34. IL NUOVO CAPO

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Abad resta ammutolito. Ciò che ha appena appreso l'ha lasciato davvero senza parole.

«Io_ io non lo sapevo. Non avevo idea che...», balbetta lui ma la voce assordante di Norma, attraverso il telefono portatile, interrompe ogni sua giustificazione.
«Rischia di ammazzare persone innocenti! Torni immediatamente in quell'ufficio e disattivi quella bomba!», sbraita lei agitata come non mai.
«Ma_ io non so se riuscirò ad arrivare in tempo!», ammette lui gesticolando appena.
La situazione sembra essere davvero complicata adesso...

°°°°°

In quell'ufficio, intanto, sono rimasti solo Victoria e Cristian.
I camerieri stanno già smantellando tutti i carrelli del catering per liberare la stanza.

«E, allora, ti piace il tuo ufficio?», domanda lei mentre il giovane si accomoda per un attimo a quella che dovrebbe essere sua postazione.
«Sì, mi piace! Mi sembra perfetto!», annuisce lui guardandosi attorno.
«Comunque, volevo dirti che oggi ho apprezzato molto la maniera in cui hai saputo risolvere la situazioni con quei due dipendenti...», ammette lei con un mezzo sorriso.
«In fondo , non era un problema poi così complicato...», osserva lui «Ora, però, vorrei conoscere nei dettagli il funzionamento dell'azienda!», aggiunge poi.
«Da 5 anni dirigo tutto io!», inizia col dire lei.
«Sì, questo lo so!», annuisce lui.
«José Flores è un ottimo ragioniere e devo dire che tutti i miei collaboratori sostituiscono degnamente Julio Garcia nell'amministrazione!», continua lei.
«Sì, certo, va benissimo. Però, ti devo dire che comunque ci sono alcune cose che non mi piacciono!», osserva lui mettendosi nuovamente in piedi.
«E cioè? Dimmi quali sono e vediamo subito di sistemarle!», assicura lei tenendo gli occhi ben puntati su di lui.
«Bene, tanto per cominciare, mi riferisco a problemi come quello dei due ragazzi di oggi, coinvolti in quella lite. Beh, io non voglio occuparmi di queste cose., sinceramente! Piuttosto, io intendo concentrarmi solo sulle cose veramente importanti per quest'azienda!», puntualizza lui.
«Non so se la signora Patricia rinuncerà ad occuparsi della strategia aziendale, però!», informa lei.
«A me non interessa quello che vuole la signora Patricia! Lei non deve più intromettersi nelle decisioni di questa casa editrice (se vuole mantenere il suo incarico del tutto formale nel consiglio di amministrazione)!», sbotta lui risoluto.
«Ah, Cristian, per favore, sii ragionevole!», sospira lei con tono rassegnato «Patricia non ha un incarico "formale". Lei è la "vicepresidente"! Ciò significa che, se tu dovessi rinunciare, lei assumerebbe la presidenza effettiva! Lo capisci questo?», puntualizza poi cercando di farlo ragionare.
«Sì, ma io non ho nessuna intenzione di "rinunciare"! Si sbaglia di grosso se qualcuno pensa una cosa del genere», puntualizza lui.
Victoria abbassa lo sguardo sorridendo rassegnata.
Il suo sguardo ricade casualmente su un carrello del catering che, molto probabilmente, lo staff ha dimenticato lì.

«Oh, quelli del catering hanno dimenticato un carrello...», osserva infatti lei «Vado a dire a Nelly di avvisarli subito!», aggiunge poi scuotendo la testa.
Fa' per uscire dall'ufficio, ma Cristian la blocca subito.
«Ah, aspetta, Victoria! Voglio vedere il tuo ufficio!», ordina lui.
«Ma l'hai già visto!», sorride lei facendo spallucce.
«Sì, ma non l'ho misurato!», controbatte lui.
«Come, scusa?», domanda lei inarcando un sopracciglio.
«Beh, voglio vedere se c'è abbastanza spazio per Claudia!», afferma lui.
«Che cosa??? Vuoi che quella stia lì?», sbotta lei cambiando subito espressione.

«Che cosa??? Vuoi che quella stia lì?», sbotta lei cambiando subito espressione

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