4. angelo custode

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Arrivati dagli altri Andrea li guardava attentamente poi si avvicinò a loro e senza dire nulla di sedette vicino a lei accarezzandole la schiena. Guardò Il suo compagno di squadra in cerca di risposte ma lui fece finta di niente.
Non sapeva se Elena gli aveva parlato di quel suo ex e quindi mantenne il segreto.

«Lexi?» chiese Gatti al suo amico

«non ne ho idea, voleva andare a casa»

Giuseppe, detto Pippo, prese dalla mano Elena facendola alzare la abbracciò mentre lei per essere gentile lo assecondò anche se nella sua testa cera Alessandro

«andiamo giù a ballare?»

«no scusami ma non mi sento di scendere adesso» lui la guardò

«ah va bene» ci rimase male e lei si sentì in colpa

«no va bene dai, andiamo» Dušan la guardava attentamente. Non voleva che andasse giù con quel ragazzo, allo stesso tempo non sapeva come fermarla.

Scese la scala tremando lei mentre l'amico di suo cugino camminava davanti a lei. Iniziarono a ballare.
Dušan non seppe resistere, si alzò e si appoggiò alla ringhiera del balconcino vegliando su a lei in modo da poter avvertire qualsiasi pericolo in anticipo.
Lei lo notò guardarla, era attento sembrava che stesse per tirare un rigore..

Tremava Elena, era un fascio di nervi. Sentiva lo stomaco rompersi a ogni respiro, come se qualsiasi cosa potesse sfiorarla era in grado di distruggerla. Gli occhi sbarrati dalla paura e le mani che tremavano.

Il serbo la guardava, voleva essere certo che quel bastardo del suo ex non la raggiungesse. Quando la vide ferma di colpo scese le scale.
«vieni usciamo.»

«no Dušan tranquillo» disse lei con una pronuncia perfetta mentre il serbo la guardava attentamente cercando di decifrarla.

«bro stiamo ballando.» il calciatore gli riservò un occhiata dura mista d'indifferenza

«sono Dušan non il tuo Bro. E non ho parlato con te » lei era ferma in procinto di avere un'altra crisi di panico e lui lo sapeva cosa stava per accadere perché quei momenti non gli erano estranei. La guardò negli occhi «Elena usciamo, prendi un po' d'aria e poi torniamo »

«scusa ma se vuole uscire la accompagno io, non credi?» il serbo raddrizzò la schiena e lo guardò dritto negli occhi con la bocca serrata in una linea dritta. Non sopportava che lui si mischiasse in cose che nemmeno sapeva, non si era nemmeno accorto che stava per avere un attacco di panico e adesso voleva fare il cavaliere.

La ragazza guardando il cambio di postura e lo sguardo duro del numero nove gli prese la mano tra le sue tremolanti «si usciamo..» si voltò verso di lei ammorbidendosi immediatamente. «torno tra poco » disse al suo vecchio amico per poi seguire il calciatore fuori dal locale.

«respira Elena» lei lo guardava «respira su » il buttafuori con il quale aveva parlato lui prima li raggiunse e si mise a mo' di scudo. «sarebbe possibile avere una bottiglietta d'acqua per favore?» chiede con garbo al ragazzo che tramite un walkie-talkie vede di accontentare la sua richiesta.

«non c'è bisogno Dušan davvero..»

«pure della bottiglietta d'acqua ti preoccupi? Preoccupati di fare passare questo momento..» disse accarezzandole la spalla e il braccio. Qualche secondo dopo esce Andrea con la bottiglietta d'acqua evidentemente allarmato dalla seconda uscita ravvicinata di lei.

«che sta succedendo?» dice abbracciando sua cugina ma guardando Dušan. «ma si tratta di Alessandro?» lei annuisce e spiega al cugino cosa fosse successo. «se te la senti di rimanere rimani sopra n privè ci mettiamo davanti noi.. e usciamo quando non ce più nessuno..»

«sto con lei se non vuole rientrare » dice il serbo «la posso riportare a casa o dove vuole lei»

Elena rivolse al serbo uno sguardo carico di gratitudine per aver proposto quella alternativa, non che non le andasse di stare lì ma non era più dell'umore di fare festa. «sì, forse ha ragione Dušan » Andrea le diede le chiavi di casa

«io non ci metto molto qui ma se dovessi fare tardi in caso ti mando un messaggio »

«ci sono io con lei, non la lascio finché non arrivi.» lei lo guardò ancora uns volta, doveva essere una sorta di angelo custode.

Andrea la abbracciò stretta a se «stai attenta piccola»

«anche tu amore» Dušan sorrise, avrebbe giurato che fossero una coppia vedendoli dall'esterno.
Le aprì la portiera e la invitò a salire, una volta che furono da soli lei lo guardò
«Dušan ma tu non eri venuto con la tua ragazza?»

«cazzo Lexi!» disse mettendosi una mano in fronte per essersi quasi dimenticato di lei. Controllò il cellulare e si trovo sorpreso a non vedere nemmeno un messaggio o una chiamata da parte della fidanzata. Lo rimise in tasca e si voltò verso di lei. «dove vuoi andare?»

«a casa?»

«non ti annoi a casa?» lei lo guardò «ti faccio fare un giro » disse mettendo in moto

«i giri in macchina mi fanno addormentare »

«dormi pure, basta che metti la cintura » disse e lei la mise subito « mi capita di fare dei giri a dei bambini e si addormentano anche loro»

«si voltò verso di lui»

«in macchina sono al sicuro.. è l'unico posto dove non può farmi nulla »

«se ci sono io non ti farà nulla, ci puoi giurare » disse sicuro di se e lei che prima stava guardando le strade di Torino dal finestrino si voltò nella sua direzione e gli sorrise.

ci sono le stelle || Dušan Vlahović Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora