LEILA
- COSA DIAVOLO TI È SALTATO IN MENTE!- gridai, mentre lo raggiungevo lungo il corridoio.
Appena la Strega di Fuoco era sparita oltre gli alberi, Admond si era voltato ed era corso di nuovo all'interno della Corte. Io mi ero mossa quasi senza accorgerme e lo avevo seguito.
- Leli, ti prego...- provò a dire lui, ma io lo fermai: - Tu hai appena accettato di andare non sai dove per non sai quale motivo con una sconosciuta solo per avere qualche risposta?! Ma ti sembra logico?!?!
- Tu non puoi capire...
- Spiegamelo!- gridai di nuovo.
- Lei, la Strega... mi ha salvato la vita due volte....- provò a giustificarsi.
- Anch'io ti ho salvato la vita!
Lui si girò verso di me. Eravamo arrivati davanti alla porta dove lo avevo portato dopo il ritrovamento. Io lo avevo curato, gli ero stata accanto anche se non sapevo chi fosse. Perchè non se ne rendeva conto?
- Lo so, lo so, e te ne sono grato. Ma io devo andare...- disse lui.
- Perchè?- chiesi io. Mentro lo guardavo negli occhi capivo che non volevo che se ne andasse. Quando si era svegliato, avevo creduto che sarebbe rimasto più tempo con me, lo speravo. Invece voleva andarsene. No. No... Non glielo potevo permettere.
Lui mi guardava, forse indeciso su cosa dire.
- Ti ricordi di Helen? Te ne ho parlato: è la principessa di Hellader...- iniziò a spiegare.
Sentii tutto il mio corpo irrigidirsi. Una domanda mi rimbalzò nella mente, quasi dolorosa: Vi siete baciati?
- ...Ti ho raccontato che è stata rapita e... io sento che è colpa mia. Se fossi stato più attento, più veloce, forse...
- Non puoi pensare che sia colpa tua- protestai io.
- Leli, ascoltami, io sento che questo viaggio centra con lei. E sento che devo fare qualcosa.
- Ma non è vero! Tu non sei obbligato a fare niente!- replicai.
- Basta. Ormai è deciso: non posso più tornare indietro. E comunque non credo che siamo abbastanza in confidenza perchè tu possa parlarmi con quel tono- disse lui, freddo.
Era deciso, lo si vedeva. E questo mi ferì. Mi strinsi nella vestaglia, anche se non sapevo il perchè: non avevo freddo.
- Hai ragione: ormai hai scelto...- sussurrai. Poi mi voltai e mi diressi alla mia stanza. Sperai che dal mio tono di voce non avesse capito che stavo trattenendo le lacrime. Stavo quasi correndo. Lui non mi aveva fermata.
Sbattei la porta alle mie spalle... non mi ricordavo neanche di averla raggiunta ed aperta.
Mi sfilai con foga la vestaglia e mi buttai sul letto, sperando di prendere subito sonno. Ma non ci riuscivo. Continuavo a rigirarmi tra le coperte e a ribollire di rabbia.
Perchè non poteva semplicemente restare con me?
Dopo un po' iniziai a sentire grosse gocce tamburellare sulla parete dell'edificio, entrando anche dalla finestra aperta.
- Oh... Anche questa...- protestai alzandomi per chiuderla.
Rimasi a guardare il mare, i polpastrelli ancora appoggiati al vetro fresco. Da piccola, ricordai che volevo essere come loro, come le onde che avevano la pazienza e la forza di infrangersi contro gli scogli, senza arrendersi al primo, o al secondo, o al terzo tentativo.
"Volere è Potere" mi ripeteva allora la mamma "E se tu vorrai avere la forza del Mare, l'avrai..."
Oh, quanto mi mancava.
Poi spostai lo sguardo sulla Scogliera, nel punto dove l'avevo trovato. Ricordavo la confusione che avevo provato, la sorpresa. Ricordavo anche la gioia che mi aveva avvolta quando si era svegliato. Poi una strana sensazione, che non mi aveva più abbandonata.
Hai scelto... gli avevo detto. Lui aveva scelto di affrontare l'ignoto per riparare ad un errore. E io dovevo accettarlo, rispettare la sua decisione.Ma adesso era il mio turno di scegliere... e anche lui avrebbe dovuto accettarlo...
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LA CORTE DI SERID La strega
FantasyTre amici dovranno affrontare un lungo e insidioso viaggio. Obiettivo: fermare la Regina...