quattro

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Ero nella camera azzurra con Daniele, Alessio e Luca. Alessio mi aveva chiamato per un parere su una coreografia e poi quando sono arrivati gli altri, Daniele ha intavolato una conversazione chiedendo cosa si fossero portati da casa

"Questo sono io che suono una pianolina, io che ballo e io che gioco a calcio" dice Luca, attaccando le proprie foto alla parete.

Osservo le foto mentre sono a gambe incrociate, mentre il ragazzo continuava a parlare

"Queste cose le facevo tutte e tre contemporaneamente. Ballavo, cantavo e giocavo allo stesso tempo"

Dice divertito, continuando a frugare nella sua valigia
"Io voglio vedere gli oggetti" comincia il ballerino di Hip hop al mio fianco, lasciandomi portare lo sguardo sul ragazzo
"Che oggetti hai portato?"

"Ho portato questo" dice, tirando fuori una stellina a carillon, tirandone poi leggermente la corda
"Mia madre si è inventata una storia, cioè che io ho iniziato a suonare perché quando ero nella pancia lei lo metteva qui" dice, poggiandoselo sul ventre
"E mi faceva sentire questa musichetta"

"Che tenero che sei" dico serie, rivolgendogli un sorriso sincero

Ci guardiamo un secondo sorridendoci, poi si scuote dal suo stato e continua a mostrare ad alessio ciò che si è portato dietro

"Da lì è nata anche la canzone per Alice?" domando ridendo, vedendolo sgranare gli occhi

"Periodo buio, non ricordiamolo"
dice alzando le spalle, continuando ad illustrarci la sua chitarra in condizioni decisamente discutibili

Dopo che anche Alessio ci ha parlato della sua famiglia e dei suoi oggetti importanti decidono di spostare su di me l'attenzione

Deglutisco, cercando una scusa.
Non mi va di parlarne ora

"Starei a parlare per ore con voi, ma ups, devo andare a lezione"
Non so se ho effettivamente lezione, ma una sala libera ci sarà per provare la coreo, no?

Mi alzo dal letto e saluto i due ballerini, poi mentre so per uscire Luca mi ferma sulla porta
"A me non saluti?" domanda

"Vuoi essere salutato?" domando divertita e ironica alzando un sopracciglio.

Per fortuna capisce quando scherzo, trovare qualcuno che non abbia senso dell'umorismo è al quanto imbarazzante

"Si!" esclama sicuro di sé.
Alzo gli occhi al cielo, fingendomi annoiata, poi mi alzo sulle punte e gli lascio un bacio sulla guancia, sussurrandogli un timido a dopo

Lascio la casetta in silenzio, afferrando una mela e mi dirigo in sala.
Sono le quattro, ho intenzione di rimanere in sala finché non ho davvero lezione

[ ... ]

"Vabbè raga è un tema praticamente" commenta Daniele, dopo aver finito di leggere ciò che la produzione di amici ci ha mandato

Dobbiamo scrivere su un quaderno ciò che significa per noi essere entrati ad amici ed aver avuto il banco

"Che colore vuoi?" mi domanda Luca, che fino al quel momento era rimasto seduto vicino a me

Questi giorni stiamo stringendo tanto, non pensavo di creare subito con qualcuno questo rapporto.

Ovvio, non siamo arrivati al punto di parlare delle nostre cose privatissima ma mi piace passare tempo con lui

"Volevo il blu, ma a quanto pare sono finiti" dico, passando la mano tra i quaderni

"Tieni, prendi il mio. Io ne troverò un altro che mi piacerà"
alza le spalle, mettendomelo davanti agli occhi

"No Lu, stai facendo già troppo per me in questi giorni" dico

"Darti il quaderno non è comparabile ad averti asciugato le lacrime per uno stronzo. Prendi questo quaderno e basta"
commenta sorridente.

Lo guardo, poi butto un occhio nella cesta dei quaderni "Oh! Guarda che carino il lilla, prendo questo"

Lui ride, non sapendo più come rispondermi
"Sei incommentabile" dice guardandomi negli occhi, con un sorrisone sul viso

Cominciamo a guardarci senza parlare.
Siamo talmente presi dagli occhi dell'altro che nessuno dei due si accorge che ci stanno richiamando per dividerci e andare a scrivere

Esco in giardino stretta nella mia felpa e mi poggio a un albero, cominciando a picchiettare la penna sul foglio

"Amici, 5 lettere, un unico grande significato.
Cosa provo stando qui dentro? Non lo so ancora, ma sicuramente sono felice.
Sono consapevole che c'è ancora tanto da lavorare e da migliorare, ma sono anche consapevole che stare qui dentro significa che non sono così poco brava come penso, e come mi hanno fatto sempre pensare. Significa che il mio sogno, finalmente si è realizzato.
Significa che adesso posso fare vedere a tutti chi sono, che tutti gli sforzi che ho fatto non sono e non saranno mai vani
Significa renderti fiero di me, papà.
significa rendere me stessa, orgogliosa di me stessa.
- Beatrice"

Chiudo la copertina del quaderno e rientro, mettendo la penna della ciotola in cui solitamente le teniamo

"Hai già finito?" domanda ridendo Rebe, mettendomi un braccio sulle spalle .
Annuisco solamente, andando verso il frigo

"Hai qualche idea su cosa posso cucinare stasera?" dico, cercando di trovare un'idea con ciò che è nel frigo

"Cosa c'è?" domanda

"Ci sono le cotolette, l'insalata, i pomodorini, gli hamburger e poi le patate. C'è la pasta ma non penso sia l'ideale alle 9 di sera"

"Fai le cotolette e gli hamburger, le metti al cento e chi prima arriva meglio alloggia" conclude, mentre penso che il suo ragionamento ha senso

Lei si alza, controllo l'orologio.
Sono le 8, meglio cominciare

Sono sola a cucinare, mi fa strano

"Vuoi una mano?" domanda Luca, arrivando con Diego

"Tranquilli non serve" dico alzando le spalle e prendendo l'olio da dentro alla credenza

"Allora starò qui a parlare con te, così non sei sola" alza le spalle ridendo, mettendo una mano sotto al mento

Lo guardo sorridendo mentre mi guarda, noto che Diego ci guarda, facendo saettare lo sguardo da me a lui

"Io me ne vado, sta diventando imbarazzante"
dopodiché, io e il ragazzo rimaniamo fermi a guardarlo mentre esce. Appena i nostri sguardi si rincrociano scoppiamo a ridere, scuotendo contemporaneamente la testa

𝐏𝐇𝐎𝐓𝐎𝐆𝐑𝐀𝐏𝐇 | Luk3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora