14. Jack

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(Seconda parte capitolo 13)

*Luke*

"Amy, è la figlia di Jack" ripete Ash sedendosi sul divano di casa mia. Fissa un punto perso nel vuoto, non riesco ancora a capire cosa. Ripete quella frase quasi fosse incantato, o forse la ripete solamente perché, come me, non riesce a digerire la notizia.

Jack è un vampiro molto potente, uno dei vampiri più vecchi che esistano al mondo, egli infatti discende dalla famiglia Mikaelson, i "Vampiri Orginali".

Jack non è un vampiro qualunque, è quello che viene definito "Cacciatore", ovvero un vampiro, che si nutre di sangue vampiresco. Questi tipi di soggetti sono molto violenti, bramano il sangue e la caccia è la loro passione; aspetterebbe anche giorni solo per trovare una preda adatta. A volte, però, semplicemente, ha cosí tanta sete che si ciberebbe di un intero villaggio.
Varie volte Jack ha intralciato il mio pecorso, in ognuna delle quali ha provato ad uccidermi. Ogni modalità, ogni tortura, tutto. Una delle prime volte mi ha dissanguato per togliere dal mio sistema tutta l'estratto di verbena che avevo precedentemente bevuto tutti i giorni per sfuggire al soggiogamento, ma dissanguandomi l'effetto della pianta era svanita e di conseguenza ero ai piedi di Jack, qualsiasi cosa lui mi ordinava di fare, io ero obbligato a farla. Mi ordinò di far bere ad Ashton il mio sangue e poi ucciderlo, cosa che lo avrebbe fatto diventare un vampiro.
Per fortuna, Ashton riuscí a farmi ragionare e tentai di frenare le mie azioni. Per quanto combattessi gli feci ugualmente bere qualche goccia del mio sangue; mi morsi il polso e lo forzai a bere, Ashton obbedí ma al momento in cui avrei dovuto ucciderlo mi fermai, dopo qualche momento di sussulto Jack cambiò l'ordine: diceva che Ashton gli sarebbe potuto tornare utile un giorno o l'altro. Dicendo ciò si dileguò e non lo vidi per alcuni anni.
Dopo un tempo di circa cinque anni, speravo di averlo seminato, ma non puoi sfuggire ad uno come Jack. Mi trovó. Mi ero trasferito in Nord Carolina per andare a vivere con la mia ragazza, Monique, ma anche stavolta Jack mi portó via quel piccolo pezzo di felicità che albergava nel mio cuore. Era una ragazza molto bella, portava una lunga chioma mora, aveva degli occhi leggermente a mandorla, scuri, profondi, capace di attirare qualsiasi uomo. Ero felice con lei, ma ovviamente Jack voleva distruggermi e per questo la uccise davanti ai miei occhi senza che io potessi fare nulla poiché bloccato da un incantesimo.
Era ormai chiaro che Jack mi odiava e odia a morte, ma perché? Che cosa ho fatto io di tanto terribile? Non l'ho neanche mai conosciuto realmente, ma il suo volto ed il suo nome si tramutavano in orribili incubi, dai quali mi svegliavo sempre madido di sudore.
L'anno successivo fu molto difficile per me, Monique era davvero importante e fu molto lungo il lutto che mi portai sulle spalle. Ero innamorato di lei, avevo anche intenzione di sposarla un giorno, perché me? Cosa spinge Jack ad essere cosí violento con me?
Piansi quasi ogni giorno di quel lungo anno, non avrei mai pensato che i vampiri potessero soffrire cosí tanto; ci fu un momento in cui avrei voluto spegnere l'interruttore delle emozioni. Nel sistema vampiresco esiste questo interruttore, grazie al quale si possono spegnere le emozioni, ma quando si riaccende tutte le emozioni ti ripiombano addosso come pesi. Ashton mi aiutó a non arrendermi e non spegnerlo, a rimanere, per quanto potessi, "umano". Fu la persona piú vicina a me in quel periodo, e grazie a lui riuscii a farcela.
Ma ovviamente Jack non si fermó. Un giorno me lo trovai qui, in un bar, si sedette vicino a me e cominció a parlarmi.
"Ancora nessuna persona nel tuo cuore?" chiese, prendendo in mano un bicchiere pieno di ghiaccio e versandosi da bere: Scotch. Prese un sorso e aspettó una mia risposta a tono.
"Non sono affari tuoi comunque" dissi guardando fuori dalla finestra.
"Non preoccuparti, la troverai, anzi, troverai un amore, una persona che ti farà talmente innamorare che smetterai di pensare a te stesso, perché sarai troppo occupato a pensare a stare con lei, a proteggerla, ad amarla, a consumare la tua anima per questo rapporto; quando questo momento arriverà io saró lí, e non batteró ciglio nell'uccidere la mia prossima vittima, ricordati Lucas, tu non puoi battermi. Saró sempre un passo avanti a te." appoggió il bicchiere sul tavolo e velocemente si defiló. Non ebbi il tempo di fermarlo, sentii solo un alito di vento sfiorarmi la guancia, e poi niente più.

"Non riesco ancora a focalizzare..." ripete Ash sconcertato. Mi alzo dal divano e comincio a camminare avanti ed indietro, innervosendo visibilmente il mio amico. All'improvviso l'avviso di un messaggio rompe quell'atmosfera ansiogena. Amy.
"Luke, hey, dove ti sei cacciato? Mi manchi".

"È lei?" chiede Ashton, cambiando espressione, assumendone una piú calma. Piega leggermente la testa in segno di attesa di una risposta.
"Già" dico sospirando.
"Sei cosí romantica Luke, hai anche sorriso quando hai letto il messaggio. Ti piace molto, eh?" chiede con voce bassa.
"Molto" ammetto.
"Quindi cosa hai intenzione di fare?" domanda un po' perplesso.
"Non lo so, so solo che non voglio lasciarla andare, voglio lottare per lei, anche se significa sacrificare me stesso".
Guardo Ashton e la sua faccia non mi sembra affatto turbata, in qualche modo sapeva che avrei risposto, mi conosce troppo bene.
"Vai Luke, và da lei, riprenditela" dice.
Gli faccio un cenno con la testa e corro più velocemente possibile in derezione di casa sua. Ma la trovo vuota. Mi incammino verso la scuola, e la vedo. Seduta appoggiata alla sponda del ponte, che piange, avrei voluto abbracciarla, baciarla, chiederle scusa, ma qualcosa mi bloccava. Faccio il giro intorno a lei assicurandomi che nessuno mi vedesse e in pochi istanti arrivo nel boschetto oltre il ponte, mi metto dietro ad un albero, e la osservo.

"Che ci fai qui Lucas?" sento alle mie spalle. Michael.
"Ora vuoi riprendertela? Mi dispiace, le hai già fatto troppo male" dice con una punta di rabbia.
"Lo so" dico guardandola "E mi dispiace. Ma ci tengo vermante a lei" dico facendo cadere una lacrima sul mio giacchetto.
"Se veramente tieni a lei, lascia che la porti io a casa, tu le hai già creato troppi problemi, senza contare che lei li porterà a te. Quindi lasciamela, Luke."
Non rispondo, mi limito a fare un cenno. Michael mi dà una pacca sulla spalla e si dirige verso Amelia. L'abbraccia, lei sembra veramente felice, mentre si abbracciano Michael mi guarda, credo lo faccia per mostrarmi che lui puó proteggerla e renderla felice, ed io no.
Dopo qualche secondo la bionda si gira nella mia direzione, ma non mi vede; Michael la distoglie prendendole il fianco col braccio e continuano a camminare.
Resto solo, sotto la pioggia, e come se questo giorno fosse infinito, mi siedo con le spalle appoggiate sul tronco di un albero e lascio che la pioggia si mischi alle mie lacrime, che incessanti non smettono di correre sul mio volto.

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