15. "Grazie Daniel"

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ZOE'S POV

Il mio turno è appena finito, mi tolgo il grembiule che tengo tra le mie mani, saluto il proprietario del ristorante e Lorenzo.

Esco dal ristorante e faccio la strada di casa.

Scorgo con la coda dell'occhio un ragazzo, probabilmente sulla ventina, che faceva la mia stessa identica strada. All'inizio non ci do troppo peso, ma quando vedo che accelera il passo, io faccio lo stesso, prendo il mio telefono e penso un attimo.

Chi chiamo? Lorenzo sta a lavoro, Martina e Simo sono a cena, Aurora mi aveva detto che andava a dormire presto visto che aveva il turno a lavoro, Riccardo invece non so cosa stia facendo. Mi rimane solo un'ultima persona da chiamare, che anche se sta già dormendo non mi importerebbe.

Faccio partire la chiamata e dopo pochi squilli lui mi risponde.

DANIEL'S POV

Stavo guardando Dirty Dancing quando mi arriva una chiamata, svogliato, guardo chi è. Quando vedo il nome di Zoe lascio fare un paio di squilli e poi rispondo.

«Zoe perché mi chiami?»
Sbuffo io.

«Amore! Tra poco arrivo a casa, scusami se ho fatto tardi.»
Mi dice lei dall'altra parte.

Amore? Ma cosa? Oh merda!

«Zoe dove sei? Ti vengo a prendere.»
Domando preoccupato.

«Sono vicino al Lidl. Tra poco arrivo, tranquillo.»

«Arrivo! Non chiudere la chiamata. Per favore!»
Esclamo io.

«Va bene.»

Metto in pausa il film, prendo le chiavi della macchina e scendo con il telefono in una mano e le chiavi nell'altra.

«Sono appena entrato in macchina, due minuti e sono da te.»

Metto in moto l'auto, non mi metto neanche la cintura di sicurezza per non perdere tempo e appoggio il telefono con il vivavoce sul sedile.

«Sto arrivando, tranquilla.»
La avviso io.

In poco tempo sono davanti al supermercato. La cerco e subito la riconosco, un po' più indietro di lei c'è un ragazzo, che in questo momento prenderei a botte. Zoe si guarda intorno e quando mi vede con la macchina dice al telefono:

«Non serviva che venissi!»

«Sali.»
Le dico io.

Lei chiude la chiamata, io prendo il telefono mettendolo nel cassetto portaoggetti. Zoe entra in macchina. Chiude la portiera e fa una cosa che non avrei mai pensato: mi abbraccia. Mi stringe così forte da farmi mancare il fiato. Lei inizia a piangere.

«Grazie Daniel.»
Mi ringrazia tra un singhiozzo e l'altro.

Io le prendo il viso tra le mani e le asciugo le lacrime.

«Tranquilla ci sono io ora.»
La rassicuro.

Lei mi abbraccia un'altra volta dicendomi:

𝐔𝐧 𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐢𝐧𝐚𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐚𝐭𝐨 || 𝓓𝓪𝓷𝓲𝓮𝓵 𝓓𝓪𝓭𝓭𝓮𝓽𝓽𝓪 ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora