Orme nella neve:Parte 5

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Scoccate le nove di sera, al tramontar del sole, mi svegliai da una piccola dormita per recuperare le energie.

Avevo sistemato tutta casa e messo quasi tutte le mie cose al loro posto.

Certo, per colpa della stanchezza non avevo fatto un ottimo lavoro ma almeno non era tutto a soqquadro.

Ma mantenere casa mia in buone condizioni era l'ultima delle mie preoccupazioni.

Vidi come tutto venne ricoperto dal bianco mentre la neve continuava a cadere dolcemente dal cielo.

Il freddo era insopportabile ma non mi lasciai scoraggiare e, indossando il mio cappotto, uscii di casa per dirigermi in ospedale.

Con la macchina ci avrei messo un quarto d'ora per arrivare e probabilmente anche venti per tornare ma ne sarebbe valsa la pena.

Avevo promesso a Serena che sarei andata a visitarla.

Avrei mantenuto fede alla promessa.

Inoltre... Quel giorno era il suo compleanno...

Un motivo in più per non mancare a tutti i costi.

Con me avevo sia il video che l'autografo, ma prima di partire controllai il telefono.

Vidi diversi messaggi da Serena in cui mi chiedeva dove fossi con molta euforia.

Le scrissi che stavo arrivando e misi in moto la macchina.

Non volevo tardare.

E dopo poco meno di un quarto d'ora, raggiunsi l'ospedale dove Serena si trovava.

Come al solito, le strade davanti a esso erano vuote, buie e interamente coperte dalla neve, illuminate a malapena da quei pochi lampioni presenti.

L'unico segno di vita del posto veniva direttamente dall'ospedale, il quale rimase in qualche modo vivace.

Parcheggiai la macchina nelle vicinanze e immediatamente andai a visitarla.

Come al solito, era allo stesso piano alla stessa stanza, ma in qualche modo non me la sentivo di entrare.

Mi ritrovai quasi pietrificato di fronte a quella porta.

Non era nulla che riguardasse Serena, bensì un'altra persona che avevo paura fosse lì.

Mi preoccupavano le conseguenze di stare in una stessa stanza con lei e nostra figlia.

Ovviamente c'era la possibilità che stessi semplicemente essendo paranoica, ma l'opposto era ancor più probabile.

Forse c'era davvero il rischio di qualcosa.

Ma non potevo starmene lì davanti all'infinito, con le mani in mano.

Solace in the snowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora