ETHAN.
Rigiro una freccetta tra le mie dita e guardo il centro dell'obiettivo. Sono in un bar a giocare a tiro a segno da non so quanto tempo. Chiudo un occhio e lancio la freccetta. Centro. Dei signori attorno a me battono le mani e alcune ragazze sorridono. É la diciottesima volta di seguito che non sbaglio. Allungo la mano verso il bancone e afferro il mio bicchiere, bevendo in fretta la birra. Asciugo le labbra con il dorso della mano e mi siedo su uno sgabello, adesso un ragazzo sta tentando di battere il mio record. Ordino un'altra birra e osservo il tizio che cerca di battermi. Dietro di lui però vedo qualcosa che non mi piace. Jamie e Chris sono seduti ad un tavolo e stanno ridendo. Bevo tutta la birra e torno a guardarli. Non riesco a smettere di fissare Jamie seduta davanti a quel coglione. Lui le accarezza la mano e ridono ancora. Come se si sentisse osservata, Jamie si gira verso di me e rimane per qualche istante a guardarmi, dunque si gira e finge di non avermi visto. La sua mano è ancora sotto la mano di Chris. Sento la rabbia salire fino al cervello e decido che devo distrarmi. Devo scordarmi Jamie, devo farmi passare questa fissazione per lei. Mi giro per non guardarli e mi ritrovo a sorridere ad una ragazza che immediatamente viene a sedersi accanto a me. Devo dimenticare Jamie. Sto per chiederle se vuole qualcosa da bere, ma è lei a fare il primo passo: «Ti sto guardando da un'ora», ammette, «Vuoi offrirmi da bere o no?». Corrugo la fronte e lei scoppia a ridere, rido anch'io e chiamo il barista che prende subito le nostre ordinazioni. Un'altra birra per me e un Malibù e cola per la signorina.
«Non sei dell'isola, vero?», la sua voce è bassa e sensuale. Si avvicina più a me con la sedia e si sporge un po' in avanti, così posso vedere molto bene il suo reggiseno in pizzo.
«No», ammetto, ma non ho intenzione di rivelare altro. Annuisce e beve un po' del suo drink. Anch'io bevo la mia birra e la guardo con la coda dell'occhio.
«Non guardarmi», ride, «Mi fai diventare rossa».
Sorrido malizioso e appoggio la birra sul bancone, «Credo che ci voglia ben altro per farti diventare rossa».
Sgrana gli occhi e si lecca le labbra, poi si alza in fretta e afferra la mia mano, trascinandomi fuori da quel bar. Arriviamo all'ingresso e si fionda sulle mie labbra, indietreggio fino a sbattere contro il muro. La sua mano si posiziona in fretta tra le mie gambe, «Dimmi che hai una stanza qui vicino», biascica sulle mie labbra, senza smettere un attimo di sfiorarmi. Intraprendente le ragazza.
Sposto la sua mano e mi guarda confusa.
«Vieni con me», dico, «Il mio hotel é qui vicino».JAMIE.
Guardo con la coda dell'occhio lo sgabello su cui era seduto Ethan poco fa e mi accorgo che è andato via, quindi torno a prestare attenzione a quello che dice Chris. Ha insistito così tanto per uscire questa sera che non ho saputo dire di no. Inoltre, perché dovevo dire di no? Mangiamo due hamburger a testa e mandiamo giù un bel po' di coca cola. Niente alcool. Chris non beve, e nemmeno io da ieri sera. A mezzanotte e mezzo decidiamo di tornare all'hotel, durante il tragitto mi afferra la mano e mi infastidisco un po', forse perché mi suda la mano. Davanti alla mia camera sorride e si sporge verso di me, istintivamente faccio un passo indietro e sbatto contro la porta. Rido per alleggerire la tensione.
«Non voglio farti niente», sussurra, poi mi bacia sulla guancia, augurandomi la buonanotte. Ma io non ho assolutamente intenzione di dormire. Voglio parlare con Ethan, ho bisogno di parlare con lui per capire qualche cosa. Sono offesa per quello che mi ha detto, ma allo stesso tempo le sue parole vorticano in continuazione nella mia mente. Ha detto che pensa sempre al sapore delle mie labbra. Che significa? Perché? Stringo i pugni e appena Chris entra nella sua stanza corro all'ascensore, raggiungendo quella dannata suite presidenziale. Busso più volte e rimango bloccata sul posto quando ad aprirmi non è Ethan. Capelli rossi, occhi azzurri e due tette decisamente troppo grandi. No, non é Ethan. La ragazza mezza nuda mi guarda e sorride, «Tesoro», dice, «Non è il servizio in camera». Tesoro? Mi tremano le gambe e chiudo gli occhi per qualche istante, quando li riapro Ethan é dietro di lei, indossa solo i boxer. Ho i pugni chiusi e gli occhi appannati, perché mi sto arrabbiando tanto? Non è la prima conquista di Ethan e non sarà nemmeno l'ultima.
