11. Misunderstanding

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*Luke*
Torno velocemente a casa, salgo le scale e mi chiudo in camera mia. Non devevo spingermi oltre, non dovevo.
Amy non merita di essere trascinata nella mia vita, lei deve essere protetta, deve stare lontana da creature come me, soprattutto da me.
È troppo fragile, non voglio che sia una vittima nella nostra guerra. Non se lo merita.
Mi stendo sul letto e cerco di dormire, domani, dopotutto, devo andare a scuola.
La maledetta sveglia suona ed io mi alzo frastornato. Dovevo riprendere le forze dal combattimento con Ash, sono ancora molto stanco, ma non posso permettermi di fare assenze. Mi alzo di malavoglia e cerco di non sembrare un tossico. Le ferite sulle braccia sono guarite, ovviamente. Il sangue di vampiro è come una cura per le ferite, ed essendo io stesso uno di loro, le mie ferite si rimarginano velocemente.
Vorrei chiedere scusa ad Amy, sono stato un vero stronzo a lasciarla lí ad aspettare un bacio desiderato. Che non avrà. Mai. Per quanto io voglia, non posso lasciarmi trasportare, lo faccio per lei. Prendo la mia fischetta di Bourbon e ne bevo qualche sorso, per poi lasciarlo cadere nella tasca del mio zaino. Le droghe e le bevande alcolice inibiscono gli impulsi dei vampiri, sia per la caccia, sia per i sentimenti. È come un ammortizzatore.
E onestamente a me fa solo piacere bere qualcosa di fresco la mattina.
Vado a prendere Ashton in macchina e lui mi accoglie con un sorriso, sembra aver smaltito la notte precedente meglio di me.
"Dove sei andato a spasso ieri?" gli dico curioso.
"Non ne ho idea, non ricordo molto" dice grattandosi la nuca.
"Sappi solo che stavi per attaccarmi, e c'era anche Amy con me" dico pacato.
"Merda" dice Ashton agitandosi "Ti ho morso? Stai bene? Ed Amy?" chiede preoccupatissimo.
"Tranquillo amico, sono tutto intero e anche Amy lo è, mi hai solo graffiato, dei bei tagli devo dire, i tuoi artigli non sono niente male, ma sto bene" dico mostrando le ferite, ormai scomparse.
"Bhé, sei fortunato ad essere un vampiro, ti curi subito" dice sbuffando.
"Lo so" dico vantandomi.
Passiamo qualche tempo in silenzio, mentre in realtà vorrei raccontargli di Amy. Comincio a muovere le gambe per l'ansia e quando acquisto coraggio mi decido a parlare.
"Ho rifiutato Amy ieri" sputo.
"Cosa?" mi chiede il castano confuso "Amico devi essere proprio pazzo a rifiutare una ragazza come quella" dice sorridendo.
"Lo so, è perfetta, io l'adoro, ma conosci già le motivazioni"
"Io credo che tu non ti sia ripreso ancora da Monique, ecco quello che penso" dice corrucciato.
"Monique riguarda il passato, ormai l'ho superata, questo però non cambia le circostanze similari. Una ragazza, umana, s'invaghisce di me, io di lei, e poi però succede ciò che succede..." dico con un nodo in gola.
"Jack la trova e l'uccide" dice Ashton tutto d'un fiato.
"Già..." dico con un fil di voce, lasciamdomi sfuggire una lacrima. Arriviamo a scuola e scendiamo lentamente. Prima ora: Algebra. Non cosí male, mastico abbastanza bene i numeri, mi piacciono.
Attraverso il corridoio e sento una voce chiamarmi da dietro. Ovviamente sapevo chi era.
"Luke fermati" mi chiama la bionda.
Io continuo a camminare a passo sostenuto per evitarla e andare in classe.
"Luke, per favore, voglio solo parlare" dice, quasi fosse una supplica, ed io l'accolgo, entrando in una classe vuota. Lei mi segue e chiude la porta.
Le do le spalle, non voglio guardarla in faccia, so che le mie risposte non sarebbero lucide e razionali.
"Volevo parlarti di ieri..." dice sottovoce. Segue un breve silenzio e poi fa un sospiro.
"Volevo dirti che lo capisco se vuoi andarci piano, se non ti piaccio, se sei vergine, se non hai mai toccato una ragazza, va bene tutto. Aspetterò, non mi importa quanto, ma io ti aspetterò Luke. Capito?".
Non osavo rispondere, non saprei comunque cosa dirle, insomma un "hey, sono un vampiro, e tu potresti essere la mia cena di stasera, che ne dici di baciarci?" sembrava troppo diretto. L'avrei spaventata. Non si sarebbe piú fidata di me. Mai piú.
"Luke? Mi hai sentita?" chiede imperterrita.
"Si, ti ho sentito" è l'unica cosa che riesco a risponderle. Non voglio dirle la verità. Quindi mi giro, le sorrido e con un "A dopo" mi congedo, lasciando la bionda esterefatta.
Esco di scuola, non voglio affrontare la giornata scomtastica, so di aver detto delle assenze e blablabla ma non voglio restare qui, quindi mi limito a tornare a casa e dormire, sperando che nessuno si accorga della mia presenza.
Mi sveglio dopo qualche ora e mi accorgo che è quasi ora di pranzo. Scendo e mi azzanno un pezzo di pizza, mangio da solo perché è un lunedí, e nessuno torna a casa prima delle sette. Tutti i lunedí ho sempre la stessa routine: mangio, divano, tv/serie tv. Amo il lunedí, è il mio giorno.
Senza farci troppo caso passo la giornata davanti al pc e al computer incurante di tutto. Alle 7 i miei arrivano ed io faccio finta di essere il figlio prediletto. La serata trascorre tranquilla e presto si fa l'ora di andare a dormire.
Qualcosa non va, non riesco a dormire, riesco solo a pensare a come ho lasciato Amy, in quel frangente, ancora una volta da stronzo. Lei mi ha esternato i suoi sentimenti ed io sono fuggito da una cosa piú grande di me. Idiota.
Prendo il telefono e le scrivo.
"Sei sveglia?"
"Ovviamente lo sono"
Sorrido a quella risposta, proprio quello che volevo leggere. Esco dalla finestra senza fare rumore e dopo qualche minuto mi ritrovo a casa Jackson. Amy ha la stanza al secondo piano, quindi dovevo trovare un modo per chiamarla. Cosa c'è di piú romantico di tirare i sassi alla finestra della propria amata a mezzanotte?
Comincio a tirare i sassi e qualcuno apre la finestra.
"Chi è?" chiede Amy guardandosi intorno. La vedo senza trucco per la prima volta, è bellissima. I ricci biondi le ricadono sulle spalle, gli occhi leggermente addormentati ma sempre vispi, mi fanno pensare che starebbe anche meglio senza trucco.
"Che ci fai qui?" mi chiede stupita.
"Scendi ti prego" le dico supplicante.
"Adesso?" mi fa urlando, ma sempre a bassa voce.
"Ti prego" le dico con occhi dolci. Lei sbuffa e scende le scale lentamente, sperando che nessuno la senta. Appena arriva sulla soglia la saluto da lontano e la raggiungo.
"Allora?" mi chiede, leggermente arrabbiata.
"Eh ma cosí smorzi tutto il romanticismo" le dico sbuffando.

*Amy*

"Romanticismo per cos..." cerco di dire, ma prima che possa finire la frase Luke fa congiungere le sue labbra con le mie, lasciandomi quel bacio che tanto aspettavo. Le sue labbra sono morbide, esperte, e si incastonano perfettamente con le mie. Luke si stacca leggermente da me e sorride. I suoi occhi sono luminosi, leggermente illuminati dal chiarore della luna. Le sue labbra sono più piene, ed il suo sorriso mi sembra ancora più perfetto di quanto non fosse già prima.
"Non sai da quanto tempo lo volevo fare" ammette, ancora una volta con un sorriso.
"Smettila di sorridere ti prego, sei troppo bello quando lo fai, e non ho voglia di lasciarti andare se fai cosí" protesto.
"Ma devi" dice lui poggiando le sue labbra sulle mie per la seconda volta.
"Mhh" cerco di protestare, ma Luke non si muove a compassione.
"Devo andare, ci vediamo domani" dice, lasciandomi un leggero bacio sulla guancia.
"A domani, Lucas" sussurro.
Guardo il biondo andarsene, già mi manca, ogni passo che fa mi sembra uno strazio, ma devo lasciarlo andare, non posso mica trattenerlo qui per la notte, non posso.
Mentre penso a tutto ciò mi accorgo che sta cominciando a piovere, assaggio qualche goccia con la lingua e mi ritiro in camera mia. Faccio un sospiro di sollievo. Finalmente Luke mi aveva baciata.

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