24. L'ULTIMA VOLTA CHE L'HO VISTO

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I'm still holding on to everything that's dead and gone

I don't wanna say goodbye 'cause this one means forever

Now you're in the stars and six feet's never felt so far

Here I am alone between the heavens and the embers

Oh, it hurts so hard for a million different reasons

You took the best of my heart and left the rest in pieces

In The Stars - Benson Boone

4 settembre 2024

Sono passati mesi, e l'ultimo indizio è ancora lì, sul tavolo accanto al letto, intatto. Ogni giorno lo guardo, ogni giorno mi ripeto che presto lo affronterò, ma il peso di ciò che rappresenta mi schiaccia. Quel biglietto e quelle cuffie mi porterebbero al nostro ultimo incontro, al luogo dove l'ho visto per l'ultima volta, prima che lui si togliesse la vita.

Non so se ho paura di ciò che troverò lì o del modo in cui mi sentirò. Rivivere quel momento significherebbe affrontare tutto ciò che ho cercato di tenere a distanza: il dolore, il senso di colpa, le domande che ancora mi tormentano. Mi chiedo se ci fosse qualcosa che avrei potuto fare o dire per cambiare quel giorno, per cambiare il suo destino.

Arthur ha costruito questa caccia al tesoro per me, lasciando indizi che dovevano accompagnarmi nella sua assenza. Ma questo ultimo passo... questo è diverso. Questo è il capitolo finale, e non sono sicura di essere pronta per ciò che mi aspetta. Per mesi ho rimandato, convinta che avrei trovato il coraggio un giorno, ma ora mi chiedo se quel coraggio arriverà mai.

L'ultimo indizio mi porterebbe sotto la quercia a Central Park. Il luogo del nostro ultimo incontro. Arthur me lo aveva detto quel giorno: "Se mai dovessi perdermi, sappi che ti aspetterò sempre qui." Una promessa che allora avevo trovato romantica, ma che ora mi appare come una sorta di enigma doloroso.

La quercia non è solo un albero per noi. È il luogo dove abbiamo trascorso pomeriggi a parlare di tutto, dai nostri sogni più grandi ai dettagli più insignificanti della vita quotidiana. È il luogo dove mi sono sentita più vicina a lui, dove sembrava che nulla potesse mai separarci.

Pensare di tornare lì, di rivedere quell'albero, è come aprire una ferita che non si è mai davvero chiusa. Ma forse è anche ciò di cui ho bisogno. Forse è lì che troverò finalmente le risposte, o almeno un po' di pace.

Arthur ha scelto quel posto per un motivo, lo so. Ma riuscirò a trovare il coraggio di affrontarlo?

23 settembre 2023

Ricevo il suo messaggio mentre sono sul divano, le gambe incrociate e il telefono in mano. "Ci vediamo al nostro posto?". Il cuore mi sobbalza, come sempre quando si tratta di lui. Non ci penso troppo. Prendo il cappotto, afferro le chiavi e mi dirigo verso Central Park.

Cammino sotto gli alberi, l'aria è fresca e leggermente umida, ma non mi dispiace. Mi avvicino alla quercia, il nostro posto. Eccolo lì, seduto sull'erba. Lo guardo un istante prima di farmi vedere. Sembra... spento. Gli occhi più bassi del solito, le spalle un po' curve. Scuoto la testa, cercando di non pensarci troppo.

"Arthur," lo saluto mentre mi avvicino. Lui alza lo sguardo e sorride appena, un sorriso appena accennato. Mi siedo accanto a lui, la distanza tra di noi è minima, ma c'è sempre quella sensazione che sia anche infinita.

Senza dire una parola, mi porge una cuffietta. Lo guardo per un secondo, sorpresa, poi la prendo. La infilo nell'orecchio mentre lui preme "play". La musica inizia dolce e delicata, una melodia familiare. Non serve dire nulla. Ci basta questo.

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