JAMIE.
Freddo, pioggia e parolacce.
Sono le uniche cose a cui riesco a pensare in questo momento.
Sono ferma in un cortile completamente deserto da quasi venti minuti ormai. Mi stringo nella giacca e mi appoggio al muro.
C'è solo un lampione ad illuminare la strada e di tanto in tanto mi sembra di vedere qualche ombra. Vado nel panico per qualche istante, poi mi tranquillizzo. Devo rimanere calma se non voglio rovinare tutto. Una macchina si ferma accanto a me e sospiro.
Sono pronta.
Posso farcela.Sfoggio uno dei miei sorrisi migliori e mi avvicino alla macchina. Il finestrino si abbassa e mi piego per arrivare alla sua altezza. La puzza di fumo si fa sentire immediatamente e arriccio il naso.
«Jamie Collins». Sentire il mio nome pronunciato da un idiota come Brandon Evans mi fa venire il voltastomaco.
«Brandon!», fingo un altro sorriso e gli schiocco un bacio sulla guancia, come se fossimo amici da una vita.
Indietreggio tanto quanto basta per fargli aprire lo sportello e lascio che scenda dalla macchina.
Mi sovrasta con la sua altezza, ma non mi lascio intimorire. Ha una canna spenta tra le labbra e, da quel che vedo, ha anche un nuovo tatuaggio sul collo.
Sembra un serpente, ma non ne sono sicura. So solo che fa schifo.
«Hai i soldi?», i suoi occhi grigi mi scrutano a fondo e per un attimo ho paura che riesca a leggermi anche l'anima.
«Certo».
La mia voce è calma e le mie mani sono ferme. Sta andando come avevo previsto.
Infilo la mano nel reggiseno e lo vedo alzare di poco l'angolo della bocca. Allunga la mano e mi sposto immediatamente.
«Non si tocca quello che non ti appartiene, Brandon».
Sorride malizioso e afferra i soldi che gli porgo.
Si accende la canna e li conta lentamente:«Sono nel cofano», mi dice. Non si è accorto che sono falsi. Che idiota.
Giro attorno alla macchina e apro il cofano. Un sacco rosso è legato con un filo argentato. Mi scappa una risata.
Sembra la sacca di Babbo Natale, ma lui porta doni, io bombe capaci di far crollare palazzi interi.
Lo tiro fuori e raggiungo Brandon.
«Hai trovato qualcuno per la gara?», poggio il sacco a terra e invio un messaggio a Ethan. Puó venire a prendermi.
«Certo, bellezza», mi soffia il fumo in faccia e annulla la distanza che c'è tra di noi. I nostri nasi si sfiorano, i suoi occhi sono fissi nei miei.
Ho voglia di alzare il ginocchio e colpirlo all'inguine, ma mi trattengo. Mette una mano sul mio fianco e sorride: «Sali in macchina».
Oh no.Sono vittima del panico per un istante e faccio un sospiro di sollievo solo quando lo stridio di ruote che sgommano mi fa capire che Ethan è arrivato. Si ferma dietro di noi e scende in fretta.
«Giù le mani, Brandon», preme le mani sui miei fianchi e mi allontana da lui, mostrando un sorriso falso a quel deficiente. Mi sussurra all'orecchio di salire in macchina ed io obbedisco.
Li osservo mentre parlano per qualche minuto, poi Ethan prende il sacco e lo infila nel cofano, gli fa un cenno col capo e mi raggiunge.
Accende la macchina e accelera per uscire in fretta da quel cortiletto triste e buio. Si morde il labbro e mi sorride.

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L'amore ci farà a pezzi.
RomanceCOMPLETA. «Aspettavi qualcuno?» «No, tu?» «É casa tua, idiota», si avvicina alla porta e guarda attraverso l'occhiello. Quando torna a guardare nella mia direzione ha un'espressione di terrore dipinta sul volto. «Chi c'è?», domando. «La polizia»...