Capitolo 23

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Busso alla camera di Thomas ed entro. Lui è sempre lì proprio come l'avevo lasciato.

<<Ecco la tachipirina.>> gli porgo la pastiglia. <<Grazie Emma, sei un angelo. >> neanche gli avessi dato 50 euro. <<Per così poco. – dico accarezzandogli la fronte. – scotti ancora tantissimo. >> noto. <<Si, l'ho misurata mezz'ora fa e avevo trentanove e quattro. >> povero. 

<<Posso fare qualcosa per te?>> gli domando e nel frattempo inizio a mettere un po' in ordine le sue cose. <<Un qualcosa ci starebbe. >> dice insicuro. <<Se posso sarò felicissima di accontentarti.>> gli rispondo mentre metto alcune magliette nel suo armadio. 

<<Me lo dai un bacio?>> mi blocco all'improvviso e mi giro verso di lui, ancora con una sua felpa in mano. <<Tom...>> sto per iniziare la ramanzina, ma lui mi interrompe. <<Uno solo. Giusto per far felice un povero malaticcio. >> ridacchio e avvicino le mie labbra alle sue.

Le sue labbra leggermente secche si sfiorano quasi impercettibilmente con le mie. La dolcezza di questo bacio la percepirebbe chiunque. E non c'è niente di più di questo: solo tantissima dolcezza.

Questo bacio non ha niente a che fare con quello che ho dato dieci minuti fa, per svariati motivi, tra cui il più lampante: lui non è Stefano.

<<Il malaticcio ci sa fare. >> sorrido ancora con la fronte attaccata alla sua. <<Mica sono così da buttare. >> sussurra con voce roca.

La cosa che mi fa ridere di certe situazioni è il tempismo delle persone.

Non è che entrano prima o dopo, entrano nel momento esatto in cui le mie labbra toccano le sue, ma soprattutto entra proprio la persona che più di tutte non doveva entrare, in questo caso, Stefano.

<<Vedo che stai meglio.>> è arrabbiato, lo sento.

 <<Ho avuto un'ottima dottoressa. >> non ci sono secondi fini in questa frase e credo che la febbre l'abbia talmente sfinito da non riuscire nemmeno a litigare con Stefano. <<Ci aggiungerei anche un'ottima cura.>> continua Stefano piccato. <<Già, se non fosse finita ti avrei proposto di provarla.>> mi sorride, io continuo a guardare interessata il suo copriletto. <<Tranquillo, ho già dato. >> Thomas lo guarda dubbioso e Stefano sorride, mentre io avvampo.

Che situazione di merda.

<<Vi lascio alle vostre cure.- poi lo sento riferirsi a me. - Ci vediamo dopo. >> esce velocemente.

<<Hai preso la tachipirina? >> nel frattempo tento di acquisire un colorito naturale e non rosso pomodoro.

<<La prendo adesso.>> butta giù la pasticca senza prendere l'acqua e io lo guardo sbarrando gli occhi. Io sono rinomata per il mio odio per le pasticche. Non sono capace, mi strozzo indipendentemente che queste siano caramelle (anche gommose) oppure medicine. Lui tranquillo, la prende e la butta giù, come se fosse la cosa più facile e naturale del mondo. 

<<Mi scoppia la testa. >> piagnucola come un bimbo. <<Mettiti a dormire, dai.>> lo aiuto a stendersi e gli rimbocco le coperte. <<Mi dai un altro bacio?>> ci riprova. <<Dormi. – dico ridacchiando. – torno dopo ok? Per qualunque cosa chiamami.>> gli accarezzo la fronte e lui annuisce.

Esco dalla camera e scendo le scale per raggiungere il piano terra.

Stasera metteranno la televisione perché i ragazzi si sono lamentati che non si possono vedere le partite, così si sono sbrigati a farla riparare. C'è stata per qualche ora il via vai dei tecnici, ma ora non si vede nemmeno l'ombra di uno di lui. Curiosa mi incammino verso la sala dei divani per vedere che TV hanno messo. 
Mi fermo qualche metro prima di entrare quando vedo Mara e Valerio all'interno che giocano. O meglio, Valerio gioca e Mara si innervosisce, perché Vale ha un cuscino in mano e Mara sta tendando di riprenderlo, ma visto che Vale tiene il braccio ben steso sopra di lui, Mara non ha la minima possibilità di riappropriarsene.

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