ADMOND
Quando mi svegliai, mi resi conto di essere steso su di un comodo letto, avvolto dalle lenzuola bianche.
Avevo un leggero mal di testa, accentuato dalla confusione. Cercai di capire cosa fosse successo. Ricordavo la battaglia, i prestel, Helen, la nebbia viola...
- Helen...- sussurrai. Non potevo ancora crederci.
Lentamente, mi misi a sedere.
I miei vestiti erano stati lavati, piegati e posati su di una sedia.
Adesso indossavo una maglietta e dei pantaloni di lino bianco.
Mi guardai attorno. In quella stanza c'erano diversi mobili, tutti antichi e raffinati: un armadio, un tavolo, un comodino. Sulla mia sinistra si apriva una grande finestra. Tende blu scuro la coprivano parzialmente, ma si riusciva a vedere il profilo di una scogliera e il mare.
Ma Hellader era lontana dal mare... Allora dove mi trovavo?
In quel momento, la porta in fondo alla camera si aprì ed entrò una ragazza. Indossava una specie di accappatoio, ma era probabilmente fatto di cotone bianco. Era finemente decorato sulle maniche e sull'orlo, mentre in cintura lo legava una striscia di stoffa azzurra e dorata. Lei non sembrava molto alta. I capelli di un castano scuro erano raccolti in trecce che convergevano in uno chignon. Lungo le tempie due ciocche erano timaste libere. I suoi occhi erano grandi, color nocciola. La facevano sembrare più piccola...
- Oh, grazie al cielo! Finalmente vi siete svegliato- disse avvicinandosi al letto.
- Dove mi trovo?- chiesi stordito.
- Alla Corte di Petras- rispose.
- E come ci sono finito qui?
- A dire la verità volevamo chiederlo noi a voi- disse versando dell'acqua in un bicchiere. - Tenete- aggiunse porgendomelo. Io lo presi e ne bevvi qualche sorso.
- Che cosa mi è successo...- dissi più a me che alla ragazza.
- Quello che vi posso dire è che due sere fa siete magicamente apparso sulla Scogliera e che eravate svenuto. Così vi abbiamo portato qui e abbiamo cercato di curarvi- rispose lei.
- Voi chi siete?- le chiesi all'improvviso. Lei aveva un sorriso gentile. Non riuscivo a liberarmi della sensazione di averla già vista...
- Mi chiamo Leila e sono la principessa di Petras. E voi?
- Il mio nome è Admond Berrel e mio padre è il cugino del principe di Loder- risposi - Con... magicamente apparso cosa intendete?
- Beh, all'improvviso è comparsa una strana nebbia viola e quando è svanita, c'eravate voi.
"Il fumo..." pensai "deve avere qualcosa a che fare con tutto questo... per forza!"
- Voi, per caso, ricordate qualcosa di quello che è successo prima di... svenire?- domandò Leila, dopo un minuto di silenzio.
- Purtroppo sì...- le raccontai tutto, dall'attacco al fumo colorato. Lei ascoltava in silenzio, ma si vedeva dal viso che era molto preoccupata.
- Oh mio Dio! Ma è terribile! Mi scusi, devo assolutamente raccontare tutto a mio padre! Devo proprio andare; tornerò con qualcosa da mangiare- disse la principessa uscendo. Io ne approfittai per vestirmi.
Mi avvicinai alla finestra e guardai fuori, intravedendo un boschetto di latifoglie. Probabilmente la città si trovava oltre a quello.
Mi sembrava tutto così... strano, assurdo...
Dentro alla mia testa ronzavano fastidiose mille domande.
Dopo dieci minuti, Leila ritornò con un vassoio carico di cibo.
Mi accorsi solo in quel momento di quanto avessi fame.
- Grazie- le dissi mentre mi porgeva una ciotola di brodo caldo.
- Dopo mio padre vorrebe verderti: parlare, di quello che ti è successo- mi informò la ragazza.
- D'accordo... Posso farti una domanda?
- Certamente.
- Per quanto tempo sono rimasto svenuto?- le chiesi.
- Circa... un giorno e mezzo. Vi ho trovato di sera e ora siamo a metà pomeriggio di due giorni dopo- rispose gentile.
- Ok... grazie. Non sapevate ancora niente dell'attacco ad Hellader?
- Nulla. Assolutamente nulla...- rispose. - Vogliamo andare?
- D'accordo...- risposi.
Lei mi accompagnò per il labirinto di corridoi e stanze che avevo imparato essere un castello. Arrivammo in una modesta sala dove erano disposte diverse poltroncine color porpora. In un lato della sala un gradevole fuocherello scoppiettava in un massiccio camino. Seduto su di una poltrona, c'era un basso uomo, dalla pancia piuttosto pronunciata e dai baffoni grigi.
Aveva un aria alquanto vispa.
- Oh, bene bene bene! Vedo che vi siete ripreso: detto fra noi, non avevate un gran bel aspetto quando mia figlia vi ha trovato!
Ah, giusto giusto giusto! Le presentazioni, che maleducato! Io sono Re Teodore, della Corte di Petras!- disse il signore paffuto.
- Il mio nome è Admond...
- Sì sì sì, lo so: mia figlia mi ha già informato! Per tutti i miei fagiani! Forza, sedetevi sedetevi sedetevi!- mi interruppe.
Feci come mi aveva chiesto, e così anche Leila.
Poi il Re riprese a parlare: - Allora, è tutto vero? Quello che avete raccontato? Incredibile: credi di averle viste tutte e poi... Bah, non riesco a capire come una donna senza partilari abilità possa sottomettete al proprio volere così tanta gente...
- Paura...- sussurrai.
- Come, prego?
- Paura. È questa la sua arma. Ha creato un'ombra di paura dietro la sua immagine. Io c'ero, quando ha attaccato: ho sentito le urla di paura alzarsi dalla città. Ho sentito anch'io la paura di perdere le persone che amo.
E ho combattuto contro il suo esercito: non è particolarmente forte e ben organizzato. Però fa paura. È questo. Niente di più...-
Calò il silenzio. Nessuno riusciva a guardare l'altro negli occhi.
- Bisogna trovare un modo per fermarla...- disse Leila, pensierosa.
- E come? Ha già dimostrato di essere furba e imprevadibile, attaccando Hellader anziché Felil, come invece ci si sarebbe aspettati. È chiaro che vuole potere e terre, ma non sappiamo perchè e sul come non abbiamo molte informazioni. A me sembra un vicolo cieco...- replicai io. Sembrava che tutta la speranza fosse svanita nel nulla.
- Oh, suvvia ragazzo! Non vorrai mica arrenderti?!- protestò Teodore - Tutti noi sappiamo che le guerre non sono perse finché anche l'ultimo uomo non è caduto! E ce l'hanno pure dimostrato! Io ricordo bene quando, quattro anni fa, la principessa Kaly sterminò da sola un intero esercito! Ah, ricordo ricordo ricordo! Nessuno riusciva a crederci!- Sembrava completamente perso nei ricordi, come se potesse vedere qualcosa che nessun altro poteva.
- Anch'io c'ero, ma adesso lei è...- Rividi quella lama penetrare nella schiena della Strega. Lei mi aveva salvato la vita due volte. Io non ero neanche riuscito a fiatare quando sarebbe toccato a me...
Calò lo stesso silenzio di prima, e credo che nessuno lo avrebbe interrotto se non fosse entrata una cameriera: - Sire, mi spiace, ma dalle cucine chiedono se l'ospite resterà a cena-.
- Oh, ma certo certo certo! È il benvenuto qui! E forse sarebbe meglio se andassimo tutti a rinfrescarci bene bene bene prima di gustare un altro gustoso pasto preparato dai miei cuochi! Potete tutti andare!- esclamò il Re agitando le braccia. Io e Leila ci alzammo ed uscimmo seguiti dalla cameriera.
***
Dopo la rinfrescata consigliata, la principessa mi aveva raggiunto e condotto nella sala da pranzo. Fu una cena tranquilla e deliziosa. Sembrava che il cibo avesse tirato su il morale un po' a tutti, in particolar modo a Re Teodore. Ma io non riusvivo a togliermi dalla testa la domanda che mi perseguitava da quando mi ero svegliato: Dove è Helen?
Successivamente, Leila aveva insistito per mostrarmi tutta la Corte di Petras e la sua storia. A differenza di quello che si possa immaginare, non fu per niente noioso. Lei era brava a spiegare e riusciva a rendere le cose interessanti e divertenti. Inoltre era sempre molto gentile con me. Stare con lei mi faceva dimenticare un po' quello che era successo due giorni prima.
Non so come, ci ritrovammo davanti alla porta della mia camera.
- Forse sarebbe meglio andare a dormire. È tardi e sarai sicuramente stanco- constatò Leila.
- Sì, hai ragione. E credo che tu ormai ti sia stancata di badarmi...
- Oh, no!- mi interruppe - No... cioè non mi sono stancata si stare con lei... non potrei...- la sua voce sfumò in un sussurro.
- Ti prego dammi del tu, Leila.- la pregai io. Lei arrossì lievemente e annuì: - Va bene, Admond. Buona notta... Ah, se non ti va "Leila", chiamami pure Leli... è il mio soprannome...- disse dolcemente.
- E se a te non va "Admond", chiamami Ad... è il mio soprannome- replicai sorridendo - Buona notte, Leli.
Lei ricambiò il sorriso timidamente e sparì oltre la fine del corridoio.
Io aprii la porta ed entrai nella stanza. Il letto era stato rifatto alla perfezione e le tende erano completamente scostate dalla finestra. Nonostante il buio, riuscivo a vedere il profilo della Scogliera e la schiuma salata che si infrangeva su di essa.
Mi infilai i vestiti con cui mi ero svegliato e posai i miei vestiti su di una sedia.
I miei occhi furono di nuovo attirati dal paesaggio oltre il vetro. Mi avvicinai alla finestra e trattenni il sespiro: nel cielo quasi nero, una stella cadente stava illuminando leggermente il boschetto attorno alla corte.
Ma questo era impossibile...
Guardai meglio. Era ancora lì che si ingrandiva scendendo velocemente verso la Scogliera... davanti alla Corte.
In quel momento, capii che non si trattava di una stella cadente... ma di una sfera di fuoco...
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LA CORTE DI SERID La strega
FantasyTre amici dovranno affrontare un lungo e insidioso viaggio. Obiettivo: fermare la Regina...