di reprimere quei sentimenti, più diventavano evidenti. Arthur, con la sua solita dolcezza e la sua costante presenza, sembrava inconsapevole della tempesta che si agitava dentro di me. O forse, stava facendo del suo meglio per non mettermi a disagio, rispettando il confine invisibile che avevamo tracciato tra noi. E così, continuavo a vivere in questo limbo, cercando di convincermi che quei sentimenti sarebbero svaniti, che era solo una fase. Ma, in fondo, sapevo che stavo solo mentendo a me stessa.

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