18. Jet Black Heart

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*Luke*

Non riesco a pensare ad altro.
Ho fatto la cosa giusta? Rinunciato per una giusta causa?
Sí. L'ho fatto per tenerla al sicuro. Da Jack, dal mio mondo, e anche da me. Forse è meglio cosí per entrambi, io torno ad essere il solito cinico di merda, lei è felice con Michael.
Già... Michael. Non me. Michael.
È strano, pensavo che forse questa volta potevo veramente vivere felice con qualcuno, ma mi sono fatto mille castelli di carte ed ora non ho più niente, come se il vento le avesse spazzate tutte vie in una sola violenta folata.
Mi sento vuoto, senza uno scopo. Sto vagando da qualche ora qui, nel bosco fitto, che in qualche modo appaga la mia solitudine. Sento i rumori degli abitanti di queste parti, lo sgambettare, lo strisciare, il fruscio delle foglie mosse da questo flebile vento.
Mi avventuro verso casa ed entro dalla finestra sul retro per non aprire la porta e non far notare la mia assenza.
Arrivato alla mia camera, mi butto sul letto a peso morto, e senza neache volerlo ho già cominciato a piangere. Da quando sono diventato cosí debole? Per una ragazza, poi? Chi sono io?
Non piangevo cosí tanto dal giorno del funerale di mio fratello, ero piccolo, e pensavo di non poter più provare cosí  tanto dolore in futuro, eppure...
Mi giro pancia sotto sul materasso e mi copro la testa per non far sentire i miei singhiozzi.

"Bella mossa Lucas" dice una voce.
Sento solo i passi di scarpe eleganti numero 43 camminare sulla moquette della mia stanza, e sfortunatamente so già di chi si tratta.
"Che ci fai qui, Jack?" chiedo aspro.
"Oh Lucas, sai che vengo sempre a controllarti, risparmiati questa stupida domanda" dice sarcastico.
Lo scruto: è vestito con un completo azzurro con qualche righina dorata, mi scappa una risata.
"Che c'è?" mi chiede quasi vergognandosi del suo aspetto, in un atteggiamento che non ci si aspetta da... un cattivo.
"Scusa, non avevo capito che eri il genio della lampada, il mio primo desiderio è mandarti via. Anche il secondo, eeee si, anche il terzo. Sparisci?" gli faccio cenno con la mano, indicandogli la finestra dalla quale è entrato.
"Il celeste è un colore che indica nobiltà d'animo mio caro, e poi ritengo stia benissimo col mio incarnato..." sottolinea con un gesto.
"Oh mio Dio, scusa, ancora una volta ho frainteso, sei una rappresentante AVON, scuuusa Jacqueline, sono davvero spiacente" dico fingendo di essere pentito.
"Jaqueline?" chiede spaesato.
"Era il nome femminile più vicino al tuo che potessi immaginarmi..." dico sogghignando.
"Lucas, Lucas, Lucas, smettila di fare il duro con me, so cosa stai facendo" dice ridendo sotto i baffi.
"E cosa starei facendo? Illuminami" dico aprendo le braccia.
"Ti stai facendo forza, mi stai dimistrando che sei una roccia, che nulla ti scalfisce, nemmeno la sua perdita" dice avvicinandosi a me.
"Di chi parli?" chiedo, cominciando a sentirmi teso.
"Parlo di lei Lucas, Amy, o no aspetta, il suo nome completo, Amelia" dice sorridendo.
"Ancora una volta non so di cosa tu stia parlando" rispondo indifferente.
"Ho i miei informatori ragazzo, quindi non fare finta di nulla." dice analizzando la mia reazione.
Fa silenzio per qualche secondo e poi continua
"Tuttavia, devo dire che mi hai stupito, non pensavo riuscissi ad essere cosí astuto. Soggiogare l'amore dell tua vita per proteggerla, un gesto nobile da parte tua. Devo dire che se tu non l'avessi fatto avrei agito io al tuo posto. Pensavo fossi troppo egoista per rinunciare ad una cosa cosí importante per te, ma a quanto pare mi sbagliavo. Complimenti. Ma non dimenticare Lucas che tutti hanno i propri demoni, sia da svegli sia da addormentati. Quello che può non tormentarti ora, arriverà appena chiuderai gli occhi." dice accarezzandomi una guancia.
Il suo tocco mi brucia, o almeno credo, perché è questa la sensazione che mi provoca.
Si avvia verso la finestra, ma prima di uscire si gira e dice "Nonostante questo, non posso prometterti che non le farò nulla, infondo per te è ancora importante" sputa, traformando il suo sorriso spavaldo in un ghigno.
"Se osi toglierle anche solo un capello io..." inizio a minacciarlo, ma Jack è più veloce delle mie parole.
"Tu, cosa? Sappiamo entrambi che io ho qualche anno in più di te, e che in uno scontro corpo a corpo vincerei io, quindi risparmia il fiato" dice ridendo.
Non so come ribattere, ha ragione, quindi mi limito a tacere.
"Come immaginavo" pronuncia compiaciuto.
"A presto Lucas" dice prima di saltare giù e dileguarsi.
Mi affaccio alla finestra, non c'è più traccia di lui. Chiudo le imposte e mi ristendo sul letto.
Che lunga giornata, a pensare che fra qualche ora devo alzarmi per scuola. Anche per un vampiro è troppo.

7:00
La sveglia suona.
Mi preparo velocemente, cerco di nascondere le tracce della brutta serata che sono evidenti sul mio viso.
Occhi gonfi, occhiaie, forse dovrei farmi di qualcosa, starei meglio. Prima o poi lo faró.
Passo a prendere Ashton e guido fino al parcheggio del campus. Il ricordo del primo giorno di scuola mi attraversa la mente, ma lo scaccio. Non voglio cominciare la giornata con il dolore che mi provoca l'assenza dell'unica persona che mi fa veramente felice.
Attraversiamo il parcheggio ma una macchina ci sfreccia davanti e quasi ci investe. Per fortuna siamo piú veloci di essa, e non ci feriamo. Il conducente della macchina frena bruscamente e scende dalla macchina sconcertato, cercando i feriti.
"Vi siete fatti male?" chiede preoccupato.
"No, tranquillo" dico senza nemmeno guardarlo in faccia.
"Ah, ma sei tu Luke" pronuncia quella voce. Alzo lo sguardo e mi piomba l'immagine di Michael davanti.
"Ah, ciao Mich..." cerco di pronunciare, ma la mia attenzione è catturata da qualcos'altro.
"Allora Mikey, tesoro, si sono fatti male?" pronuncia la bionda irritata perché il ragazzo non l'aveva ancora informata. Amelia scende dalla macchina e quando mi vede reagisce dicendo un semplice "Ah, sei tu...".
Tre parole, il suono del mio cuore che si spezza. È cosí bella, si era messa quell'outfit nero che tanto mi piaceva, sembrava ancora piú splendente del solito; e nonostante tutto, sembrava... felice.
Owh bhé, forse sta veramente meglio senza me.
"Ciao Amelia" dico abbassando lo sguardo. Ashton guarda tutta la scena confuso.
"Okay, visto che avete appurato che non ci sono feriti possiamo andare, ci vediamo in giro" dice salutando Amy e Michael.
Io non dico nulla e lo seguo, accellerando il passo e superandolo di qualche metro.
"Luke aspettami!" mi urla il castano dietro.
"Che è successo? Vuoi spiegarmi?" chiede raggiungendomi dopo poco.

Dopo avergli raccontato tutto la situazione si lascia andare con un grande sospiro.
"Wow Lucas, questa volta l'hai fatta proprio grossa, che devo fare con te?" mi chiede guardandomi come un padre affettuoso. Come quello che non ho mai avuto.
"Vedo una guerra e voglio combatterla, vedo una partita e voglio segnare. Ogni fuoco che ho acceso, si è dissolto nel grigiore. Ma ora che sono distrutto e che lo sai, colto nel momento, riesci a leggermi dentro?"

To be continued...

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