Capitolo 2.

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JAMIE.

Non vedevo mio fratello da un anno e mezzo. Dovevamo trasferirci per questioni economiche e dopo essermi ritrovata in una cittá che non era la mia e in una casa a me estranea, cominciai a dare di matto. L'atmosfera in casa era insostenibile, litigavo con mia madre per ogni cosa e mio padre ci ricordava ogni giorno che non ci sopportava piú, che un giorno se ne sarebbe andato. Non me l'aspettavo, ma lo fece davvero. Un giorno sparì senza farsi piú vedere. Mi chiedo ancora oggi se è vivo.

Quando mio padre andó via, la situazione peggioró. Io volevo tornare a New York, mia madre era quasi sempre ubriaca e mio fratello aveva cominciato a drogarsi. Rischiò l'overdose piú volte e finivamo spesso in ospedale a causa sua. La mia vita era un continuo oscillare tra centri di disintossicazione, litigi e visite a Ethan per farmi prestare dei soldi. Poi tornavo a casa e ricominciavo con la solita routine. Non ne potevo piú.

Un giorno decisi di tagliare la corda, come aveva fatto mio padre. Da quel giorno non ho piú rivisto né mia madre, né mio fratello. O almeno fino ad oggi.

Mio fratello mi guarda impassibile, seduto sul divano di casa mia. Non capisco se vuole uccidermi o se semplicemte prova talmente tanto disprezzo nei miei confronti che non si sporcherebbe nemmeno le mani per ammazzarmi.

«Cosa vuoi dirmi, Alex?»

I suoi occhi azzurri mi studiano a fondo, sul viso non ha nessuna espressione.

«Sei cresciuta».

Mi aspettavo insulti, anche uno schiaffo ad essere sincera. Ma non questo. Io l'ho odiato per tutto questo tempo, lui no?

«Anche tu».

«Ti sei sistemata bene», si guarda intorno e mi sorride, «Sono felice per te».

«Hai smesso con quella merda?», le parole mi escono spontanee dalla bocca.

Cala il silenzio, poi decide di darmi una risposta.

«Ho chiuso con la droga».

Non è la prima volta che me lo dice, ma questa volta voglio crederci. Non rispondo e lui continua.

«Ho conosciuto un ragazzo, Jake. É uno psicologo e ha insistito per farmi partecipare ad un gruppo per la  tossicodipendenza», sembra prendere fiato, «Mi ha aiutato a smettere. Mi è stato accanto durante le crisi e... E ha aiutato molto anche la mamma. Te lo presenteró», sorride e si avvicina piú a me.

«Non mi odi?», domando.

Mi stringe le mani e scuote la testa «No che non ti odio. Ho pensato di fare quello che hai fatto tu almeno un milione di volte. Tu l'hai fatto, io non ne ho avuto il coraggio». Mi abbraccia, mi bacia la fronte e mi sussurra all'orecchio che mi vuole bene. Mi è mancato da morire e me ne sono accorta solo adesso.

«Mamma come sta?»

«Non la vedo da un mese» si alza dal divano, quindi si gira a guardarmi «Mi ha sbattuto fuori di casa».

Sapevo che c'era qualcosa che non andava. C'è sempre qualcosa che non va.

«Perché?»

«Non accetta... Alcune cose», si mette le mani in tasca e si affaccia alla finestra dandomi le spalle.

«Quali cose?»

«Non accetta me»

«Non ti capisco»

«Jamie», non vedo il suo viso ma sono sicura del fatto che sta guardando a terra «Jake è il mio ragazzo, sono gay. Gliel'ho confessato e mi ha sbattuto fuori. Fine della storia», quando torna a guardarmi ha le guancie rigate da lacrime.

L'amore ci farà a pezzi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora