Tiro con l'arco

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ADMOND

L'aria si stava facendo più calda, man mano che il sole saliva in cielo.
Di certo quella non era stata la migliore mattina della mia vita, ma almeno stavamo tutti bene. Leila aveva solo un grosso livido sul fianco e un po' di paura, mentre nel mio caso la paranoia che qualche altro bandito dovesse aggredirci all'improvviso compensava pienamente l'assenza di ferite. Per quanto riguardava Kaly, sembrava condividere la mia preoccupazione e aveva deciso che era meglio procedere tutti insieme. Sarebbe stato più sicuro, anche perchè sapevamo che quegli uomini adesso erano intimoriti dall'idea di finire arrosto.
Ogni tanto, le fitte chiome degli alberi si aprivano, lasciando intravedere le vette delle Grandi Montagne che si avvicinavano, sempre più imponenti.
La Corte di Loder, dove ero cresciuto, si trovava anche quella nei pressi della catena montuosa, ma nella parte che serpeggiava verso Nord, attraverso i Cinque Regni, fino a Ghollot. Lì erano più basse, scalfite e consumate dai venti che arrivavano dal deserto. Avevano perso la maestosità delle montagne dell'Est.
Kaly ci aveva detto che le avremmo percorse fino ai loro ultimi monti, sfruttandone i nascondigli per passare inosservati.
Est: la direzione in cui stavamo andando, il punto dove sorge il sole, dove avremmo trovato Helen...
Quando pensavo a quella parola nei miei pensieri affiorava sempre il ricordo del suo volto. I riccioli dorati, gli occhi azzurri, la risata cristallina.
Mi mancava, più di quanto avessi immaginato. Avrei voluto averla accanto, saperla salva...
- Quanto manca ancora per arrivare alla Corte di Pilast?-. La mia domanda risuonò fra gli alberi, giungendo fino alle orecchie delle mie compagne.
- Parecchio- rispose la Strega.
- Se siamo bravi, dovremmo impiegarci circa altri ventiquattro giorni- aggiunse.
- Perchè esattamente ventiquattro giorni?- chiese curiosa Leila - Non potremmo mettercene, che ne so, trenta e prendercela con più calma?-.
- Perchè noi abbiamo solo ventiquattro giorni. Arriviamo anche solo un minuto in ritardo, e il guaio sarà già fatto e la principessa sarà morta- rispose sicura.
Per un momento pensai di accellerare il passo, ma poi mi resi conto che stavamo già praticamente correndo e che comunque le mie gambe non avrebbero retto un ritmo maggiore.
- Che cos'è di preciso "il guaio"?- domandò ancora la ragazza.
Ci fu un attimo di silenzio, come se Kaly stesse pensando cosa rispondere. In effetti era già la seconda volta che lo nominava e anch'io ero curioso di sapere cosa fosse.
- Regola n°6: Niente domande su questo argomento.- disse lei soltanto.
Aggrottai la fronte, perplesso.
Una nuova regola... Che strano. Doveva essere per forza qualcosa di importante, se no non sarebbe stata così riluttante a dircelo. Forse addirittura la spaventava...
Mi preparai psicologicamente ad affrontare il peggio.
***
Kaly decise che non ci saremmo fermati per mangiare qualcosa per pranzo, e così fummo costretti a continuare con i crampi allo stomaco. Però nessuno protestò, e questo la Strega sembrò gradirlo molto.
Ormai il sole volgeva verso Ovest, alla fine del suo lungo tragitto attraverso il cielo.
Dovevano essere circa le cinque quando Kaly ci fermò in uno spiazzo verde in mezzo ad alcuni alberi.
- Ci accampiamo qui- ci annunciò.
- Davvero?- chiesi io.
- Sì. Avete bisogno di riposarvi e di mangiare qualcosa. Inoltre sarà meglio che io continui i vostri addestramenti, soprattutto alla luce di quello che è successo questa mattina- spiegò.
- Il mio lo devi ancora iniziare, a dire il vero...- commentò sottovoce Leila.
Si sentiva dal suo tono che era stanca, ma Kaly si voltò e le scoccò uno sguardo assassino:
- Allora iniziamo subito- decise.
- Cosa?!- domandò la ragazza, che forse non aveva creduto di essere ascoltata.
- Sei impaziente di iniziare ad addestrarti? Accontentata: posa quella borsa e vieni qui con l'arco.- disse ancora la Strega.
Leli la fissò per qualche secondo, in silenzio, gli occhi spalancati ad esprimere incredulità. Poi sbuffò leggermente e si diresse verso un albero per posarvi la pesante sacca.
- Ad, tu puoi sederti e mangiare qualcosa- aggiunse Kaly rivolta a me, posando anche lei la sua borsa.
