22. PERCHÈ?

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I'm fallin', I feel disconnected

No angels callin', barely form a sentence

My brain is rottin', no more interventions, yeah

I'm done with talking, I don't wanna jump

If I jump, then I'll leap right off

Why you talkin' to me, baby? Talk no more

I can't hold you, baby, my whole body's numb

I don't wanna feel, I feel disconnected

Disconnected - Chase Atlantic

22 giugno 2024

Mi sveglio con quel dubbio che mi tormenta da ieri sera. Mi alzo lentamente, ancora intrappolata nei pensieri che continuano a girarmi in testa. Quella frase, "Non cercare risposte dove non ci sono domande", continua a ripetersi nella mia mente. È stato come un déjà vu, una connessione che prima non avevo notato. Lucas ha usato le stesse identiche parole del misterioso tizio, quelle che mi hanno aiutato proseguire la "caccia al tesoro" di Arthur.

Ieri sera non potevo affrontare l'argomento. Eravamo tutti lì per festeggiare Sierra e Lucas, e quel sospetto mi ha colto alla sprovvista, come un fulmine a ciel sereno. Avevo già iniziato a collegare i pezzi, ma non mi sentivo pronta a guardarlo negli occhi e chiedergli direttamente se fosse coinvolto.

Era il suo momento, il loro momento.

Cerco i biglietti, gli indizi, quelli che ho tenuto nascosti in una scatola nel cassetto della scrivania. Li prendo uno ad uno, studiando ogni singolo dettaglio. Inizio a osservare con attenzione la calligrafia, la forma delle lettere, la pressione della penna sulla carta. Ogni tratto sembra parlare chiaro: c'è una somiglianza. Troppo simile per essere solo una coincidenza.

Sento una morsa allo stomaco mentre realizzo che la grafia è la stessa. È Lucas. È lui, o forse è stato almeno coinvolto in tutto questo insieme ad Arthur. Qualunque sia la verità, i miei sospetti ora hanno un fondamento, e non posso ignorarli.

Decido di mandargli un messaggio, scegliendo con cura le parole. Non voglio che sospetti nulla, almeno per ora.

Alma

Lucas, ti andrebbe di vederci oggi? Avrei bisogno di parlare con te.

Lucaz

Certo, passa pure da me quando vuoi.

Mi siedo un momento, fissando lo schermo del telefono, sentendo una leggera tensione salire. La mia mente è affollata da domande, ma so di dover mantenere la calma e affrontare questa conversazione senza lasciare trasparire il sospetto che ho dentro. Prendo le chiavi di casa e, con un respiro profondo, esco per raggiungerlo.

Arrivo davanti alla porta di casa sua, e improvvisamente la sicurezza che avevo provato solo qualche minuto fa sembra svanire. La mia mano si blocca a pochi centimetri dal campanello, e per un istante penso di tornare indietro. Che cosa mi aspetto, davvero? Di trovarlo lì, pronto ad ammettere tutto? A spiegare ogni cosa?

Ma devo sapere. Ho bisogno di capire se ciò che ho sospettato, ciò che sto ancora cercando di accettare, ha un fondamento reale o è solo un'ombra nella mia mente. Prendo un respiro profondo e premo il campanello, sentendo il ronzio metallico risuonare nell'aria e un'ondata di ansia che sale mentre aspetto di sentire i suoi passi avvicinarsi alla porta.

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