16. Perfezione.

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MARTINA'S POV

Ringrazio ancora una volta Simone e gli lascio un altro bacio a stampo.

Scendo dalla macchina e apro il portone di casa.

Prendo l'ascensore e solo quando sono davanti casa mi rendo conto di avere ancora addosso la giacca di Simo. A quel pensiero mi scappa un sorriso.

Apro la porta cercando di fare più piano possibile per non svegliare Zoe, che di sicuro starà già dormendo, dev'essere stato impegnativo il primo giorno di lavoro.

Chiudo la porta di casa e mi tolgo le scarpe, in modo da fare meno rumore. Prendo le scarpe tra le mani ed entro in camera mia. Chiudo anche la porta della mia stanza e lascio le scarpe per terra.

Mi tolgo la giacca di Simone, che appendo ad una stampella in modo da non sgualcirla.

Mi guardo allo specchio: mi devo struccare e cambiare. Nonostante non abbia molta voglia, vado in bagno e mi strucco.

Ritorno in camera, sfilo il telefono dalla tasca del mio jeans e lo poggio sul comodino, mi tolgo i jeans e il top, per poi mettermi il mio pigiama bianco con dettagli rosa, a maniche lunghe, visto che inizia a fare più fresco.

Mi infilo nel letto e in men che non si dica mi addormento.

ZOE'S POV

Mi sono appena svegliata e sento un peso sulla vita.

Giro lentamente la testa e vedo la mano di Daniel, tempestata da tatuaggi, che mi tiene con una presa leggera, ma allo stesso tempo decisa, a farmelo capire sono anche le vene in rilievo. La maglietta sotto la sua mano si stropiccia leggermente. Lui mi trascina più a se, facendo aderire la mia schiena con il suo possente addome.

Non capisco se stia dormendo o meno.

Mi giro verso di lui e mentre lo faccio la sua mano finisce più giù, verso il mio fianco destro. Siamo faccia a faccia. I nostri nasi si stanno sfiorando.

Quella visione di lui addormentato, abbracciato a me, con i ricci scompigliati che gli ricadono sulla fronte e così tranquillo mi fa sorridere.

Oh cazzo, cosa mi sta succedendo? Non mi starà mica iniziando a piacere Daniel, vero?

Vedo le sue palpebre aprirsi piano piano.

«Buongiorno.»
Mi sussurra con la voce ancora impastata dal sonno.

«'Giorno.»
Rispondo semplicemente.

Lui si accorge della mano sul fianco e mi dice subito:

«Oddio scusa, non me n'ero accorto.»

«Tranquillo, fa niente.»
Lo rassicuro io.

Ci alziamo dal letto e io controllo l'ora dal mio telefono, appoggiato sul comodino. Sono le 07:28.

Andiamo in cucina e lui va verso il frigo e tira fuori il latte. Non ci credo che si ricorda che bevo il latte. Lo lascia sul tavolo. Prende poi una tazza e delle Gocciole.

«Ho solo queste, vanno bene?»
Mi domanda indicando il pacco di biscotti.

«Certo, io mangio tutti i tipi di biscotti possibili e immaginabili!»
Esclamo ridacchiando.

𝐔𝐧 𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐢𝐧𝐚𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐚𝐭𝐨 || 𝓓𝓪𝓷𝓲𝓮𝓵 𝓓𝓪𝓭𝓭𝓮𝓽𝓽𝓪 ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora