Prologo

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ZOE'S POV

Mi sveglio con i raggi del sole che entrano attraverso la finestra. Oggi dovrò partire per Milano e abbandonare il paesino nel quale sono sempre cresciuta. Mi alzo dal letto e mi stropiccio gli occhi. Controllo un attimo l'orario: sono le 07:32, ho ancora un po' di tempo. Mi guardo allo specchio: ho due occhiaie enormi sotto gli occhi, meglio coprirle con il correttore. Prima però mi tolgo il pigiama e mi vesto: metto un jeans corto e una magliettina bianca.

Dopo essermi cambiata apro la valigia e prendo la pochette con i trucchi, poi prendo il correttore e lo passo sulle occhiaie, successivamente lo picchietto con la beauty blender. Riposo quest'ultima e il correttore nella pochette e richiudo la valigia.

Prendo il trolley e il mio zainetto, nel quale ho messo il computer, un paio di libri, le AirPods e l'Ipad. Prendo il mio telefono e scendo al piano di sotto, dove trovo mamma e papà in cucina che mi aspettano.

«Ancora non ci possiamo credere che te ne andrai.»
Mi confessa mio padre con gli occhi lucidi.

«Neanch'io, ma ormai ho vent'anni papà, voglio fare le mie esperienze e staccare un po' da Roma.»

«Sì, lo sappiamo, solo che è sarà strano non avere più la nostra Zoe attorno.»
Mi risponde mia mamma.

«Anche per me sarà strano non vedervi più ogni mattina.»
Ammetto con voce rotta.

Oh no, sto per piangere.

«Vieni qui.»
Mi dicono in coro loro due aprendo le braccia.

Io mi butto tra loro due e li abbraccio. Mi mancheranno tanto.

Delle lacrime iniziano a rigare il mio viso. Le asciugo subito con il dorso della mano.

«Dai, andiamo, altrimenti farò tardi.»

«Va bene.»
Annuisce mio papà.

Usciamo di casa e mamma chiude la porta a chiave. Papà nel mentre mette la mia valigia nel portabagagli. Io mi siedo dietro con lo zaino affianco a me, mentre i miei genitori sono davanti: mio padre alla guida e mia madre al sedile del passeggero.

Dopo un quarto d'ora arriviamo all'aeroporto di Fiumicino e scendiamo tutti quanti per un ultimo abbraccio. Qualche lacrima cade di nuovo sulle mie guance ma le asciugo in fretta; non mi piace farmi vedere piangere, anche dalle persone che mi conoscono di più. Dopo poco io lascio un bacio sulla guancia a mio papà e un altro a mia mamma.

«Mi raccomando scrivici quando arrivi.»
Mi dice mia mamma con la voce che trema per il pianto.

«Va bene.»
Rispondo io a bassa voce, quasi sussurrando.

Entro nell'aeroporto. Dopo i soliti controlli riesco a salire sull'aereo; ho il posto vicino al finestrino. Il volo dovrebbe durare un ora e qualcosa. Nel mentre scrivo alla ragazza che sarà la mia futura coinquilina.

Martina

Eii

Io sto per partire, ti scrivo
quando arrivo. Okay?

Va benissimo, così io
vengo a prenderti e poi
andiamo direttamente
a casa

Okayyy

𝐔𝐧 𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐢𝐧𝐚𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐚𝐭𝐨 || 𝓓𝓪𝓷𝓲𝓮𝓵 𝓓𝓪𝓭𝓭𝓮𝓽𝓽𝓪 ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora