La Paura

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KALY

Aprii gli occhi.
Ero in piedi in mezzo ad un corridorio dalle pareti d'avorio. Poco più avanti c'era una porta chiusa e lì accanto una bambina era raggomitolata sul pavimento, il viso nascosto dietro le ginocchia.
Stava piangendo.
Quella scena mi sembrava surreale, eppure familiare, come se l'avessi già vissuta.
La porta si aprì e vi uscirono delle persone che trasportavano una barella, sulla quale un lenzuolo prendeva la forma di un corpo.
La bambina sussurrò qualcosa, alzando la resta e scoprendosi il volto. Allora la riconobbi: era Elisabeth, quattro anni prima.
Sentii una fitte al cuore... Se quella era veramente la mia sorellina, allora la donna sotto la tela bianca era...
- Mamma!- gridò Ely, piangendo più forte.
Io restai immobile, mentre guardavo quelle persone allontanarsi col cadavere ancora caldo di mia madre. Gli occhi iniziarono a pizzicarmi, traditori di ciò che mi ero ripromessa di non fare mai più...
- È TUTTA COLPA TUA!
Il mio sguardo si posò sulla piccola figura di mia sorella, ora in piedi. Gli occhi azzurri erano pieni di odio, tanto che non sembravano neanche i suoi. Io non riuscivo ad assimilare quelle poche parole, come se mi avesse parlato in un'altra lingua.
- È colpa tua se Adris è stata cacciata! È colpa tua se mamma e papà sono morti!- continuò ad accusarmi, lanciandomi addosso quelle parole con rabbia.
- Che stai dicendo, Biby?...- provai a difendermi, ma lei non si fermò. - Tu avresti dovuto starle più vicina, aiutarla! Così tutto questo non sarebbe mai accaduto... Tu ci hai solo portato dolore! TU sai solo pensare a te stessa!
- No, non è vero...- cercai di controbattere, ma la voce mi tremava... Credo che in fondo sentissi che quello che stava dicendo in realtà era proprio vero.
- Non te ne è mai importato nulla di noi. Ti sei sempre solo preoccupata della tua stupida Spada e dei tuoi maledetti poteri! Sempre ad allenarti da sola per cercare di diventare la migliore... E a quale scopo?-.
- Io l'ho fatto per proteggervi!- ribatteri, stremata. Sentivo di non avere più forze per fare niente...
- Menti! Non hai mai pensato nè a me, nè a Hiby e nemmeno ad Adris! Se fossi stata veramente presente avresti impedito tutto questo! Invece te ne sei stata per conto tuo e l'unica cosa che sei riuscita a fare è stata uccidere tutte quelle povere persone e poi abbandonarci senza mai voltarti indietro! Nemmeno per dirci addio! E noi ti ODIAMO per questo: perchè è TUTTA COLPA TUA!!!-.
La testa riprese a girarmi, mentre le gambe mi tremavano. Dovetti appoggiarmi al muro.
Non riuscivo a staccare lo sguardo da quegli occhi, così simili ai miei, che continuavano ad accusarmi.
Io non ce la facevo più.
Sentivo che era colpa mia... solo mia. Avrei dovuto essere più presente, accudire le mie sorelline.
E invece adesso loro mi odiavano.
E come potevo dare loro torto? Di lì a pochi giorni le avrei abbandonate e non sarei mai più tornata per...
- Aspetta un attimo...- dissi rivolta a Elisabeth, rimettendomi in piedi - Tu non puoi saperlo: non è ancora successo!-.
- Ma che dici?- mi chiese, come se credesse che io stessi delirando.
- Tu non puoi sapere che io ucciderò tutto l'esercito nemico, e nemmeno che poi me ne andrò: perchè non è ancora successo! O almeno, è già successo... ma non qui...
- Non è vero!- provò a difendersi la bambina.
- Hai ragione. Hai perfettamente ragione, Biby... Tutto questo non è vero.
Chiusi gli occhi e provai a svuotare la mente.

Non è vero. Non è vero. Non è vero...

Aprii gli occhi.
Stavo galleggiando nel vuoto.
Mi guardai attorno: tutto era completamente nero.
Poi la vidi: non tanto più in basso (se in quel posto potesse veramente esistere un "basso") c'era Leila. Era raggomitolata in posizione fetale, le unghie conficcate nei palmi e le guance rigate di lacrime.
Iniziai a nuotare (o comunque a muovermi) verso di lei. Quando la raggiunsi le afferrai le spalle e iniziai a scuoterla, cercando di svegliarla: - Leila, svegliati! Svegliati! Qualsiasi cosa tu stia vivendo non è reale! Ti prego, svegliati!-.
Ma lei non si svegliò, e il suo corpo continuò a rimanere inerte davanti a me.
Che fosse troppo tardi?...

LA CORTE DI SERID  La stregaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora