Stavo in sala 2 che avevo bisogno di ripensare un po' alla cover di ieri e alle parole di Gigi, questa notte avrò riascoltato la mia esibizione almeno 100 volte e adesso in sala ne ho provate altrettante, stavo bevendo e riprendendo fiato quando ho sentito dei passi pesanti e grazie alla porta non chiusa ma solo appoggiata, ho visto la figura di Diego dirigersi nella sala Relax, avvicinandomi alla porta potrei giurare di averlo sentito dire "fra che cazzo fai" e poi aprire la porta soffocando un sospiro, d'istinto lo seguo, non lo conosco bene, quindi non so se in un momento di difficoltà sia il tipo di persona che vuole stare da solo, però non mi sentirei con la coscienza apposto a lasciarlo lì da solo.
Mi richiudo la porta della Relax alle spalle ma lui è già entrato in bagno e devi avermi sentito, perché cerca di calmare i singhiozzi e di rallentare i respiri, senza riuscirci troppo. "Ei" dico verso il bagno, ma cercando di stare a distanza per non metterlo più in difficoltà, lui esce dal bagno con gli occhi un po' gonfi e rossi e strisciandosi dietro i piedi, mi guarda e ricambia "Ei" "Vieni qua Die" lo abbraccio finché non è lui che decide di prendere le distanze "devo andare a lezione" e si avvia verso la porta, decido di fare qualcosa "Diego" lui si ferma sul posto e gira la testa verso di me "io non so cosa vuol dire essere conosciuto sui social, però fai si che sia un punto di forza, non pensare che questo tuo essere conosciuto possa schiacciarti, tu prima di essere Diego Lazzari trattino basso sei Diego" mi guarda, si asciuga l'occhio prima che possa fuoriuscire una lacrima "Grazie Isy"
Passo tutta la giornata a cucinare, mettere apposto, correre al tapis roulant, cantare, o ascoltare la musica quando viene Alessio fuori nel posto in cui ero "Isy ti lascio il telefono qua, hai i tuoi 20 minuti" "Oh grazie Ale" prendo il telefono in mano, lo accendo, rispondo qualche messaggio di supporto che mi inviano, le mie dita si muovono autonomamente e cliccano la rubrica, ma solo ora mi rendo conto che non ho nessuno da chiamare, nessuno con cui messaggiare, nessuna famiglia, nessun parente, nessun amico, nessuno. Quindi lascio il telefono sul tavolino e mi lascio cullare dall'aria fresca e del suono dei grilli, chiudo gli occhi, ma qualche lacrima riesce a fuoriuscire e quando sento la porta riaprirsi so che dovrei nascondermi, nascondere questo lato di me, ma non ho le forze, quindi posso solo sperare sul fatto che non se ne accorga, quando sento una voce familiare dire "Alessio mi ha detto di portarti il caricabatterie che si era dimenticato" rispondo con un filo di voce "Grazie Luca" ma non sento altri passi, se ne deve essere accorto "Ei Belle che è successo?" "Niente tranquillo" dico ancora ad occhi chiusi, eppure sento che si avvicina, fino ad accovacciarsi proprio davanti a me, mi posiziona le mani sulle ginocchia "Non usi il telefono?" "E per fare cosa?" "Non so, chiamare casa?" "A casa non ho nessuno da chiamare" apro gli occhi, il suo viso è illuminato da una luce fioca, che ne esalta la freschezza "In che senso Bella?" "Nel senso che non ho nessuna che voglio chiamare, e nessuno che vuole essere chiamato da me" mento, io vorrei chiamare casa, quantomeno i miei fratellini, per chiedergli come stanno, che sport gli piace, se hanno la fidanzatina, se si ricordano di me, ma non posso. "Se non ne vuoi parlare dimmelo e sto qui accanto a te in silenzio per tutto il tempo che vuoi" annuisco mordendomi il dentro della guancia e lui si siede proprio accanto a me "E allora stiamo qui" e questa volta sono io, che gli porgo la mia cuffietta, e stiamo così in silenzio, per non so quanto tempo, ma dopo un po' apro gli occhi, devo essere stata in quella posizione, con la testa appoggiata sulla spalla di Luca, perché mi fa leggermente male il collo, mi allontano leggermente per guardarlo, ha gli occhi chiusi e la bocca leggermente semiaperta, abbozzo un sorriso e mi rimetto nella posizione in cui ero, sento il cuore un po' più leggero.

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Duetto di cuori -Luk3
FanfictionIsabelle Macini è una ragazza con una passione forte: la musica. Gli altri vogliono realizzare il proprio sogno, lei deve farlo. In una realtà in cui lei ha difficoltà a esprimersi, il canto è l'unica lingua che conosce, e per fortuna proprio dentro...