«Jamie», quasi sussurra, «Che ci fai qui?».
Mi metto una ciocca di capelli dietro l'orecchio e indietreggio, «Non volevo disturbare», dico gelida.
«Non...», sta per dire qualcosa, ma la rossa tettona lo interrompe, «Tesoro, ti aspetto di là. Raggiungimi quando risolvi il problema». Io non sono un problema. Entra nella stanza ed Ethan esce, socchiudendo la porta alle sue spalle.
«Mi metto qualcosa addosso e arrivo», mi dice, ma lo blocco prima che possa tornare in camera.
«Non c'è bisogno», ringhio, «Sto andando via»
«Jamie...», si passa una mano tra i capelli, è nervoso, «Io...»
«Tu cosa, Ethan?».
Rimane in silenzio, non sa cosa dire e questo mi fa arrabbiare ancora di più. E perché diavolo mi sto arrabbiando?
«Buonanotte», faccio un passo indietro, «Anche se dubito che dormirai». Gli lancio un'occhiata disgustata e cammino verso l'ascensore con le lacrime agli occhi. Il problema é risolto, adesso può tornare a scoparsi quella cretina. "Io penso sempre al sapore delle tue labbra". Scommetto che ci stava proprio pensando. Che schifo.
Prenoto l'ascensore e aspetto che arrivi, nel frattempo Ethan mi raggiunge e quando entro nella cabina lui mi segue.
«Torna dalla tua amica», sibilo, «Il problema è risolto».
Mi guarda come se avessi detto la cosa più impensabile del mondo, «Il problema?», inarca un sopracciglio e si avvicina più a me, «Il problema non è risolto»
«Invece sì». Le porte dell'ascensore si aprono e cerco di uscire, ma Ethan si muove in fretta e mi incastra contro il muro. Le porte si richiudono.
«Sai qual'è il problema?», si inumidisce le labbra, «Il problema è che tu puoi stare con quel coglione tutto il tempo che vuoi ed io non devo dire niente, poi per una volta in cui sono io quello che sta con qualcun altro tu reagisci così»
«Così come?»
«Mi hai guardato come se fossi un essere viscido», ringhia, «Fatti due domande, Jamie»
«Ti ho guardato normalmente», so che sto mentendo.
«Normalmente?», adesso sta urlando, «Normalmente un cazzo, Jamie!». Le porte dell'ascensore si aprono e una signora ci guarda a bocca aperta, con una mano chiude gli occhi di sua figlia. Ethan le rivolge un'occhiataccia, forse non si rende conto di essere in boxer in un ascensore pubblico. Le porte si richiudono e torna a guardare me, «Dimmi che non ti ha fatto nessun effetto vedermi con lei», sibila, «Dimmi che non ti è dispiaciuto nemmeno un po'».
Mi è dispiaciuto.
«Non mi è dispiaciuto», dico invece.
«Stai mentendo», mette un dito sotto il mio mento e mi solleva il viso.
«No»
«Giuramelo».
Inarco un sopracciglio, «Lasciami andare»
«Scappa davanti alla realtà», fa un passo indietro, «Ma sappiamo entrambi le cose come stanno»
«Non mi da fastidio se ti vedo con altre ragazze, mi fa solo piacere», sono una grande attrice.
«Buon per te», sussurra, «Perché io vorrei solo morire quando ti vedo con lui». Le porte dell'ascensore si aprono e con le gambe che tremano esco, lui questa volta non mi segue.
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L'amore ci farà a pezzi.
RomanceCOMPLETA. «Aspettavi qualcuno?» «No, tu?» «É casa tua, idiota», si avvicina alla porta e guarda attraverso l'occhiello. Quando torna a guardare nella mia direzione ha un'espressione di terrore dipinta sul volto. «Chi c'è?», domando. «La polizia»...