Capitolo 15

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LAUREN POV

Erano passati due giorni dal nostro primo appuntamento, andato tutto a meraviglia e ora ci trovavamo nella mia camera distese sul letto a scegliere che film guardare.

"te cosa hai voglia di vedere?" chiesi voltando la testa verso destra guardando Camila appoggiata alla mia spalla

"mi va bene tutto" rispose con gli occhi ancora chiusi

"ti va se guardiamo un horror? Magari The Conjuring? accarezzai i suoi capelli delicatamente e la sentii rilasciare sospiri

"va bene" mi alzai dal letto, presi il PC e ritornai nella posizione di prima con una bruna ancora più stretta a me.

Durante il film per la maggior parte del tempo teneva gli occhi chiusi e si stringeva al mio petto per non guardare le scene più spaventose mentre io ridevo ogni volta che lanciava un urletto per i vari jumpscare del film.

"mai più horror" una volta finito si alzò e si stiracchiò

"ti va se vado a prendere qualcosa da mangiare al bar qui di sotto?" proposi

"questa è un ottima idea" disse toccandosi lo stomaco che borbottava, facendo a scoppiare a ridere entrambe

"hamburger e patatine?" guardai il menù sul sito internet e lei annuì
"torno subito" le lasciai un veloce bacio a stampo e uscii dalla stanza scendendo le scale.

Durante il tragitto mi scontrai con qualcuno, e solo quando alzai lo sguardo notai chi era.

"guarda chi si rivede" l'amico di Camila, Shawn mi guardava torvo

"potrei dire lo stesso di te" replicai imitando la sua stessa espressione, dopo qualche secondo sbuffò e ricominciò a parlare

"senti, nonostante tu non mi stia per niente simpatica, riconosco di non avere il diritto di parlare di cose di cui non so praticamente niente" alzai le sopracciglia

"dovrei ritenere queste parole una sorta di scuse?" domandai confusa e sorpresa allo stesso tempo

"sì, ma solo perché me l'ha chiesto Mila, fosse per me non ti parlerei nemmeno" sputò con ira negli occhi che iniziò a darmi sui nervi, ma chi si crede di essere

"puoi anche farlo, a me non frega niente di te" la mia voce cominciava ad assumere toni rabbiosi

"a me però interessa di Mila, non voglio che resti male per una persona come te, tu sei tossica, fredda, e a tratti violenta, sei possessiva, non ha bisogno di te" quelle parole mi arrivarono dirette al cuore e anche se dette da una persona di cui non mi fregava nulla faceva male

"ma chi cazzo ti credi di essere per venire qui e giudicare, ancora, allora sei proprio un'idiota, non sai un cazzo di me, sei solo un coglione che frienzonato dalla sua migliore amica non sopporta che lei abbia trovato qualcuno" mi avvicinai a lui fino ad essere faccia a faccia

"non sono geloso, non mi è mai piaciuta Mila in quel modo, sono solo preoccupato che ci sia una persona come te accanto a lei" sputò, stavo seriamente per perdere il controllo e iniziare a picchiarlo, invece decisi di voltarmi e continuare per la mia strada
"scappa dalla verità" urlò dietro di me e io riposi con il dito medio.

Avevo il cuore che andava a mille, stava per scoppiare nel mio petto, la testa faceva un male cane e le mani formicolavano. Uscii fuori in cortile, per cercare un po' di freddo sollievo ma non sembrava funzionare tanto, provai a fare respiri profondi ma niente. Le sue parole continuavano a ronzarmi in testa.

tossica

fredda

violenta

possessiva

"non sono una brutta persona" parlai all'aria e a me stessa, la mia voce era strozzata, dopo iniziai a piangere e a singhiozzare, mi mancava quasi il respiro e parole che avrei voluto dimenticare mi tornarono alla mente come un tornado.

"lo sai perché ti faccio questo, sei stata una cattiva ragazzina, meriti di essere punita"

"basta, smettila" gridai e mi accasciai per terra.

