Crasis

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LEILA

- Ma di preciso... dove siamo?- chiesi, sorpassando l'ennesimo albero.
Dopo una pessima notte passata distesa accanto ad una radice, eravamo subito ripartiti, raggruppando le nostre cose alla lieve luce dell'alba. Era seguita una camminata di diverse ore, durante la quale non aveva praticamente parlato nessuno... e ormai era già mezzogiorno.
La direzione era sempre la stessa: Est.
- Siamo circa a un giorno e mezzo di cammino da Petras- rispose secca Kaly.
- Oh, grazie! Molto precisa!- la ringraziai sarcastica.
- Senti: Primo, non parlarmi con quel tono. Secondo, sapere di preciso dove ci troviamo non ti servirà a niente. Regola n°4: fidatevi di me- ribatté lei.
- Sai, riuscirei ad avere più fiducia in te se sapessi dove stiamo andando! Ho capito che dobbiamo salvare la principessa di Hellader... ma lei dov'è?- insistetti.
- Fuoco Santissimo...- la Strega si voltò verso di me, guardandomi con quegli occhi di ghiaccio - Stiamo andando alla Corte di Pilast, dove si trova (oltre che a qualche migliaia di soldati) la Regina. Abbiamo meno di ventisei giorni e mezzo per arrivare là, altrimenti saranno guai belli grossi... Tu e le tue domande ci fate solo perdere tempo che non abbiamo! Quindi ora zitta e cammina!-.
Rimasi un attimo immobile. Ventisei giorni e mezzo?!
- Perchè dobbiamo farlo noi?- chiesi sottovoce.
- Per prima cosa, sei stata tu a voler venire. Secondo... perchè non lo può fare nessun'altro.- mi rispose Kaly.
In quel momento, il groviglio di vegetazione sparì di colpo, lasciandoci sul bordo di una strada sterrata.
- Procederemo per circa dieci minuti lungo questa via. Se arriva qualcuno, nascondetevi.- ci annunciò la ragazza. E così voltammo a destra e riprendemmo a camminare. Admond procedeva al mio fianco, silenzioso. Mi chiesi a cosa stesse pensando, se anche lui avevesse i miei stessi dubbi. Dopo poco iniziai a sentire rumore di ruote, voci e versi di animali. Sembravano così strani dopo tanto tempo in quel bosco, con solo il mormorio degli uccelli e il crepitio delle foglie.
E poi comparvero: piccole casette iniziarono a spuntare in mezzo agli alberi. Kaly ci fermò: - Bene, adesso mettetevi i mantelli. Questo è un villaggio tranquillo, ma dovrette seguirmi in silenzio e senza farvi notare. Non parlate con nessuno- si raccomandò, estraendo dalla borsa tre semplici vesti marroni. Io indossai il mio, anche se con un po' di riluttanza.
Entrammo nel villaggio. Le tante case basse erano state costruite con legno, paglia e mattoni di fango. La vita sembrava sprizzare da ogni angolo, ogni via. I profumi e i colori dei mercati aleggiavano in quell'aria carica di rumori. Le strade erano affollate di genti, animali e carretti. Le persone parlavano, vendevano, fabbricavano. I bambini giocavano, ridevano e piangevano. E c'era di certo troppo fermento per accorgersi di tre persone che si muovevano discretamente tra la folla. Kaly ci stava conducendo attraverso le case e le botteghe, come se le conoscesse già a memoria. Ci infilamno in una stradina laterale, quasi deserta. Lì i rumori arrivavano più smorzati. La Strega di Fuoco si guardò intorno per controllare che non ci fosse nessuno a parte noi. Quindi scivolò dentro una porta sormontata da un'insegna di ferro: rappresentaza un martello ed un'incudine.
Admond fece lo stesso e io lo seguii. Mi ritrovai all'interno di una bottega piena di armi. Asce, pugnali, fionde, archi e spade di tutte le misure erano allineate lungo le pareti. La stanza era calda e dietro un balcone sedeva un uomo. Era tozzo, i muscoli che si delineavano sotto i vestiti. Doveva avere intorno ai trentacinque anni. Era intento ad affilare la lama di una sciabola, e in un primo momento non ci diede molta attenzione.
- Cosa posso fare per voi?- chiese con voce profonda, senza alzare lo sguardo.
- Beh, è così che saluti una vecchia amica?- chiese Kaly, togliendosi il cappuccio. Stava sorridendo... L'uomo la guardò con occhi increduli, ma poi si mise a ridere, felice: - Ah, ah, Kaly! Lo sapevo che saresti tornata prima o poi! Vieni qui, tu!-. Lui mollò la sciabola sul bancone e le andò incontro, per abbracciarla. Le arrivava a malapena al mento. Anche la ragazza rideva. Devo ammettere che rimasi sconcertata da quella visione: non credevo che la Strega potesse lanciarsi in tali dimostrazioni di affetto...
Poi ce lo presentò: - Ragazzi, lui è Ben, il migliore fabbro di tutte le Isole...- Ben ridacchiò allegramente, le gote rosse - Ben, loro sono Admond e Lara...-
- Leila- la corressi ancora.
- Sì, sì, è lo stesso.- Kaly si rivolse al fabbro: - Sono venuta qui perchè il ragazzo ha bisogno di una nuova spada. Quella che ha non va bene-.
Ad estrasse la spada dal fodero e la porse a Ben. Lui la studiò un attimo: - Devo dire che ho visto veramente poche spade messe peggio di questa...- commentò.
- Ehi!- protestai io. Mi sentivo offesa: quella era una delle spade degli armamenti di Petras!
Ma nessuno fece caso a me:
- Potrei rimetterla a posto in pochi giorni- valutò il fabbro.
- Non posso aspettare, Ben.- disse Kaly - Te la lascerò comunque, ma a lui serve un'altra spada subito... e io vorrei che avesse quella-.
La cosa strana fu che non indicò niente: nessuna delle centinaia di armi che ci circondavano. Ma nonostante questo, l'uomo sembrò illuminarsi: - Ah, lo sapevo! Sapevo che eri venuta per lei! Bene, bene: seguitemi!
Lui si diresse verso un angolo della stanza, dove mi accorsi che si trovava una porta, quasi completamente nascosta.
- Te l'ho tenuta in ottime condizioni, amica mia!- continuò prendendo una chiave ed infilandola in una piccola serratura - Perfetta! Meglio di quando me l'hai portata! È stata il mio orgoglio... anche se non l'ho mostrata a nessuno, ovviamente!-.
La porta si aprì, permettendoci di entrare in un'altra stanza, più piccola e buia. C'erano anche lì delle armi accatastate. Ben frugò tra di queste, per poi estrarne una completamente avvolta da un panno di cuoio, che porse delicatamente alla Strega. Lei la prese, poi iniziò a rimuovere lentamente quel rivestimento... fino a scoprirne il contenuto.
Era una spada. L'elsa dorata era finemente decorata, alcune pietre blu incastonate nel pomolo. Dove l'oro si incontrava con il ferro, due ali d'aquila si spiegavano per formare la guardia, mentre dove queste due si univano era scolpita la testa di una donna, i lunghi capelli che scendevano lungo la lama lucente.
- Questa è Crasis- disse Kaly, porgendola ad Admond - È un'arma molto potente, perchè è stata temprata con sangue di fata e sangue di strega-. Lei fece scivolare le dita lungo la scanalatura... e sopra le parole incise ai suoi lati. Sembravano due lingue diverse, ma, visto che in tutte le Isole si parlavano solo tre lingue, non era difficile intuire quali fossero...
- 'Vi felihn se nagillius minis Ninriis' - Kaly lesse la prima, e poi la seconda frase - 'Cak du merja u terecta za Legas'. La prima, è la Lingua delle fate. La seconda, quella delle streghe. Dovresti essere in grado di tradurre la prima, vero Ad?-.
E Admond lo fece: - 'La mia forza è portata dalla Pace'...-. Kaly sorrise e tradusse la seconda frase: - 'La mia forza è portata dall'Unione'. Questa è l'arma migliore che esista... ovviamente dopo quelle delle streghe. Dovrai fidarti di lei come ti fidi di te stesso. Sarà tuo compito curarla e imparare ad usarla. Non deluderla...- concluse. Il ragazzo annuì. - Tieni: mettila qui.- gli consigliò Ben, porgendogli un fodero. Admond lo prese e vi infilò la lama. Poi se lo legò per bene alla cintura.
- Bene, adesso possiamo riprendere il nostro viaggio- annunciò la Strega di Fuoco.
- Come? Vai già via?! E io che speravo saresti rimasta un po' di più!- protestò il fabbro, con aria triste.
- Un'altra volta, Ben- disse lei.
- Vorrei ricordarti che l'ultima volta che mi hai detto così non ti ho rivista per quasi un anno!- replicò l'altro - Dimmi almeno che non si tratta ancora di Lei-.
- Va bene... allora non te lo dico- disse lei, sorridendo sotto i baffi.
- Ah, non cambierai mai!-. I due si abbracciarono e, dopo due minuti, eravamo di nuovo immersi nella frenesia di quel villaggio.
Non riuscii a fare a meno di salutare con lo sguardo quelle pacifiche casette prima di addentrarmi di nuovo nel dedalo di alberi che si estendeva immenso verso Est.
Kaly riprese i mantelli e il nostro viaggio proseguì, tranquillo, fino al tramonto.
- Sapete quanti chilometri ci sono da qui a Pilast?- chiese Ad prima di coricarsi.
- Da Petras, calcolando di proseguire lungo la costa e in linea retta in mare, sono circa 3'360 km. Da qui ne saranno rimasti più o meno 3'220- ragionò la Strega.
L'idea di fare tutta quella strada a piedi mi fece sentire improvvisamente stanca:
- Faremo tutta quella strada a piedi?- chiesi.
- Ovviamente no, visto che credo nessuno di noi sia in grado di camminare sull'acqua... E quindi ci saranno circa 720 km da affrontare in nave. Spero che non soffriate il mal di mare...- mi rispose sempre lei.
Sarebbe stato un lungo viaggio. Sperai solo che andasse tutto liscio...
Ma figuriamoci!

LA CORTE DI SERID  La stregaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora