24. I love you

51 3 4
                                    

*Luke*

Mi manca, è da pochi minuti in cucina e ne sento già la mancanza. Mi sento privato di qualcosa, è orribile.
L'amore ti offre e ti priva, decide lui il gioco e tu devi starci.
La presenza di Jack mi infastidisce, odio come mi guarda: ha uno sguardo malvagio, sarcastico, da superiore.
Perché è mio fratello? Io non sono cosí, okay forse a volte... ma non sempre.
Lo osservo e ammetto che ci somigliamo molto, ha i miei stessi occhi, forse leggermente più scuri, i capelli indulati biondi (a differenza dei miei, lisci) ed ha la mia stessa bocca e forma del viso. Sarei potuto essere come lui da vecchio, se solo invecchiassi, pft.

Mentre siamo in salone a parlare del piú e meno arriva Calum, che si stropiccia gli occhi e guarda prima me e poi Jack.
"Ciao papà, Lucas, vero?" chiede sbadigliando.
"Perché non sei sorpreso di vedere tuo padre?" chiedo incredulo.
"È stato l'unico con cui ho tenuto i contatti in tutti questi anni" risponde Jack.
"Ed Amy?" domando insistente.
"Avrebbe provato a farmi tornare, ed io avrei ceduto. Sentire la sua voce mi avrebbe fatto cambiare idea in un secondo, mi è mancata cosí tanto" dice sospirando.
Wow, è davvero lo stesso Jack che ha distrutto tutta la felicità della mia vita?
Sembra cosí, ma stento a crederci.

Finalmente il pranzo è pronto, ed è qui che inizia la parte imbarazzate.
Spero solo che i genitori della mia ragazza non facciano domande un po'... inopportune, ecco.
Ci sediamo a tavola: io ed Amy vicini, Jack e Claire davanti a noi, Calum a capo tavola.
Che ansia.
"Allora Luke, a quando le nozze?" chiede la mamma di Amelia.
"Nozze?!" esclamo, cercando di mandare giú il boccone che mi era andato di traverso.
"Mamma!" la rimprovera la figlia.
"Oh insomma tesoro, sei incinta, non voglio che tu abbia un figlio senza esserti sposata!" dice sbuffando lei.
"Incinta?!" urliamo io e Jack all'unisono, guardandoci.
Tossiamo insieme, stavamo bevendo quando la mamma di Amelia aveva pronunciato quella frase.
"Mamma smettila, adesso, non lo sono, tranquillo Luke e tranquillo papà" pronuncia la bionda, dirigendo il suo sguardo prima verso di me e poi verso Jack.
"Hai esagerato" rimprovera alla madre.
"Lo sai che mi diverto troppo a farlo, e in piú non capita spesso che io conosca il tuo ragazzo" dice Calire.
"Forse perché non ne ho avuto molti?" pronuncia la ragazza, sarcastica.
"E meno male" dice Jack, quasi in risposta.
Mi sento soffocare in tutta quell'atmosfera familiare, quindi esco per prendere un po' d'aria. Non ci sono abituato; già odio l'umanità, figuriamoci un pranzo in una famiglia che non è la mia.
Mi appoggio con le spalle al muretto dell'atrio e mi siedo, tenendo le ginocchia vicino al petto.
"Tutto bene?" sento una voce da dietro.
Michael.
"Hey Michael, che ci fai qui?" chiedo sorridendogli.
"Volevo parlare con Amelia, è dentro?" chiede curioso.
"Sí, stanno mangiando. Pranzo di famiglia" cerco di fargli capire il perché io stia lí e non dentro.
"Vuoi un po' di compagnia?" chiede preoccupato.
"Se vuoi" dico, ringraziandolo con un cenno della testa.
"Sai, è bello non litigare con te, è la prima volta che stiamo insieme e non ci aggrediamo" dice il rosso. Eh si, aveva cambiato colore, ancora una volta.

Cominciamo a parlare. Michael sembra teso e sembra non voler entrare in casa, cerca quasi il pretesto di non entrare parlandomi. Che ha?

"Capisco perché lei scelga te. Guardati... Sei un bellissimo ragazzo, hai dei modi gentili con le persone della tua cerchia, sei sempre sorridente, sei dolce, sei apprensivo. Guarda me: un disastro. Suono la chitarra, nessuno mi prende, continuo a tingermi i capelli anche se so che presto diventeró pelato, continuo ad amare una persona che non potró mai avere, ma è okay"
Detto questo si alza ed entra, lasciandomi di stucco.

*Michael*

"Scusate l'interruzione, posso rubarvi Amelia per un po'? Dovrei parlarle.
Oddio Daddy, ciao, quando sei tornato?" chiedo abbracciando Jack sorpreso.
"Sono arrivato da qualche giorno in città" risponde lui ricambiando l'abbraccio.
"Che bello rivederti. Insomma, posso capo?" domando a Jack il permesso di parlare con sua figlia.
"Andate pure" dice sorridendomi.
Amelia si alza con calma e mi segue. La conduco in camera sua e chiudo la porta.
Mi siedo e sospiro, non sapevo da dove iniziare.
"Allora, sono venuto qui per scusarmi. Ormai avrai capito che per te provo qualcosa di piú di una semplice amicizia.
È da quando sono piccolo che desidero rivelartelo, forse se l'avessi fatto prima a quest'ora ci sarei io al tuo fianco" dico tutto d'un fiato.
"Michael..." accenna la bionda.
"No, aspetta, lasciami finire" pronuncio giá con le lacrime agli occhi.
"Ti amo Amelia Jackson, dal primo giorno in cui ti ho vista, mi hai fatto perdere la testa. Non sei una fra tante, per me sei l'unica e nessuna ragazza potrebbe mai arrivare al tuo livello. Sei insuperabile. Ti amo, ora e per sempre, anche se sei felice con un altro ragazzo. Infondo a me va bene, mi basta solo che tu sia contenta e poi ho capito che Luke è un bravo ragazzo e che tiene veramente molto a te; quindi diciamo che posso essere soddisfatto" finisco di dire con un largo sorriso.
"Se solo me l'avessi detto Michael, forse a quest'ora sarebbe stato davvero tutto diverso, noi non saremmo dei semplici amici, ma Luke sarebbe un amico. Ormai è andata cosí, amo Luke e mi dispiace molto che tu sia in questa situazione, che sia stato costretto a fingere di non amarmi, ad essere gay. Avresti dovuto dirmelo" dice lei, dolcemente.
"P-posso?" le chiedo, guardandole le labbra, sperando che mi desse il consenso di un bacio.
"Non credo sia giusto per Luke, e poi per me rimani solo il mio migliore amico, mi dispiace Michael..." risponde con il viso basso.
"Aspetteró. Ci sarà un giorno in cui sarai tu a chiedermelo, ne sono certo" dico sarcastico.
"Sí, lo penso anche io" pronuncia lei, molto schiettamente.
"Okay, ora vado, ho detto quello che dovevo dire, non c'è motivo di rimanere" sospiro.
"Sicuro?" domanda lei, preoccupata.
"Sicuro" asserisco.

Esco da casa Jackson e trovo Luke nella stessa posizione di poco prima.
"Grazie Michael" dice.
"Di cosa esattamente?" chiedo confuso.
"Gliel'hai chiesto prima, lei ti ha rifiutato e tu hai capito" continua lui, rivolgendomi uno sguardo sincero e riconoscente.
"Rimango della mia stessa idea, un giorno sarà lei a chiedermelo" dico offeso.
"Lo so" confessa il biondo.
"Purtroppo per me ti ama troppo e nonostante lei provi qualcosa per me, il suo sentimento nei tuoi confronti è piú grande" dico affranto.
"Non la merito" sussurra.
"Io e lei la pensiamo diversamente" dico sorridendogli.
Luke sposta il suo sguardo da me ad un qualcosa in lontananza: un ragazzo, identico a lui, un clone, o meglio, un doppione. Come diavolo è possibile?

Bad BloodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora