diciassette

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"Dove sei con la testa?" domanda la Celentano, mentre si poggia allo stipite della porta

Mi piego sulle ginocchia mentre bevo

Oggi non riesco a ballare, è peggio di quando ho la febbre
"Scusi" dico affannata, buttando la bottiglia al mio fianco

"Scusi, non collaborerà a farti arrivare alta in classifica, Bea. Devi lasciare i tuoi problemi fuori dalla sala"

Fosse facile

"Adesso alzati, cerca di ripeterla bene per due volte, poi va a casa e ci vediamo domani"
annuisco, andando a mettermi in posizione

Cerco di concentrarmi al massimo, parte la base, provo a ballare senza pensare a niente

Sembra che ci stia riuscendo, quando non mi trovo schiantata contro il pavimento.
Per fortuna ho allungato le mani
Altrimenti più che fare la puntata avrei messo i punti

La maestra si toglie gli occhiali e sospira mentre mi massaggio il polso leggermente dolorante

"Va a casa, non sei nella condizione di lavorare oggi. Domani cerca di venire con una testa diversa, non voglio sospenderti la maglia sulla base di ciò che ho visto oggi"

Lascia la sala per prima, senza darmi la possibilità di risponderle

Annuisco a me stessa, prima di recuperare le mie cose e correre in sala relax

Trovo Trigno, Gabriel e Luca.
Per quanto io in questo periodo non sopporto il terzo, decido di sedermi con loro

"Che hai fatto?" domanda il primo, osservandomi

"Niente, non riesco a ballare.
La Celentano mi ha mandato via dalla sala"
continuo, guardandoli

"Vuoi parlare con qualcuno?" domanda Gabriel.

Il mio sguardo cade sul ragazzo più piccolo

Già, le sere che passavamo insieme a parlare

"Voglio solo andare a casa e piangere, magari mi libero un po'" dico sospirando portando la testa sulle mani

"Vuoi compagnia?"

Alla domanda di Luca annuisco leggermente
"Andiamo allora" chiede alzandosi

"Se devi tornare a casa apposta per vedere se arrivo viva e non mi fermo a piangere fuori come ho già fatto puoi stare tranquillo qui"

"Guarda che se non vuoi puoi anche dirmi di no" commenta, alzando le spalle e prendendo tra le mani il suo plico con le assegnazioni

"Se non avessi voluto ti avrei detto già di no.
Ma tieniti a un metro di distanza" dico, per poi avvicinarmi alla porta per aspettarlo

"Tu mi farai uscire pazzo un giorno di questi" commenta con una piccola risata.

Nascondo la mia risata con uno sbuffo.
Inutile, finché sarò con lui sorriderò sempre

Usciamo dalla sala salutando i due ragazzi e cominciamo a camminare in silenzio e distanti per raggiungere la casetta

"Sai, non pensavo che avresti rispettato davvero il metro di distanza"
dico con un sorrisino sul volto, guardandolo

"Guarda che se vuoi posso venire più vicino" dice guardandomi

"Scemo" dico ancora, stringendo con fermezza la borsa tra le mani

Camminiamo in silenzio, ogni tanto ci guardiamo un po' ma niente di più

Sono arrabbiata ma non vorrei essere arrabbiata

È una situazione un po' particolare

Stavo per entrare per prima, seduta da lui, quando si ferma strisciando i piedi per terra, come se volesse costringermi a guardarlo

"Pensi che torneremo mai come prima?"
domanda timidamente, mettendosi le mani in tasca

"Vuoi la verità o ciò che dice la rabbia?" domando ancora, lui sta per rispondermi ma la porta si apre

"Oh! Ciao raga" Daniele, esce con due buste piene di plastica in mano e le lascia velocemente vicino all'ingresso

"Ciao!" esclamo io, osservandolo mentre è tutto indaffarato

Lui si volta per andarsene, noi retiamo ancora fermi a guardarci
"Voi non entrate?" domanda il mio compagno di squadra

Sospiro leggermente, Sportando gli occhi da uno all'altro
"Si! Arriviamo"

Mi dileguo velocemente, lasciandolo li solo

Entro, poi sento dopo una decina di secondi la porta chiudersi, ma non me ne preoccupo.
La doccia è più importante ora

***

LUCA'S POV

Mi siedo sul divanetto presente in cortile e Alessio e Diego che mi guardano

"Sono un coglione" dico di punto in bianco, mentre mi passo le mani sul viso

"Sei un coglionazzo, che è diverso" commenta il primo, con la sua bottiglietta di Estathè tra le mani

"Ed è anche peggio" si attacca il mio amico

"L'ho persa per sempre" dico sospirando, cercando di non scoppiare in lacrime.

Quante lacrime ho versato per lei in questi giorni? Tante, troppe per contarle

"Non l'hai persa, fidati di me" commenta Diego, osservsndomi attentamente

"È arrabbiata, devi trovare il modo di fargliela passare. O aspetti, o la sorprendi"

"E come la sorprendo? Se le dico che sono innamorato di lei secondo me scappa ancora di più"

"E questo penso sia vero" il mio compagno di stanza parla e io sbuffo

"Ci penseremo poi Bro, fino a domenica lei cambierà idea" riprende sempre il riccio, mettendomi una mano sulla spalla

"Io vi giuro raga, ogni mattina mi sveglio e spero che sia solamente un bruttissimo incubo, poi mi sveglio e mi accorgo che è reale come cosa. Allora mi viene voglia di sbattere la testa al muro e poi andare da lei e dimostrarle le mie pazzie d'amore"

Commento cercando di sorridere, notando con la coda dell' occhio che è entrata in cucina con indosso un pantalone di tuta e un top verde a manica lunga

"Smettila fra', mo se ne accorge anche lei che la stai guardando" dice ridendo Alessio

"È bellissima ed un tempo era mia, come faccio a guardarla senza innamorarmi di nuovo?"
domando retorico, mettendo una mano sotto il mento e osservandola mentre ride con gli altri, esattamente come qualche giorno fa faceva con me

𝐏𝐇𝐎𝐓𝐎𝐆𝐑𝐀𝐏𝐇 | Luk3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora