Streghe

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ADMOND

- Helen!- gridai, poco prima che il prestel rompesse i vetri della serra.
I piedi si mossero quasi da soli.
Iniziai a correre verso il portone... ma un gigantesco orco mi si parò davanti. Prima che potessi fare qualcosa, lo scudo dell'avversario mi colpì. Mi sentii alzare da terra e ricadere in malo modo. Una fitta mi percorse tutto il braccio destro. Sperai non fosse rotto.
La spada era caduta non tanto lontano, ma non sarei riuscito a maneggiarla.
Guardai verso l'alto. L'orco troneggiava su di me. Sul suo viso, c'era un ghigno.
Alzò una mazza chiodata su di me: era finita...
O così credevo.
Nel cielo ormai scuro, oltre la figura del mostro, vidi una sfera infuocata, scendere verso terra.
"Un meteorite", pensai. Forse non sarebbe stato l'orco ad uccidermi. Cadde lì vicino.
Mi aspettavo... un'esplosione, o qualcosa di simile. Invece, sembrò che le fiamme si spargessero e bruciassero i soldati nemici. Solo i soldati nemici.
Anche l'orco che stava sopra di me fu avvolto dalle fiamme. Iniziò a gridare e a dimenarsi.
Ma io stava guardando un'altra cosa. Dove la sfera aveva toccato terra, era comparsa una donna.
Era accucciata, come in posizione fetale. Ma subito si alzò e brandendo una spada con una destrezza che non avevo mai visto, uccise in pochi secondi tanti uomini quanti io ne avevo uccisi fino a quel momento.
La osservai. Era alta, i capelli neri e lisci con la frangetta appena sopra gli occhi color ghiaccio. Indossava una canottiera e dei pantaloncini di pelle nera. In cintura, era legato un pezzo di stoffa di un rosso acceso. Riconobbi la spada che fendeva l'aria ad una velocità sbalorditiva. Era possente, il doppio di una spada normale. Nella raffinata elsa erano incastonate grandi pietre rosse. Pietre magiche. E solo una persona poteva avere la forza di controllare quelle pietre: una
strega. La Strega di Fuoco. Kaly.
Conoscevo il suo nome come conoscevo la sua storia, nota in tutte le Isole di Berrel. Sapevo cosa era successo alla sua famiglia e sapevo che erano due anni che nessuno sapeva dove si trovasse. Fino ad allora...
Lei mi guardò e con la testa accennò al portone. Voleva che andassi da lei, anche se non capivo come faceva a sapere dov'era.
Mi rialzai. Presi la spada da terra e iniziai a correre. Superai il portone e mi diressi alla torre.
Il rumore della battaglia arrivava smorzato, ma io riuscivo solo a sperare che Helen non fosse ferita... o peggio...
Sentii un grido stridulo, tipico dei prestel. Non sapevo se sperare che fosse la direzione giusta o no...
Mi accorsi che stavo andando verso la sala principale. Non riuscivo a pensare.
Poi sentii un tuono, ma non capivo da dove venisse. Un altro grido stridulo. Ormai ero quasi arrivato alla sala, quando mi raggiunse un urlo di dolore.
Era lei.
- Helen!- gridai di nuovo.
Quando entrai, la vidi distesa a terra, in fondo alle scale. Dalla spalla fino a sotto le scapole c'erano quattro graffi molto profondi, uno parallelo all'altro.
Non si muoveva.
Sentivo come se qualcosa di pesante mi stesse schiacciando il petto. L'aria mi mancava.
All'improvviso, tutta la stanchezza che l'adrenalina aveva nascosto emerse. Tremamo.
No... non poteva... non poteva essere vero... non poteva essere... morta...
Cercai si avvicinarmi a lei, ma l'enorme pestrel che avevo visto entrare nella serra le si posò accanto, posandole una zampa sulla schiena e nascondendola alla mia vista con l'ala. Come se volesse proteggerla da me...
La rabbia mi assalì.
Iniziai a brandire la spada, cercando di ferirlo. La bestia arretrò un po', ma poi avanzò con le zanne scoperte, emettendo quell'acuto verso.
Provò a mordermi. Riuscì ad evitarlo, ma persi l'equilibrio e caddi rovinosamente a terra.
Il prestel ripartì all'attacco. Finalmente, riuscii a ferirgli il volto con la spada. Indietreggiò, e il suo grido riempì la stanza.
Riuscii di nuovo a vederla, ancora immobile.
Corsi di nuovo verso di lei, ma questa volta non fu il prestel a fermarmi. Fu un fulmine.
Una saetta, partita da non so dove, arrivò davanti a me... e si trasformò in una donna.
La Strega di Fulmine.
Non poteva avere più di 17 anni, eppure i suoi capelli erano completamente di un bianco-argentato. Indossava degli stivali alti fin sotto le ginocchia, dei pantaloncini corti e una specie di giacca lunga fino alle caviglie, chiusa solo sul petto e l'addome, tutti di pelle nera.
In mano reggeva una spada identica a quella dell'altra strega, solo che le pietre erano di un grigio acceso; lo stesso grigio degli occhi.
Fece qualche passo in avanti, mentre io li facevo in dietro.
- Ciao- disse, con un sorrisino irritante sulle labbra - Tu sei Ad, giusto?
Mi pietrificai: come cavolo faceva a sapere il mio nome?
Lei riprese a parlare: - Sei carino, lo sai? Un vero peccato doverti uccidere...
La sua spada si mosse velocemente e Dio solo sa come riuscii ad alzare la mia in tempo.
Ma servì a poco: il semplice metallo si frantumò a contatto con la possente lama della strega, che la fece ruotare e abbassare di nuovo.
Sentivo già il sapore della morte in bocca, quando una figura mi si parò davanti. Sentii il rumore di sue spade che si incontravano... ma nessuna della due si ruppe.
Kaly spise l'altra strega lontano da me, mentre nel viso dell'ultima riuscivo a vedere un misto di emozioni: sorpresa, paura, odio...
La Strega di Fuoco ripartì all'attacco, brandendo la spada come se le due fossero la stessa cosa.
L'altra ragazza parava ogni colpo, ma non era minimamente brava quanto la prima. Così giocò sporco: iniziò a trasformarsi in fulmine per riapparire alla velocità della luce alle spalle dell'avversaria, cercando di colpirla. Ma Kaly riusciva a pararle tutte, anche se si vedeva che faceva fatica.
Io corsi di nuovo verso Helen, ma il prestel la afferrò con le ossute braccia e la sollevò in aria, volando sopra di me verso la vetrata.
- NO!- gridai, mentre quella specie di pipistrello sfondava il vetro, proteggendo la ragazza con le ali e volando via.
Kaly smise di combattere e cercò di seguirlo. Ma la Strega di Fulmine le infilò la spada per la sua intera lungezza fra scapole.
La ragazza dai capelli neri emise appena un gemito, mentre si accasciava a terra e la ragazza dai capelli bianchi la guardava vittoriosa.
Non sapevo cosa provare: però mi aveva salvato la vita due volte...
La Strega di Fulmine si voltò verso di me, con un sorriso da orecchio a orecchio sul volto: - Ora tocca a te...- mi disse.
Puntò la spada verso il mio petto.
Sapevo che da un momento all'altro ne sarebbe scaturito un fulmine che mi avrebbe folgorato e ucciso.
Non riuscivo a muovere un muscolo.
All'imprivviso, una fitta nebbia violacea mi coprì completamente la vista. Poi tutto divenne buio.

Era davvero così morire?

LA CORTE DI SERID  La stregaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora