Capitolo 10

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"Ma cos'è realmente ciò che conta durante l'adolescenza?

L'apparire, l'essere, il giudizio degli altri, quello dei tuoi genitori, ciò che vedi allo specchio, ciò che dicono di te.

Sono tante le cose che possono buttarti giù in quel periodo e per una ragazza il macigno più pesante è quello che riguarda l'altro sesso.

Arriva un periodo in cui ogni mossa, ogni azione, ogni parola, ogni appuntamento, perfino la tua giornata, è pianificata a seconda di cosa fa o non fa un certo lui. Come mi vesto per la festa di stasera? Sai c'è Tizio, sai c'è Caio, vorrei farmi notare. Che dici trucco o non trucco?

Oppure passo dal campetto di calcio dove si allena? Gli scrivo su Facebook? Ti prego scrivimi, ti prego cercami e così via...

Si arriva ad un certo punto in cui prima o poi la ragazzina perde la testa per qualcuno e inizia ad essere ventiquattro ore su ventiquattro tra le nuvole, ascolta canzoni d'amore, del tipo Gigi D'Alessio o i Modà a tutto spiano.

Ancora peggio se questo qualcuno di sesso maschile è il migliore amico, lì la catastrofe è alle porte proprio.

Succede che il giorno prima stavate tutto il giorno a giocare, a scherzare, a ridere e a parlare e il giorno dopo arriva la prima quaquaraquà di turno e te lo porta via.

Sono incostanti, terribilmente infantili, addirittura più lunatici di una donna con il ciclo. Sono tremendamente simpatici e pieni di vita, sono ruffiani e coccoloni, ma anche tanto stronzi se vogliono. Sono ottusi, non arrivano alle cose se non gliele spieghi con tanto di disegnini. Sono quelli che se ti amano ti danno il cuore, ma se ti feriscono se lo portano via e non te lo ridanno più."

Sento due mani posarsi sui miei occhi e abbasso istintivamente lo schermo del computer portatile. Riconosco subito l'odore del bagnoschiuma al pino di Thomas e sorrido.

Ormai io e lui sono quasi tre settimane che ci frequentiamo e, contro ogni pronostico di Stefano, ancora non sono finita nel suo letto.

<<Chissà chi è...>> domando pensierosa ad alta voce. <<Sono il lupo mangia frutta, che frutta vuoi per colazione? >> dice camuffando la voce ed io scoppio a ridere. <<Non mi piace la frutta, preferisco la cioccolata.>> gli faccio notare. Lui leva le mani da sopra i miei occhi ed io mi giro. <<Sei scontata Marrone, sei proprio scontata. >> tira fuori dalla tasca del borsone un ovetto Kinder e a me si illuminano di occhi.

<< Sai? Una ragazza potrebbe anche abituarsi a certe cose. >> gli faccio notare sorridendo. << Spero possa diventare proprio un abitudine questa cosa tra noi. >> si avvicina sorridendo e mi lascia un bacio a stampo che tenta di approfondire. << Tom non qui, potrebbe entrare il professore. Mi accompagni all'albero?>> lui si guarda intorno preoccupato e poi annuisce.

Alzo di nuovo lo schermo del computer e salvo ciò che stavo scrivendo senza far leggere niente a Thomas.

<<Non mi vuoi proprio dire di cosa stai scrivendo eh?>> cerca di sbirciare qualcosa, ma sono più veloce di lui. Anni ed anni di esperienza. <<Non ancora, prima devo trovare un titolo adatto e poi manca ancora il finale. >> cerco un compromesso. <<Questo vuol dire che una volta trovato il titolo e scritto il finale me lo farai leggere?>> Alzo gli occhi al cielo perchè il ragazzo proprio non molla, vuole a tutti i costi leggere il mio manoscritto. In questa scuola ci sono altri scrittori e tutti fanno leggere le loro bozze almeno ad una persona, io non sono uno di quelli scrittori. Io non riesco a farti leggere qualcosa prima della fine perchè è probabile che io cambi idea altre mille volte prima di mettere il punto finale alla storia. E poi perchè proprio non mi piace che qualcuno metta il naso nelle mie cose. Non so se reputarmi veramente una scrittrice, perchè spesso queste sanno scrivere di qualsiasi cosa indipendentemente se la vivono o meno, io ho il problema di essere legata all'autobiografico. Fortuna, o sfortuna, ha voluto che io vivessi una realtà diversa da molte altre e che questa realtà diversa ha creato tante di quelle avventure che farne un libro per me è stato facile. << Una volta scritto il finale e trovato il titolo lo leggerai insieme a tutti gli altri. >> lo avverto sorridendo. Usciamo dalla sala di scrittura e lui lascia il borsone vicino le scale. <<Nemmeno un piccolo sconticino per me che ti ho portato l'ovetto?>> mi fa gli occhi da cucciolo e io gli do una manata in faccia. Scoppiamo a ridere entrambi. << No, mi dispiace.>> dico lasciandogli un bacio a stampo mentre usciamo dalla scuola per avviarci verso l'albero.

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