la fuga nel buio

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Capitolo 8: *La Fuga nel Buio*

L'uomo misterioso, con il volto ancora parzialmente nascosto dalle ombre del bosco, fece un cenno deciso. "Non abbiamo tempo. Se volete salvarvi e arrivare alla verità, dovete fidarvi di me. Non ora, ma subito."

Robert scambiò uno sguardo con Eleanor, il volto segnato dalla tensione. Il suono lontano di un motore che si avvicinava tagliò l’aria notturna. Gli inseguitori non erano lontani. Non c’era scelta.

"D'accordo," disse Robert, riponendo la pistola nella cintura. "Ma un solo passo falso, e non esiterò."

L'uomo annuì con calma. "Seguitemi."

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In pochi minuti si misero in marcia. L’uomo li guidava attraverso il fitto sottobosco, muovendosi con una sicurezza che tradiva una profonda conoscenza del territorio. Eleanor cercava di non perdersi tra le domande che le martellavano la mente. Chi era davvero quell’uomo? E come sapeva così tanto su Hale e sulla porta? Ma il suono crescente dei motori la costringeva a concentrarsi solo su una cosa: la fuga.

Dopo un lungo tratto nel bosco, arrivarono a una piccola radura nascosta da una collinetta. Sotto un cumulo di foglie e rami spezzati, l’uomo rivelò un vecchio fuoristrada nascosto alla vista. Senza dire una parola, salì al posto di guida e accese il motore.

"Salite. Vi porterò in un posto sicuro," disse con voce ferma.

Eleanor e Robert si guardarono un attimo, ancora dubbiosi, ma salirono senza esitare. Mentre l'auto si allontanava lungo un sentiero appena visibile, il suono delle auto nemiche si fece sempre più distante. Sembrava che per il momento fossero riusciti a scappare.

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Dopo quasi un'ora di viaggio, l'uomo fermò il fuoristrada in prossimità di una piccola baita isolata, immersa tra gli alberi e lontana da qualunque traccia di civiltà. Non c’erano luci nelle vicinanze, solo il buio del bosco e il freddo pungente della notte.

"Siamo al sicuro qui per ora," disse l'uomo mentre scendeva dall'auto e apriva la porta della baita. "Nessuno conosce questo posto."

Entrarono nella piccola costruzione. All’interno c’era solo il minimo indispensabile: un tavolo, un paio di sedie, un camino spento e qualche utensile da cucina. Nonostante l’aspetto spartano, il rifugio sembrava perfettamente funzionale. Eleanor si guardò intorno, cercando di capire quanto tempo l'uomo avesse passato lì.

L’uomo si sedette al tavolo, togliendosi finalmente il cappotto pesante. Ora che era più vicino, Eleanor poté vedere i suoi lineamenti più chiaramente: capelli brizzolati, barba non rasata e occhi scuri e penetranti. Sembrava stanco, come se stesse combattendo una guerra personale da troppo tempo.

"Vi starete chiedendo chi sono e perché sono qui," iniziò lui, anticipando le domande che Eleanor e Robert avevano in mente.

"Esattamente," rispose Robert, sedendosi di fronte a lui. "Hai detto che stai cercando la verità su Hale. Cosa sai esattamente?"

L'uomo prese un respiro profondo. "Mi chiamo Adrian Cole. Ero un collega di Jonathan Hale, molti anni fa, prima che lui iniziasse a lavorare per il progetto che ha portato alla spedizione artica. Ho studiato con lui antiche civiltà, e abbiamo condiviso teorie su popolazioni scomparse, tecnologie perdute. Ma ad un certo punto, Jonathan scoprì qualcosa di molto più grande. Un'antica leggenda su una porta, un passaggio che collegava il nostro mondo a... qualcosa d'altro. Non un paradiso, né un inferno. Qualcosa di molto più antico e primordiale."

Adrian si fermò un attimo, come se cercasse le parole giuste per continuare. "Quella porta è reale. La leggenda era vera. Hale la trovò."

Eleanor sentì un brivido correre lungo la schiena. Le parole della lettera di Hale ora acquistavano un significato ancora più inquietante.

"Quando Hale mi contattò per la prima volta," proseguì Adrian, "mi disse che il governo e diverse organizzazioni private erano tutte interessate alla scoperta. Ma non per motivi scientifici. Volevano accedere a ciò che c'era dall'altra parte per motivi di potere, controllo. Jonathan capì troppo tardi che aveva aperto una strada per qualcosa che non poteva essere controllato."

Robert si sporse in avanti. "Quindi queste persone ci stanno dando la caccia per controllare la porta?"

Adrian annuì. "Esatto. Ma non si fermano qui. L’organizzazione che vi sta inseguendo è molto più antica di quanto pensiate. Il loro unico scopo è aprire quella porta e svelare i segreti che contiene, indipendentemente dalle conseguenze."

Eleanor si fece avanti, il volto teso. "E Hale? È ancora vivo?"

Adrian abbassò lo sguardo. "Non lo so. Dopo che la spedizione fu interrotta, Hale scomparve. Alcuni dicono che sia morto, altri che sia tenuto prigioniero da chi vuole costringerlo a riaprire la porta. Ma una cosa è certa: Jonathan ha fatto di tutto per impedire che questo segreto cadesse nelle mani sbagliate."

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Il silenzio nella stanza era opprimente. Eleanor sentiva il peso di tutto ciò che avevano scoperto, ma ora una nuova domanda si insinuava nella sua mente: e se fossero troppo tardi? Se la porta fosse già stata aperta?

"Abbiamo bisogno di più informazioni," disse Robert, rompendo il silenzio. "Come possiamo fermarli?"

Adrian si alzò, camminando verso un vecchio baule in un angolo della stanza. Lo aprì e tirò fuori un fascicolo logoro. "Jonathan mi lasciò questi documenti prima di sparire. Li ho tenuti nascosti per anni, sperando di poterli usare per fermare chiunque volesse continuare il suo lavoro."

Sfogliò velocemente le pagine, poi tirò fuori una mappa. "Questa è la posizione esatta della porta. Ma non possiamo semplicemente andarci. Il luogo è sorvegliato, e avvicinarsi significa firmare la propria condanna a morte."

Eleanor guardava la mappa, cercando di capire il prossimo passo. "Quindi cosa possiamo fare? Dobbiamo scoprire come sigillare la porta definitivamente, come impedirne l'uso per sempre."

Adrian la fissò intensamente. "È proprio per questo che abbiamo bisogno di trovare Hale. Lui è l'unico che sa come fermare tutto questo. Se è ancora vivo, sarà la nostra unica speranza."

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Fuori, il vento iniziò a soffiare più forte, facendo scricchiolare i rami degli alberi intorno alla baita. Nella notte silenziosa, si sentiva un’atmosfera carica di tensione, come se ogni secondo fosse prezioso, ogni respiro potesse essere l'ultimo momento di quiete prima della tempesta.

"Eleanor," disse Adrian, rompendo l'aria densa di pensieri. "Se decidete di proseguire su questa strada, non ci sarà modo di tornare indietro. Siete pronti ad affrontare ciò che si nasconde oltre quella porta?"

Eleanor lo fissò negli occhi, sentendo la gravità delle sue parole. Dentro di lei, ogni fibra del suo essere era tesa, ma sapeva che non c'era più spazio per la paura. "Non abbiamo scelta. Troveremo Hale. E chiuderemo quella porta."

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