Capitolo 34

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LAUREN POV

Aprii gli occhi e fui colpita da un piccolo raggio di luce che entrò dalla fessura della finestra. Sospirai stanca e mi rigirai nel letto. Non uscivo da questa stanza da cinque giorni. Quello che era successo alla festa mi aveva scosso, ho visto lo sguardo di Camila mentre andavo via, era ferito, deluso e confuso. Lo immagino perfettamente, so che è comprensibile si sia sentita in quel modo, ma non ho nemmeno io una spiegazione razionale e concreta di quello che è successo, so solo che un minuto prima ero felice e ballavo spensierata con i miei amici e la mia ragazza e quello dopo stavo picchiando a sangue un ragazzo per averci provato con la mia fidanzata.

Non so cosa mi è preso. Provavo rabbia e in quel momento non riuscivo a fermarmi, la vista di quel tipo su Camila mi ha fatto saltare i nervi, la guardava sorridente e ha pure avuto il coraggio di fissarle una parte intima. Schifoso pervertito. Mi ha mandato in bestia, tuttavia riconosco di aver esagerato, non ho mai sbottato in quel modo, con il senno di poi mi sono resa conto di essermi comportato male, tuttavia sono rimasta della mia opinione che quel tipo ci stesse provando con lei, e questo non mi va giù.

Camila ha provato a cercarmi, io però l'ho ignorata, da un lato avevo e ho paura di quello che potrebbe dirmi, che mi lasci, mentre dall'altro sono un po' offesa che lei fosse così cortese con un ragazzo che ci stava palesemente provando.

So di aver esagerato, lo so benissimo, ed è per questo che sono terrorizzata che voglia lasciarmi. Mi ha telefonato e mi ha messaggiato, è anche venuta a cercarmi in stanza, io ho finto di non esserci o di non voler parlare, facendo un grande sforzo per ignorarla.

Sia Zayn che Normani hanno provato a parlarmi ma io non ho aperto bocca con nessuno dei due, nonostante il primo sia a conoscenza, almeno in parte della mia "situazione". Forse so a cosa è legato tutto ciò, al fatto che non ho più preso le mie pillole, anche quando il medico aveva sconsigliato di smettere con la cura, ma ero stanca di sentirmi malata e pazza, così ho smesso, e queste potrebbero essere le conseguenze.

"ti prego rispondimi" diceva il suo messaggio trattenni il respiro e lo lasciai uscire piano piano, mi costava tanto non risponderle. Mi mancava un sacco, avrei tanta voglia di abbracciarla e stringerla a me per non staccarmi più.

Mi alzai svogliatamente dal letto e mi diressi in bagno, dove mi lavai la faccia, per poi tornare in stanza e rollarmi una canna. In questi giorni avevo iniziato a fumare molto spesso, aiutava a calmarmi. Mi tranquillizzava.

Mi stesi a letto e una volta infilate le cuffie feci partire la mia playlist chiudendo gli occhi. Restai così per qualche ora, fumando una canna dopo l'altra, quando arrivata alla terza decisi di smettere e di passare alle sigarette.

Sentivo la testa girare lentamente e avevo la vista offuscata, vedevo puntini davanti agli occhi e mi sembrava di sentire una strana sensazione, come se avessi tutti i sensi amplificati, poi la testa iniziò a pulsare, come se avessi dei martelli che continuano a colpirmi senza fermarsi. Sentii il conato di vomito iniziare a risalire così corsi in bagno e mi inginocchiai di fronte al water per poi vomitare poco dopo.

"oh mio dio Lauren, cosa è successo?" sentii una mano appoggiarsi sulla mia schiena e i miei capelli venire raccolti, era Normani

"vattene" dissi prima di venire colpita da un altro conato e piegarmi in avanti

"non ti lascerò qui da sola in questo stato" cercai di allontanarla da me ma mi prese per le spalle e mi guardò con sguardo severo
"smettila Lauren, adesso. Mi hai capito? Ti stai comportando da bambina immatura. Guarda come ti sei ridotta invece di andare a parlare con camila e risolvere. E non provare a dire che c'è l'hai con lei perché sei tu che hai sbagliato Lauren, quel ragazzo non aveva fatto niente di male, lo sai bene anche tu in fondo, solo che tu sei gelosa e ci sta oke, non sto dicendo che è sbagliato, però in quel caso hai esagerato, sei arrivata addirittura ad alzare le mani, e anche se non nei confronti di camila, so che non lo faresti mai, è grave comunque, molto. Quindi datti una svegliata e rimettiti in piedi, ora" mi alzai e mi rinfrescai la faccia e la bocca. Mi appoggiai al lavandino e guardai il mio riflesso sullo specchio.

"non so cosa mi sia successo" mentii almeno in parte, un'idea ce l'avevo

"magari hai bevuto troppo e ti sei lasciata trasportare, però devi parlare con Camila e scusarti, soprattutto per essere sparita e averla ignorata questi cinque giorni" io annuii, poi lei sospirò e ritornò in stanza.

Non sono io questa, mi sto di nuovo lasciando trasportare dalle emozioni. Mi feci una doccia veloce e mi cambiai i vestiti, poi misi i quaderni e i libri nella cartella e uscii dalla stanza dirigendomi a lezione.

Dopo qualche ora, finite le lezioni, mi alzai per tornare in camera quando venni fermata da una voce, una voce che conoscevo molto bene.

"Lauren aspetta" chiusi gli occhi e sentii una mano posarsi sul mio braccio, mi voltai e vidi Camila in piedi di fronte a me, aveva le occhiaie e sembrava stanca

"ciao"

"ciao, come stai?" domandò con voce tranquilla, non sembrava troppo arrabbiata

"bene, credo. Tu?" chiesi analizzando il suo volto

"sono stata meglio" abbassò lo sguardo sui suoi piedi e mi sentii il petto stringere, era tutta colpa mia
"come mai mi hai ignorata?" stetti in silenzio, poi dopo qualche secondo di risposi

"non me la sentivo di parlarti" annuí in silenzio
"ora torno in camera" la avvisai

"d'accordo, ci vediamo però vero?" chiesi con tono supplicante

"certo, ci vediamo in giro" le rivolsi un piccolo sorriso che ricambiò e mi voltai ignorando il senso di colpa che cresceva nel petto, sapendo che molto probabilmente non mi sarei fatta sentire.

È Bastato uno Sguardo - CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora