lombra del nemico

2 1 0
                                    

Capitolo 10: *L'Ombra del Nemico*

L’aria era satura di tensione, il bosco attorno sembrava avvolgerli in una stretta opprimente. Il rumore dell’auto nera si faceva sempre più vicino, un rombo inesorabile che annunciava l'arrivo di chi li stava cacciando. Eleanor, Robert e Adrian erano fermi accanto al fuoristrada fermo, il cuore che martellava nelle orecchie. Il pneumatico bucato li aveva costretti a fermarsi, e ora la loro unica speranza era di sparire nel fitto del bosco.

"Correte!" gridò Adrian, afferrando il suo zaino. "Abbiamo poco tempo prima che ci raggiungano."

Eleanor e Robert non esitarono. Si infilarono tra gli alberi, le scarpe che affondavano nel terreno morbido e umido. Il buio li avvolgeva come un manto pesante, ma ogni tanto un raggio di luna filtrava tra le fronde, illuminando il percorso. Adrian li guidava, il respiro affannato, ma i suoi passi erano sicuri, come se conoscesse quel terreno meglio di chiunque altro.

Mentre correvano, Eleanor sentiva il suono sempre più vicino dei loro inseguitori. L'auto si era fermata, e ora si udivano i passi decisi di uomini che si avvicinavano attraverso il bosco, armati e pronti a prenderli. Il cuore di Eleanor batteva all’impazzata, ma cercò di non farsi prendere dal panico.

Dopo diversi minuti di corsa, Adrian li condusse verso una piccola radura nascosta tra gli alberi. Al centro, coperta da rovi e sterpaglie, c'era un'apertura nel terreno, un vecchio rifugio sotterraneo. Adrian si fermò bruscamente e iniziò a spostare i rami e i detriti che nascondevano l’ingresso.

"Entrate qui," sussurrò, la voce bassa e controllata. "Questo posto è sicuro, almeno per ora."

Eleanor e Robert si scambiarono un’occhiata veloce, poi si abbassarono per scivolare dentro l’apertura. Il buio all'interno del rifugio era totale, un'oscurità che sembrava avvolgerli completamente. Adrian entrò per ultimo, chiudendo l’ingresso con cura.

---

Dentro, il silenzio era quasi assordante, rotto solo dal respiro affannato di tutti e tre. Adrian accese una piccola torcia, illuminando le pareti di pietra grezza del rifugio. Era chiaramente antico, probabilmente costruito decenni prima da qualcuno che conosceva quel bosco e aveva bisogno di un nascondiglio sicuro.

Robert si sedette su una delle pietre che sporgevano dal pavimento, il respiro pesante. "Non possiamo continuare a scappare così. Dobbiamo trovare un modo per affrontarli."

Adrian annuì lentamente, ma il suo sguardo era teso. "Lo so. Ma non possiamo combattere senza un piano. Questi uomini sono ben addestrati, sanno cosa fanno. Se ci trovano qui, non avremo scampo."

Eleanor si sporse verso Adrian, con una determinazione che bruciava nei suoi occhi. "Ma chi sono? Chi è quest'organizzazione? Abbiamo bisogno di più informazioni se vogliamo batterli."

Adrian abbassò la testa per un attimo, come se fosse in lotta con sé stesso. Poi, con un sospiro pesante, parlò. "L’organizzazione che ci insegue si chiama *Il Consorzio*. È una rete segreta di individui potenti, influenti, che hanno interesse in antiche tecnologie e conoscenze. Esistono da secoli, forse millenni, e hanno sempre lavorato nell’ombra, manipolando scoperte e occultando verità."

"Perché la porta è così importante per loro?" chiese Robert, incredulo.

"La porta," iniziò Adrian, "non è solo un passaggio. È una fonte di potere. Un accesso a qualcosa che non comprendiamo completamente. Il Consorzio crede che ciò che si trova al di là di essa possa dare loro un controllo illimitato: potere su dimensioni, tempo, e forse anche sulla vita stessa."

Eleanor rabbrividì. "E Hale? Loro lo vogliono vivo per riaprire la porta?"

Adrian annuì. "Jonathan è l'unico che sa come farlo. Ha scoperto il modo per controllare il passaggio, ma ha capito troppo tardi il pericolo che rappresentava. Da allora, il Consorzio lo ha cercato, ma lui è riuscito a nascondersi. Se lo troveranno, lo costringeranno ad aprire la porta, e il mondo cambierà per sempre."

Il silenzio calò nuovamente su di loro, spezzato solo dai rumori distanti della foresta e dai passi sempre più lontani dei loro inseguitori. Sembrava che, almeno per il momento, fossero riusciti a sfuggirli.

---

Dopo alcuni minuti di calma, Adrian spense la torcia, lasciando che i loro occhi si abituassero all'oscurità. "Dobbiamo restare qui per un po'. Aspettare che si allontanino."

Eleanor, seduta accanto a Robert, si sentiva sopraffatta dalle informazioni che avevano appena ricevuto. Il Consorzio, la porta, il potere che si celava dietro di essa... tutto questo superava ogni sua immaginazione. Ma una cosa era certa: dovevano fermare il Consorzio prima che fosse troppo tardi.

Dopo diversi minuti, Robert ruppe il silenzio. "E se Hale fosse già nelle loro mani? Se fosse già troppo tardi?"

Adrian scosse la testa. "Se avessero Hale, lo sapremmo. Qualcosa cambierebbe nel mondo, e noi ce ne accorgeremmo. No, credo che Hale sia ancora fuori dalla loro portata. Ma per quanto ancora non possiamo saperlo."

Eleanor si alzò in piedi, con una nuova energia che la percorreva. "Allora dobbiamo trovarlo. Prima che lo facciano loro."

---

Fuori, i passi dei nemici sembravano essersi allontanati. Il buio della notte avvolgeva la foresta, ma ora, all'interno di quel rifugio, c'era una nuova luce: una determinazione condivisa.

"Sì," rispose Adrian con uno sguardo deciso. "Dobbiamo trovarlo. E fermare tutto questo, una volta per tutte."

il labirinto delle Verità Nascoste Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora