Sollievo per quel cuore:Parte 4

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Dopo un paio di giorni, il film finalmente uscì in ogni sala.

Ovviamente fui io il primo a guardarlo, con un biglietto pre-pagato da mio padre a mia fortuna.

Rimasi seduto per più di due ore, in ultima fila, ad attendere la fine di quella tortura...

Appena arrivarono i titoli di coda, ignorai tutti gli applausi che sentii e me ne andai immediatamente.

Fuori faceva un freddo catastrofico, ma almeno ero lontano da quel "film" se lo si potesse definire tale.

Tirai un sospiro si sollievo, pronto per tornarmene a casa e dare la mia opinione (falsificata) su quello che avevo visto...

Prima, però, c'era un ultimo fattore da ricordare

<Com'è stato?>

Come al solito, Yuki era ad attendermi fuori dal cinema, con Ai nel passeggino e il suo camuffamento indosso.

Le avevo detto di attendere in macchina oppure rimanere a casa, ma insistette dicendo di voler uscire un po' con Ai.

Date le due buste che vedevo sotto quello stesso passeggino, arrivai a dedurre che se la fosse spassata mentre ero via

<Tremendo. Quel film era un incubo febbrile, non aveva alcun senso...>

Yuki aveva ragione a definirlo tale.

Se solo le avessi dato corda tempo fa...

Mi sarei potuto risparmiare questa tortura

<Eh. Potrebbe essere perché sei fuori dal target demografico, boomer>

Abbiamo al massimo cinque anni di differenza, chi staresti chiamando boomer?

<Vabè, l'importante è che è finito e io riceverò la mia paga... Per festeggiare sono andata a comprare anche dei vestiti bellini, guarda qua☆>

Sembrava particolarmente entusiasta mentre mi mostrava quello che aveva comprato, passando da un abito all'altro, con delle stelle al posto delle iridi

<Ho preso una mini gonna, un vestitino lungo per l'estate, in nuovo giubbotto in pelle e perfino un nuovo costume per quando andrò al mare quest'estate!>

La sua euforia non durò molto.

Una piccola folla iniziò a fermarsi, con tutti gli spettatori del film che iniziarono a uscire lentamente uno a uno.

Yuki dovette subito alzarsi la mascherina contro la sua spontanea volontà e rimettere gli abiti al loro posto.

Con un cenno della teste mi chiese di andare e, dopo aver preso con me le sue due buste, sebbene sarebbe bastato poggiarle nuovamente sotto, contro la mia di volontà questa volta, c'incamminammo

<Ti avverto... Appena avrò la mia paga, voglio andare al sushi>

<Non sarebbe la terza domenica di fila che-->

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