Non me lo feci ripetere due volte. Presi dallo zaino un telo ed una pagnotta, poi stesi il primo per terra e mi vi sedetti, rivolto verso le miei due compagne.
Kaly aveva estratto la sua Spada e stava disegnando dei cerchi concentrici sul tronco di un albero, il legno che fumava sotto la punta dell'arma. Quindi si girò verso l'altra, che reggeva in mano l'arco, la faretra ancora a tracolla.
- Bene. Mettiti lì e fammi vedere quello che sai fare- disse lei, spostandosi alle spalle della principessa.
Leila la guardò un attimo, come indecisa, poi inspirò proffondamente e prese una freccia. Era abbastanza chiaro che non aveva mai tenuto in mano un'arma e si vedeva anche aveva paura di sbagliare e fare una brutta figura. Tirò timidamente la corda, mirando ai cerchi sull'albero. Fece un altro respiro profondo, e scoccò la freccia... che fece un giro in aria e ricadde ad appena un metro da lei.
Per un po' tutti restammo a guardare quel bastoncino di legno, come se dovesse accadere qualcosa da un momentro all'altro.
Leila girò lentamente la testa, il volto una tacita domanda che non aveva il coraggio di fare. Purtroppo bisognava ammettere che non era andata molto bene...
Lo sguardo di Kaly era duro, ma come se si fosse aspettata esattamente lo stesso risultato.
- Tu non hai mai tirato con l'arco, vero?- le chiese aspra, come se fosse un rimprovero. Leli guardava per terra, senza dire niente, senza difendersi. L'altra continuò: - Se credevi di poter venire qui ed imparare a tirare con l'arco in quattro e qiattr'otto, ti sei sbagliata. Ci vuole impegno, costanza. E il fatto che tu non sappia nulla su come fare di certo non ti dà una mano. Ci vorrà ben più del mio aiuto per ottenere qualcosa di utile...-.
Era stata decisamente troppo severa, considerando che questa era la sua prima volta. Perchè doveva scoraggiarla così?
Leli continuava a guardare per terra, immobile. Ma ad un certo punto sussurrò qualcosa, che non riuscii a capire.
- Come?- chiese Kaly inarcando le sopracciglia. L'altra sollevò la testa, guardandola decisa, e ripetè quello che aveva detto: - Volere è Potere. E io voglio imparare ad usare l'arco-.
Fui contento di sentire la sicurezza nella sua voce, ma evidentemente la Strega non era del mio stesso parere...
- Sì, sì...- disse con voce scocciata, avvicinandosi - E volare è potare. Su, vieni qui: incocca un'altra freccia-.
Leila le lanciò uno sguardo assassino, ma poi si rassegnò ed incoccò un'altra freccia.
- Dritta. Gomito più in basso. Giù. Su. Così. No. Sei storta. Spalle rilassate. Mento alto. Mano qui. Su. Non troppo. Tira quella corda. No. Non sbilanciarti. Rilassata. Piedi puntati per terra. Dritta...- Kaly iniziò a sparare consigli a raffica, le mani che si muovevano talmente velocemente mentre correggevano la postura dell'altra che si faceva fatica a seguirla. Infine diede un colpo alle sue dita, che liberarono la freccia.
- Ahu!- protestò Leila, ma non fece a tempo a dire nient'altro. Lei era rimasta a bocca aperta, gli occhi spalancati puntati al centro del bergaglio... dove si era conficcata la punta della freccia.
Probabilmente avevo anch'io la stessa identica espressione.
Ma come aveva fatto a centrarlo in pieno?!
- Capito?- chiese Kaly, con un sorriso soddisfatto. Leli la guardava senza riuscire a muoversi di un millimetro.
- N-no...- ammise dopo alcuni secondi.
La Strega alzò gli occhi al cielo, sbuffando: - Ecco, lo sapevo. Ma è possibile che...
- A dire la verità non ho capito niente neanch'io...- ammisi in difesa della principessa. Kaly mi guardò male, ma io continuai: - Non è che potresti rispiegarle tutto... magari un po' più lentamente?-.
Lei rimase un minuto in silenzio, fissandomi, come per decretare se fossi impazzito o meno.
Ma alla fine cedette: - Fuoco Santissimo...- sbuffò di nuovo - E va bene: incocca un'altra freccia- si rivolse poi all'altra, che eseguì subito.
Questa volta la Strega rispiegò tutto molto più lentamente, correggendola con più delicatezza, e lasciando scoccare la freccia a Leli. Questa si andò a conficcare un poco sotto il bersaglio, ma era comunque un miglioramento rispetto al primo tentativo.
