13. NON SAPEVO COSA DOVESSE ACCADERE

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POV Tizio Misterioso

10 febbraio 2024

Chiudo la porta della mia camera, tiro fuori la lavagna da sotto il letto e la appoggio sulla scrivania. Ho segnato tutto: cosa devo consegnare, quando farlo e cosa posso osservare. Finora mi ha sorpreso a guardarla solo alcune volte, ma sono certo che non ha ancora capito chi io sia. Quando Arthur mi ha affidato questo compito, non sapevo cosa avrebbe fatto. Mi ha detto che sarebbe sparito, non che si sarebbe suicidato.

23 settembre 2023

"Grazie per essere venuto" dice Arthur, accogliendomi mentre mi lascia entrare nel suo appartamento.

È un tipico appartamento newyorkese, essenziale ma con un'atmosfera particolare, anche se il disordine regna sovrano. I vestiti sparsi, i libri ammassati qua e là, e una tazza di caffè abbandonata su un tavolino ne raccontano la storia.

"Non far caso al caos" aggiunge, quasi leggendo i miei pensieri.

"Non ti preoccupare," rispondo con un sorriso rassicurante, mentre mi accomodo sul divano di pelle consunta. Sistemo lo zaino ai miei piedi, cercando di nascondere il leggero imbarazzo.

"Di cosa volevi parlarmi?" gli chiedo, cercando di rompere il ghiaccio.

Arthur prende un respiro profondo, come se stesse cercando le parole giuste. "Sai, dovrò andare via per un po'. Un bel po' di tempo. E ho bisogno di qualcuno che tenga Alma occupata mentre sono assente. Altrimenti, so che impazzirebbe."

"Capisco," rispondo, cercando di immaginare dove stia andando a parare. "Ma cosa c'entro io?"

"Ho organizzato una specie di caccia al tesoro per lei," spiega, con un accenno di entusiasmo. "Ho bisogno di qualcuno che le consegni gli indizi e segua tutto il processo. E ho pensato che tu fossi la persona giusta."

Rimango per un attimo in silenzio, sorpreso. "Perché io?"

Arthur sorride, come se avesse previsto la domanda. "Perché so che non farai danni e, soprattutto, che non opprimerai Alma. "

Esito per un momento, cercando di capire se davvero sono all'altezza del compito. Arthur mi osserva, il suo sguardo riflessivo come se stesse studiando ogni mia reazione. Alla fine, annuisco.

"Va bene, ci sto. Cosa devo fare esattamente?"

Arthur si rilassa, evidentemente sollevato dalla mia risposta. Si alza e si dirige verso una libreria traboccante di libri, carte e oggetti vari. Dopo un breve frugare, estrae una piccola scatola di legno, decorata con incisioni intricate. La appoggia con cura sul tavolino di fronte a me.

"All'interno ci sono gli indizi, tutti numerati e sigillati. Alma dovrà seguirli uno per uno, come in una vera caccia al tesoro. Ogni indizio la porterà a un nuovo luogo o le farà scoprire qualcosa di importante. Ho cercato di rendere il percorso interessante, qualcosa che la tenga impegnata e le faccia dimenticare per un po' la mia assenza."

Apro la scatola con cautela. All'interno ci sono piccole buste, ognuna con un numero scritto a mano. Il lavoro di Arthur è meticoloso, quasi ossessivo. Chiudo la scatola e la guardo.

"E cosa dovrei fare se Alma dovesse... non so, rifiutarsi di partecipare?"

Arthur sorride, ma è un sorriso triste, come se avesse già considerato anche quella possibilità. "Conosco Alma. Sarà curiosa, e anche se all'inizio potrebbe mostrarsi riluttante, alla fine non resisterà. "

Arthur non è il tipo da organizzare giochi elaborati senza motivo. E soprattutto, perché andarsene proprio adesso?

"Arthur, posso chiederti una cosa? Dove stai andando? E perché proprio adesso?"

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