Capitolo 1

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Odio quei giorni in cui non si riesce nemmeno a respirare per il tanto caldo.

Odio quei giorni in cui vorresti startene steso sotto il condizionatore a non far niente.

Odio semplicemente il non fare niente, mi mette tristezza, malinconia, mi mette una strana ansia addosso.

E proprio in una di queste giornate, mi ritrovo dentro un ufficio completamente ingessato nel mio completo elegante quasi che mi manca l'aria.

Capisci molte cose in questi casi, capisci come molte volte la vita che non ti appartiene non puoi fartela piacere a forza, che il tuo cervello e il tuo cuore saranno sempre da tutt'altra parte in cerca di tutt'altro.

Sento bussare alla porta e improvvisamente metto giù quel pezzo di carta che usavo per sventolarmi. Entra la mia segretaria. <<Ci sono delle persone per lei.>> mi guarda preoccupata, come se qualcosa non andasse. <<Le faccia entrare. >> la ragazza si fa da parte e vedo spuntare le mie amiche.

Se non ci avessi passato cinque anni della mia vita, tutti i giorni a stretto contatto, oggi non le avrei riconosciute. Sono come sempre bellissime, ma oggi la loro bellezza è sfatta, è triste. Hanno la fronte leggermente sudata e le guance bagnatissime dalle lacrime che scendono copiose dai loro occhi gonfissimi, così gonfi che sembra abbiano pianto per giorni interi.

Sono in silenzio, capisco che se non inizio io la conversazione, loro di certo non lo faranno. <<Che ci fate qui?>> si guardano l'un l'altra indecise sul da farsi. <<Ti dobbiamo far leggere una cosa.>> mi dice la rossa. Le faccio segno di continuare, ma è la mora al suo fianco che prende la parola. << Tieni. >>mi passa una busta gialla da cui estraggo un libro. <<Cos'è?>> chiedo non capendo. <<Un libro, non vedi? >> mi risponde la bionda. <<E io cosa dovrei farci?>> niente, oggi proprio non ce la fanno a mettere insieme un discorso normale. <<Leggerlo magari? >> risponde la rossa più acida che mai. << Invece di fare domande, leggilo e basta. >> sentenzia infine la bionda.

Le tre ragazze si avviano nuovamente verso la porta, quando sento un sussurro da parte della mora <<Leggilo, è importante. >> e se ne vanno.

Sfioro la copertina del libro, completamente nera. È senza titolo c'è solo un post-it con scritto che capirò il titolo del libro mentre lo leggerò. Così mi giro e stendendomi leggermente sulla mia sedia girevole inizio a sfogliare il libro.

[...]

<< Se siete qui oggi è perché noi, in voi, abbiamo visto qualcosa di speciale. Siete la creme de la creme e siete tutti qui oggi perché siete quelli su cui abbiamo puntato di più. >>

Solite chiacchiere che si ripetono ogni anno. Ok, il primo anno è bello sentirsele dire, il secondo ci può stare che te le ripetono, al terzo inizi già a stancarti, ma quando sei al quinto anno lo sai a memoria proprio.

<<Mara, oh. >>tocco la spalla della mora avanti a me. <<Dimmi Emma. >> si gira. <<Recluta le altre due pazze, ci vediamo al solito posto.>> acconsente velocemente con la testa e si gira verso le nostre amiche per riferire il messaggio. Senza che qualcuno se ne accorga esco dalla grande sala dove si trovano tutti gli alunni e i professori e il più silenziosamente possibile attraverso il lungo corridoio che porta alla segreteria, dove si trova la mia borsa. Appena vedo da lontano la stanza che stavo cercando, mi blocco perché dal suo interno sento una voce. Sorrido tra me e me perché ho già capito di chi si tratta.

Mi avvicino di soppiatto alla porta e lo guardo mentre fruga nella mia borsa, si potrebbe dire che la sua testa è quasi del tutto affondata dentro. I misteri dell'universo: è più profondo un buco nero o la borsa di una donna? Sicuramente la seconda.

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