20. SILENZIO

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How long I had to fight to be living my life

To get better and never have to try

Not to think of you, until you reached out and said

"Remember that night?"

Remember That Night? - Sara Kays

12 ottobre 2022

È passato un mese. Trenta giorni che si sono trascinati lentamente, come se il tempo avesse perso il suo ritmo naturale. La casa è ancora la stessa, ma senza Arthur sembra diversa. Più grande, più vuota. Ogni stanza è immersa in un silenzio che non avevo mai notato prima.

Non c'è più il suono delle sue chiavi lasciate sul tavolo all'ingresso, né il rumore del suo respiro accanto a me mentre dormiva. Anche il modo in cui la luce si riflette sui muri sembra diverso, come se persino la casa stesse cercando di adattarsi alla sua assenza.

All'inizio, il silenzio mi sembrava un nemico. Era assordante. Ogni giorno tornavo dal lavoro e mi trovavo a fissare il vuoto, aspettando un rumore, un segno della sua presenza che non arrivava mai. Ho provato a riempirlo con la musica, con i film, con il lavoro, ma alla fine, quando la notte cadeva e il mondo si faceva più tranquillo, il silenzio tornava a reclamare il suo posto.

Ora, dopo un mese, ho smesso di lottare contro di esso. Ho imparato ad accettarlo, a lasciarlo entrare e riempire gli spazi vuoti dentro di me. Forse perché questo silenzio non è solo quello che riempie le stanze, ma anche quello dentro di me. È il silenzio delle parole non dette, dei sogni che avevamo e che non abbiamo realizzato. È il silenzio di tutte le volte in cui avrei voluto che restasse, ma sapevo che lasciarlo andare era l'unica cosa giusta da fare.

In questo silenzio, mi rendo conto di quanto abbiamo perso. Non solo l'amore, ma anche la complicità, la risata condivisa per una battuta stupida, il conforto del sapere che c'era qualcuno con cui affrontare il mondo. Ora mi sembra che il mondo sia diventato più grande, ma io mi sento più piccola, più fragile.

Eppure, c'è una parte di me che, anche se dolorante, ha trovato un po' di pace in tutto questo. Non ho più bisogno di urlare, di combattere. Non devo più convincerlo o convincermi che tutto andrà bene. Il silenzio è diventato il mio compagno, e a volte mi sembra più onesto di quanto lo siamo stati io e Arthur negli ultimi tempi.

Non ci siamo sentiti da allora. Non un messaggio, non una chiamata. È come se avessimo concordato tacitamente che, per ora, l'unico modo per andare avanti fosse così. In silenzio. Forse lo rivedrò, forse torneremo ad essere quegli amici che ascoltavano insieme la musica a Central Park. Ma non oggi, non ancora.

Per ora, ascolto il silenzio. Non mi spaventa più. È una sorta di vuoto pieno di significato, un momento di respiro tra quello che è stato e quello che sarà. Forse un giorno imparerò ad amare questo silenzio. Forse, attraverso di esso, troverò una nuova versione di me stessa, una versione che non dipende più da qualcun altro per sentirsi completa.

Ma fino ad allora, resterò qui, in questa casa che è diventata solo mia, ascoltando il silenzio. E forse, in questo silenzio, troverò finalmente la mia voce.

14 febbraio 2023

È il 14 febbraio, e mentre il mondo celebra l'amore con fiori e cene romantiche, io ricevo una notizia che cambia tutto. Daniel, il mio capo, mi ha chiamata nel suo ufficio questa mattina, con un'espressione che non lascia spazio ai dubbi. Quando varco la soglia, non mi aspetto nulla di particolare, ma il suo entusiasmo è palpabile.

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