- Ora devi allenarti. Rifallo più volte e cerca di ricordarti tutti i consigli che ti ho dato. Io vado a prendere la legna...- disse Kaly, inoltrandosi di nuovo nella foresta.
Sia io che Leila rimanemmo per un po' immobili, guardando nella direzione in cui era scomparsa.
- Dici che se mangio qualcosa mentre lei è via e poi quando torna inizio a provare mi fa arrosto?- mi chiese d'un tratto Leila.
- Occhio non vede, cuore non duole. Dai vieni qui, mangia questa...- risposi io, prendendo dalla mia borsa una mela e porgendogliela. Lei la prese e si sedette accanto a me, addentando il frutto verde.
- Pensi che riuscirò ad imparare a tirare con l'arco?- mi domandó dopo un po' la ragazza.
Io la guardai. Il suo volto era preoccupato, come se avesse paura di scoprire che non ce l'avrebbe fatta.
Ma io sapevo che se avesse voluto, lei sarebbe stata in grado di fare qualsiasi cosa...
- Penso che Volere è Potere.- le risposi con un sorriso. Lei me lo restituì e riprese a sgranocchiare la sua mela.
Dopo una decina di minuti sentimmo i passi di Kaly che tornava con la legna, e Leli afferrò al volo l'arco ed iniziò a provare. Sono abbastanza sicuro che lei abbia notato tutto, ma non disse niente e io non indagai.
Per quanto riguardava l'allenamento, purtroppo la principessa non si dimostrò subito molto brava e la Strega dovette correggerla spesso. Ma probabilmente era solo questione di tempo. Presto avrebbe imparato e qualcosa mi diceva che sarebbe diventata una brava tiratrice.
***
Verso sera, quando ormai il sole calava ad Occidente e le prime stelle iniziavano ad apparire in cielo, accendemmo il fuoco e consumammo una buona cena con carne, bacche e frutta.
L'aria era fresca e il vento sussurrava tra gli alberi, come se volesse raccontarci una storia.
Il fuoco scoppiettava vivacemente e illuminava quello che pian piano veniva abbandonato dalla luce rossastra degli ultimi raggi del tramonto.
Mi sentivo tranquillo e sereno, come non mi sentivo da parecchi giorni. Non sapevo perchè, a dire il vero. Mi sentivo semplicemente così.
- Bene, adesso ascoltatemi un attimo...- prese ad un certo punto la parola Kaly - Stanotte dovrete cercare di riposarvi il più possibile, perchè domani dovremo attraversare una palude e non potremo fermarci fin quando non l'avremo oltrepassata...
- Da quando in quà c'è una palude nel Regno di Petras?- la interruppe Leli.
- Da poco, ad essere sinceri- le fu risposto.
- E perchè alla Corte non ne sapevamo niente?- insistette.
- Beh, siamo quasi ai confini con le Grandi Montagne e il Regno di Noren, e per di più non raggiunge nessuna delle maggiori vie di comunicazione. Inoltre, come ti ho detto, è una cosa di pochi mesi: qualche idiota deve avere costruito una diga poco più a Sud di qui prima della primavera. Con il disgelo, però, quello che magari poteva essere stato un semplice torrente si è trasformato in un fiume in piena regola. Uniamo l'opera dell'uomo e la conformazione del territorio, e otteniamo una palude in pochi mesi. Non è grandissima, ma è molto fangosa e non la conosco ancora bene. Perciò dovremo stare molto attenti e restare uniti...- spiegò Kaly.
- Ma non potremmo evitarla?- le chiesi io.
- Non abbiamo tempo. È più lunga che larga e ho calcolato che comunque ci conviene attraversarla. Purtroppo non abbiamo alternative- mi rispose lei.
Il silenzio calò tra di noi.
Una palude... Non ne avevo mai vista una, figuriamoci attraversarla. Non sapevo proprio cosa aspettarmi. Magari sarebbe stato più semplice di quanto sembrava...
- Bene- attirò di nuovo la nostra attenzione Kaly - Adesso andiamo tutti a dormire. Domani sarà una giornata lunga...-.
La considerai una buona idea e presi un'altra coperta dallo zaino. Misi un po' a posto le mie cose e mi distesi tra i due teli.
Anche Leli e Kaly fecero lo stesso.
Io chiusi gli occhi.
Sentivo lo scoppiettare del fuoco e il fruscio delle foglie mosse dal vento. Il terreno emanava ancora il tepore che aveva accumulato durante il giorno...

Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto eravamo sempre più vicini alla Corte di Pilast.
Ogni passo annullava sempre di più la distanza tra me e lei.
Saremmo arrivati in tempo, me lo sentivo...

Caddi in un sonno senza sogni.

LA CORTE DI SERID  La stregaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora