Fuga

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HELEN

Le armature e le spade riflettevano la luce rossa del tramonto.
Mi faceva male stare lì a non fare niente, a guardare...
I prestel calarono sulle guardie.
Non riuscivo a trovarlo, tra la folla, a vedere se stava bene...
Improvvisamente, successe qualcosa che non era mai capitata prima: il ciondolo si accese.
Un'accecante luce azzurra si sprigionò dall'oggetto d'argento.
Brillò per diversi secondi. Io cercavo disperatamente di coprirlo con lo scialle e le mani, ma non c'era verso anche solo di diminuire la sua intensità.
Quando si spense, tirai un sospiro di sollievo... ma troppo presto.
All'entrata la battaglia riprese, forse interrotta da quella luce.
Un prestel si alzò in volo... e venne verso la serra...
Mi voltai e corsi verso la porta, afferrando la chiave e cercando di aprirla. Ma non ci riuscivo: tremavo troppo.
Mi voltai e lo vidi, che volava verso la vetrata. Capii che non si sarebbe fermato.
Feci appena in tempo ad acquattarmi dietro ad un cespuglio che la stanza esplose in migliaia di frammenti di vetro. Cercai di non gridare e di coprirmi con le braccia.
Il prestel entrò, rovesciando vasi e tavolini pieni di fiori. Era enorme. Probabilmente, era alto quasi cinque metri e le ali occupavano quasi tutta la serra. Sapevo che il suo udito compensava ampiamente la vista.
Il mostro iniziò a girare per la torre, ribaltando tutto.
Cercai di girare la chiave senza far rumore. Mentre faceva cadere un vaso, feci scattare la serratura.
Aprii la porta, delicatamente. Mi muovevo solo quando era voltato di spalle. Guardandolo fino all'ultimo secondo, uscii...
Inizia a scendere le scale, il più velocemente e silenziosamente possibile.
Facevo fatica a respirare ed ero certa che il mio cuore rimbalzava nel petto molte volte più velocemente del normale.
Non sentivo quasi più rumori, a parte qualcosa che ogni tanto si rompeva.
Ero quasi in fondo alla torre e ormai speravo che avesse abbandonato le ricerche... quando sentii il rumore della porta di legno fatta a pezzi e un assordante urlo stridulo. Non avevo mai sentito nulla di così terrificante.
Ripresi a correre, il più veloce possibile.
Volevo solo trovare un posto dove nascondermi...
Cercavo di cambiare direzione più volte, ma sentivo sempre quell'essere dietro di me, che emetteva quel raccapricciante verso.
Presi un corridoio sulla sinistra. Lasciai cadere lo scialle per terra e tornai indientro, passando in un altro corridoio mentre facevo cadere una statuetta dal piedistallo.
I prestel non erano molto intelligenti: forse avrebbe seguito la pista sbagliata.
Mi fermai nell' altro corridoio e aspettai. Forse non era la cosa migliore, ma non avevo più forze.
Sentivo il bruciore del sudore sui graffi... poi una fitta al fianco. Guardai il sangue che colava dove un frammento di vetro si era conficcato nella carne.
Sul momento non me ne ero accorta, forse per la paura e il solo desiderio di fuggire.
Ma adesso il dolore era insopportabile.
Afferrai quel frammento e lo estrassi delicatamente. Cercai di non gridare. Si era conficcato per diversi centimetri, appena sotto il costato. Nel farlo, mi tagliai, ma non ci feci caso...
Nell'altro corridoio sentivo le ali del prestel sbattere contro le pareti. Emise di nuovo quel suono.
Cercai di non produrre rumore.
Scivolai lentamente lungo il muro, senza accorgermi di lasciarvi scie di sangue...
E quando ormai credevo che sarebbe caduto nella mia trappola, sentii il rumore di un tuono, lì vicino: dentro il castello. Poi una voce: - L'altro corridoio, stupido idiota.
Lasciai cadere la scheggia e iniziai correre. Il prestel emerserse, in fondo al corridoio, e iniziò a seguirmi.
Non mi ero resa conto che ero in cima alle scale della sala principale.
Mi voltai.
Lui era quasi sopra di me. Allungò gli artigli delle ossute mani, cercando di afferrarmi.
Gridai, disperata, e mi abbassai, cercando di sfuggire alle sue grinfie.
Ma non fu abbastanza.
Sentii un lancinante dolore alla spalla e persi l'equilibrio.
Una fitta mi percorreva ogni volta che una parte del mio corpo sfiorava i gradini, uno dopo l'altro.
Cercai di proteggermi con le braccia, inutilmente.
Tutto intorno a me non aveva più senso: era solo un'esplosione indefinita di frammenti di immagini.
Mi sembrò di sentire qualcuno gridare il mio nome, come da molto lontano.
Ma ormai stava già tutto diventando nero...

LA CORTE DI SERID  La stregaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora