JAMIE.
Mi soffio il naso e affondo il mio viso sotto il piumone. Dio, quando sono diventata così emotiva? Ho visto delle foto di me ed Ethan e non sono riuscita a trattenere le lacrime. Sembravamo più uniti, più sinceri.Adesso non facciamo altro che litigare e questo ci sta facendo allontanare parecchio. Sento un muro tra me e lui e voglio abbatterlo. Mezzora fa mi ha detto che stava arrivando, ma non è ancora qui. Accendo la tv e cambio canale in continuazione. Perché non arriva? Magari non vuole venire e l'ho soltanto infastidito con il mio sfogo.
Arriccio il naso e deglutisco. No, lui non è il tipo. Ha detto che sarebbe venuto, dunque verrà. Continuo a distrarmi con la TV, poi sento il campanello. Mi passo una mano tra i capelli e corro alla porta. Voglio stritolarlo con un abbraccio.
«Sei arrivato», apro la porta e mi blocco. Lui non è Ethan.
Chris sorride, «Aspettavi qualcuno?».
Beh, sì.«Io... Cosa ci fai qui?».
Infila le mani in tasca, «Diciamo che ero nei dintorni e avevo voglia di vederti. Posso entrare?».
Sta arrivando Ethan e vorrei evitare uno scontro faccia a faccia. Conoscendolo gli salterebbe addosso solo perché respira. Peró mi faccio da parte e fingo un sorriso, «Certo, entra pure».
Si guarda un po' in giro, «Bella casa»
«Grazie mille»
«Guardavi un film strappalacrime?», ridacchia, facendo un cenno col capo in direzione del divano e della marea di fazzolettini che stanno sul pavimento. Che figura.«Si», invento, «Moriva il padre, poi la madre e i figli tutti orfani e poi morivano ad uno ad uno e solo la protagonista rimaneva viva», borbotto.
Scoppia a ridere e mi scompiglia i capelli, «Non credevo fossi una ragazza emotiva».
Nemmeno io. Scrollo le spalle e gli chiedo se vuole accomodarsi in cucina, visto che il salotto fa letteralmente schifo. Si siede su uno sgabello ed io davanti a lui.«Ti ho portato una cosa», dice, tirando fuori dalla tasca della giacca una busta. Me la porge e mi sorride imbarazzato, «Non fraintendere», comincia, «È l'invito al matrimonio di mia sorella. Ci sarà anche tuo fratello ad accompagnare Jake e i miei non mi fanno entrare in sala se vado da solo», si passa una mano tra i capelli, «So che magari ti sembra che io stia correndo un po' troppo, ma non è niente di importante. Se non vuoi accompagnarmi tranquilla, lo capisco. Peró se proprio devo avere qualcuno accanto quella sera vorrei fossi tu».
Ah, bene.«Chris, io...»
«Stai per dire di no o sbaglio?».
Lo guardo negli occhi e sospiro. In fondo è solo un matrimonio, no?
«Ti accompagno», sospiro, «Ma i tuoi parenti non devono assolutamente scambiarmi per la tua fidanzata o cose del genere».
Scoppia a ridere e scuote la testa, «Allora cercherò di non baciarti in pubblico».ETHAN.
Hanno sparato a Bob. Cristo, lo hanno sparato davvero. Da dove arrivava quel proiettile? Chi è stato? Mi muovo avanti e indietro nel corridoio dell'ospedale e sospiro. Spero stia bene. Deve stare bene. Quando ho visto il suo viso pervaso dal dolore ho subito capito che lo avevano preso. Se solo potessi avere tra le mani il bastardo che ha sparato. Se solo potessi...«È fuori pericolo», una dottoressa si avvicina a me e sospira. Grazie al cielo.
«Posso vederlo?»
«Un attimo». Sparisce dietro una porta e sbuffo sedendomi su una vecchia panchina.
Qualche minuto dopo viene a chiamarmi e la seguo fino ad arrivare alla stanza di Bob che è attaccato ad un macchinario che segna i battiti del suo cuore. Una flebo piena di sangue accanto al suo letto.«Poco fa era sveglio», la dottoressa inarca un sopracciglio.
«Va bene lo stesso», sussurro, dunque mi avvicino a lui. Ha lo stomaco fasciato e capisco che è ancora vivo per miracolo.
«Sono sveglio», borbotta, facendomi sorridere.
«È un parente?», mi chiede poi la dottoressa, «Ho delle informazioni da dare»
«Io sono... Uhm, il suo...»
«È mio figlio», dice Bob con voce stanca, «Può dirgli tutto quello che c'è da sapere».
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L'amore ci farà a pezzi.
RomanceCOMPLETA. «Aspettavi qualcuno?» «No, tu?» «É casa tua, idiota», si avvicina alla porta e guarda attraverso l'occhiello. Quando torna a guardare nella mia direzione ha un'espressione di terrore dipinta sul volto. «Chi c'è?», domando. «La polizia»...