Dopo una mezz'ora circa con gli occhi ancora rossi e gonfi dal pianto e le guance bagnate mi diressi al bar, comprai i panini, sotto lo sguardo stranito del commesso a cui rivolsi un' occhiata che diceva "fatti i cazzi tuoi" e me ne tornai in camera. Una volta aperta la porta mi trovai Camila che andava avanti e indietro per la stanza e una volta notatami saltó addosso, quasi facendomi cadere il cibo per terra. Posai la borsa d' asporto sul mobile accanto all'entrata e la strinsi fra le mie braccia, nascondendo la testa nell'incavo del suo collo.

"dove sei stata? è passata più di un'ora, mi stavo preoccupando, non hai risposto ai miei messaggi" si staccò da me e mi guardó in faccia, e cambiò la sua espressione in preoccupazione
"oh mio dio, cosa è successo, perché stai piangendo?" asciugò le lacrime sulle mie guance con i suoi pollici

"tu non pensi io sia una persona tossica vero? O violenta, fredda e possessiva" tirai su con il naso

"assolutamente no Lolo, non sei niente di tutto questo, qualcuno ti ha detto queste cose?" domandò arrabbiata

"mi sembra di non essere alla tua altezza Camz, sei troppo buona per me" sviai la sua domanda, non volendo creare altre discussioni con uno dei suoi migliori amici, anche se era un totale stronzo

"ei, non pensare nemmeno per un attimo questa cazzata, tu vai benissimo per me, sei dolce, affettuosa, sei gelosa di me, mi fai ridere e mi coccoli, cosa potrei desiderare di più" alzò le sopracciglia e scoppiai a ridere con lei

"ci tengo tanto a te Camz, dico davvero, non ti farei mai del male" dissi fissandola negli occhi e la strinsi più vicino a me

"lo so Lolo, non preoccuparti, anche io tengo molto a te e voglio fare le cose per bene" io sorrisi in risposta

"anche io" risposi poi mi avvicinai e la baciai, prima dolcemente, poi chiesi l'accesso per entrare e inizia a invadere la sua bocca con la mia lingua, assaggiando ogni angolo, la feci indietreggiare con le mani sui suoi fianchi e la feci distendere nel letto, lei aveva le mani nel mio collo e tirava i miei capelli facendomi sospirare di piacere, una volta posizionata in mezzo alle sue gambe scesi con le labbra sul collo, dove lasciai dei baci sul punto sensibile dietro all'orecchio, sentendola gemere in risposta, succhiai la pelle e lasciai una macchia violacea su di lei, iniziai poi a baciare il suo petto e il suo seno da sopra la maglietta, dopo la presi con le mani e gliela sfilai, baciando il suo sterno, le sue clavicole e scesi sul suo stomaco, morsi i suoi fianchi, ritornai poi su sui suoi seni e lasciai baci sulla pelle scoperta, lei mi tirava i capelli e quando stavo per sganciare il suo reggiseno la sentii chiamarmi.

"Lauren" posò le mani sulle mie spalle così mi staccai e la guardai confusa

"cosa?" domandai alzando le sopracciglia

"non credo sia opportuno farlo ora, insomma non che io non voglia, anzi sono abbastanza eccitata se devo essere sincera, ma vorrei davvero fare le cose bene con te e fare sesso adesso, dopo quello che è successo non mi sembra corretto" mi resi conto in quell'istante di quello che stavo facendo

"cazzo, hai ragione, scusami, non so cosa mi sia preso, davvero mi dispiace tanto, anche io voglio fare le cose bene, dico sul serio" mi alzai dal letto e le porsi la sua maglietta che rimise

"tranquilla, eri un po' frastornata, in ogni caso appena ti ho chiamato ti sei fermata, non preoccuparti" appoggiò una mano sulla mia, intrecciò le dita e mi riportò di nuovo a letto, mi distesi e appoggiai la testa sul suo petto, mentre lei mi faceva i grattini sulla testa e sulla schiena da sotto la maglietta.

"mi piaci proprio tanto cazzo" sospirai con la bocca premuta sul suo seno, lei scoppiò a ridere

"anche tu"

È Bastato uno Sguardo - CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora