Capitolo 27

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Rientriamo all'istituto che ormai è quasi ora di cena. Lentamente scendo dalla macchina di Vale grazie soprattutto all'aiuto delle stampelle che Mara mi sta porgendo.

E' una sera tranquillissima di dicembre, non ci sono nuvole in cielo e si vedono molte stelle. Non c'è vento, ma si sente lo stesso il freddo che contraddistingue la stagione invernale.

Non c'è nessuno in cortile, segno che sono tutti a cena.

Inizio a muovermi lentamente verso il residence con gli occhi di Mara e Valerio incollati addosso.

<<Emma!>> sento chiamarmi non appena varco la soglia. E' una voce che in questi cinque anni non ho sentito poi così spesso, perchè non sono la tipa che finisce nei guai continuamente, però riconoscerei la voce della direttrice anche tra mille. <<Salve.>> la saluto mogia. 

Sono esausta, ho ancora addosso i vestiti della partita, non mi sono ancora fatta la doccia e per di più ho la gamba fasciata.

<<Vai in camera, tra dieci minuti vengo a parlarti.>> mi avverte ermetica.

Negli anni ho capito una cosa di questa donna: lei sa sempre tutto. E' un'osservatrice seriale, infatti non le sfuggono mai i piccoli dettagli che molti tralasciano. E diciamo che questo fatto, più il tono di voce che ha usato, mi hanno spaventato molto, perché non ho la più pallida idea di cosa potrebbe dirmi. Annuisco e mi avvio verso la grande scala per andare in camera mia. Non ho mai avuto nessun tipo di infortunio, questo è il mio primo in diciotto anni, ragione per cui non sono minimamente capace di camminare con le stampelle. Fortunatamente sia le scale esterni all'edificio, sia quelle interne sono composte da scalini abbastanza larghi da permettermi di salirli con poco sforzo. 

<<Io vado in camera.- dico salendo i primi scalini.- voi andate a cena, tranquilli. >> mi rivolgo a Mara e Valerio che anche loro sono ancora in tenuta sportiva. <<Ti accompagniamo in camera, scema. Come fai a salire le scale così?>> mi prende in giro Valerio. <<Chi va piano va sano e va lontano. >> i saggi proverbi della nonna. Per tutta risposta Mara e Vale scoppiano a ridere. << Ti accompagniamo così ci cambiano anche noi. >> spiega Mara che riprende le stampelle, non appena Valerio mi prende in braccio.

Inizia a salire le scale ed in questo momento, che il dolore è quasi scomparso e non sto avendo una crisi isterica, non mi sento a mio agio tra le sue braccia. Principalmente perchè non mi piace essere presa in braccio. Sono strana, lo so.

Entra in camera e mi lascia definitivamente sul letto. Mara corre in bagno a lavarsi e a cambiarsi.

<<Ti serve qualcos'altro Em?>> mi domanda Vale. << Non ti preoccupare, da qui in poi ce la faccio. - gli sorrido.- grazie per tutto quello che avete fatto per me oggi.>> lui si abbassa e mi abbraccia. << Che esistono a fare gli amici, altrimenti?>> lo saluto con la mano e lui esce dalla camera.

Sento addosso la sporcizia e il sudore della partita di oggi e faccio una smorfia. Odio andare a dormire sporca, quindi non prendo nemmeno in considerazione l'idea di mettermi il pigiama. Il dottore simpatico dell'ospedale mi ha detto che non posso bagnare la fasciatura, almeno per oggi, quindi devo fare per forza il bagno. Considerando che in camera ho la doccia, dovrò chiedere a Babi se mi presta la vasca in camera sua.

All'improvviso sento la porta del bagno aprirsi e spunta Mara in accappatoio. << Ti serve qualcosa?>> chiede vestendosi. << Giusto se mi aiuti a mettere i cuscini alla fine del letto, così alzo la gamba.>> lei annuisce e non appena si chiude i pantaloni, prende due dei miei quattro cuscini e li posiziona come le avevo chiesto. 

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