la battaglia invisibile

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Capitolo 24: *La Battaglia Invisibile*

Nell'istante in cui Eleanor percepì quella presenza, capì che non era sola nella rete. Il Consorzio, o meglio, le menti che lo controllavano, erano lì, nascoste tra i filamenti di energia. Non era una battaglia fisica, ma un conflitto mentale, invisibile agli occhi umani, in cui la posta in gioco era il controllo assoluto.

Eleanor avanzò tra le linee di luce, cercando di rimanere concentrata. Ma ogni passo verso il cuore della Rete diventava più difficile. Una forza oscura sembrava rallentarla, tirarla indietro. Era come se la rete stessa tentasse di respingerla, intrappolandola nei suoi meccanismi intricati.

Improvvisamente, una voce risuonò nella sua mente. Era bassa, fredda, priva di emozioni. 
“Non puoi vincere, Eleanor. Questa rete esiste da secoli, ed è più potente di quanto tu possa immaginare.”

La voce era inquietante, ma Eleanor non si lasciò intimidire. Continuò ad avanzare, ma ora ogni passo sembrava richiedere un enorme sforzo di volontà. Sentiva la presenza del Consorzio come un muro invisibile che si ergeva di fronte a lei, cercando di bloccare il suo cammino.

Poi vide il cuore della Rete: un nucleo pulsante di energia oscura, circondato da fitte spirali di luce che si avvolgevano su se stesse, formando uno schema complesso e ipnotico. Sentiva il potere che emanava da quel centro, una forza che avrebbe potuto spezzarla se non fosse stata attenta.

“Devi fermarti, o sarai distrutta,” la voce del Consorzio si fece più insistente, quasi rabbiosa. “Questo non è un potere che puoi controllare.”

Eleanor sentì una fitta di paura, ma si ricordò delle parole di Katia. Doveva mantenere la mente stabile e focalizzata, altrimenti la Rete l'avrebbe schiacciata. Respirò profondamente, richiamando tutto il coraggio che aveva dentro di sé, e avanzò ancora di qualche passo.

Poi, come un fulmine, la forza oscura che aveva sentito esplose contro di lei. La sua mente fu colpita da ondate di pressione, una forza invisibile che cercava di piegarla, di distruggerla dall'interno. Eleanor urlò, ma non era un suono fisico; era il grido della sua mente che cercava di resistere a quella violenza.

Ma non era sola.

Adrian. Hale. Katia. Li sentiva. Anche se erano lontani, i loro volti e le loro voci le apparvero nella mente, come una corrente di energia positiva che si opponeva alla morsa oscura del Consorzio.

“Non mollare,” sussurrò una voce familiare. Era Adrian. Anche se lui non poteva davvero essere lì con lei, Eleanor percepiva la sua forza, il suo legame con lei. Era quella connessione che le diede la determinazione per andare avanti.

Con un ultimo sforzo, Eleanor allungò la mano mentale verso il nucleo della Rete. Sentì la resistenza, la rabbia della presenza che cercava di fermarla, ma continuò a spingere, a insistere. Le linee di luce cominciarono a spezzarsi, una dopo l’altra, come fili di seta strappati.

Il cuore della Rete tremò.

“NO!” urlò la voce del Consorzio, disperata. “Se lo fai, distruggerai tutto!”

Ma Eleanor sapeva che non aveva altra scelta. Se non avesse distrutto il cuore della Rete, il Consorzio avrebbe avuto il controllo completo della fonte e di lei. Con un grido finale, riversò tutta la sua volontà contro il nucleo.

Per un istante, ci fu solo silenzio.

Poi, improvvisamente, il nucleo esplose in una luce accecante. Le spirali di energia si dissolsero, e la Rete iniziò a crollare su se stessa, come un castello di carte spazzato via dal vento. La presenza del Consorzio svanì, come un’eco lontana che si perdeva nell’oscurità.

Eleanor crollò mentalmente, stremata, ma sapeva di aver vinto. La Rete era stata spezzata. Ora toccava a Katia e agli altri completare la missione nel mondo reale.

**

Quando Eleanor aprì gli occhi, il cielo sopra di lei era limpido, e la luce del giorno inondava la valle. Adrian era al suo fianco, il suo volto pieno di sollievo. “Ce l’hai fatta.”

Lei sorrise debolmente, ancora scossa dall’esperienza. “Sì, ma non è finita. Dobbiamo assicurarci che il Consorzio non possa più ricostruire quello che abbiamo distrutto.”

Hale si avvicinò, il volto serio ma con un accenno di soddisfazione. “Abbiamo indebolito il Consorzio, ma la loro sconfitta definitiva è ancora lontana.”

Katia annuì, il suo sguardo fisso sull’altare. “Hai fatto la parte più difficile, Eleanor. Ora dobbiamo solo chiudere definitivamente l’accesso alla fonte.”

“E come facciamo?” chiese Adrian, guardando Katia con un’ombra di preoccupazione.

Katia indicò il dispositivo sull’altare, che ora era silente. “C’è un’ultima cosa da fare. Dobbiamo disattivare il flusso energetico e sigillare l’altare. Una volta fatto, il Consorzio non potrà più utilizzare questo punto di accesso.”

Eleanor si sentì sollevata ma anche esausta. Sapeva che c’era ancora lavoro da fare, ma per la prima volta da quando tutto era iniziato, vide una via d’uscita.

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