Capitolo 14

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Busso alla porta e la voce di Stefano mi da il permesso di entrare. Faccio un respiro profondo e apro la porta.

Il signor De Martino è steso nel letto molto debole con intorno i suoi tre figli e la moglie.

<<Emma, che piacere vederti.>> dice il padre di Stefano con voce bassissima. Mi fa strano vederlo steso su quel letto. E' sempre stato un omone gigante e pieno di vita e vederlo così, fa strano e fa anche un po' male. Dopotutto sono cresciuta a casa sua ed è un po' come se fossi sua figlia. <<Il piacere è tutto mio. >> dico sorridendo e andandomi a posizionare vicino Stefano. <<Pensavi di non vedermi più eh.>> mi fa l'occhiolino ed io sorrido per il suo accento. Non c'è niente da fare, il napoletano è sempre il napoletano.

<<Veramente speravo di rivederla al più presto.>> rispondo evitando lo sguardo della moglie. Sento i suoi occhi addosso, i suoi piccoli occhi infidi e pieni di rancore nei miei confronti per non so quale motivo. <<Vedete perché adoro questa ragazza? È una gran ruffiana e poi ti ho detto mille volte di darmi del tu.>>

Scoppiamo a ridere tutti i quanti, tranne la madre di Stefano, e alla fine il resto della famiglia lascia solo me e Stefano, che sta al telefono con Nicole, con lui. <<Come ti senti?>> domanda stupida, ma di rito. <<Sono stato meglio, devo dire la verità. Tu come mai qui?>> risposta stupida, ma di rito. <<Aveva bisogno di me. >> sussurro e spero che Stefano non mi abbia sentito. Nonostante la serata che abbiamo appena passato, non voglio che lui sappia l'intensità di quello che provo per lui. << E' un gran testone, vero?- dice scuotendo la testa.- si accorgerà troppo tardi di quale ragazza meravigliosa si sta facendo scappare.>> scuoto la testa anche io e cerco di minimizzare il tutto. <<Siamo solo amici.>> la mia voce mi tradisce, esce fragile, esce flebile, quasi un sussurro. << Questo lo so, tesoro, e so anche che di certo non è colpa tua se siete SOLO amici, o sbaglio? >> mi sorride.

Io ho sempre amato-odiato quest'uomo.

Sono cresciuta nella sua casa e ha imparato ad amarmi e a capirmi come se fossi figlia sua.

Amo il suo modo di capirmi solo guardandomi in viso, ma odio il modo in cui usa questo suo potere nei confronti di Stefano. <<No. >> mi limito a dire. <<L'ho sempre detto che quelle poche decisioni che mio figlio ha preso da solo le ha prese malissimo. A cominciare dalla fidanzata e dalla migliore amica o dalla scuola e il suo futuro.>> lo interrompo prima che lui possa iniziare il solito monologo sul futuro che Stefano sta buttando all'aria. << Non credo sia il tipo di discussione che dovrebbe iniziare un uomo che ha appena avuto un infarto, non pensi?>> gli dico alzando un sopracciglio e lui annuisce. Non pensavo me l'avrebbe data vinta così facilmente, ma quando sento Stefano arrivarmi alle spalle, capisco per quale motivo ha lasciato perdere l'argomento: non vuole allontanare Stefano ora.

<<Di che parlavate?>> chiede Stefano al padre, le sue mani sulle mie spalle e il suo mento sulla mia testa. <<Niente di importante, mi stavo facendo aggiornare un po'.>> si limita a rispondere il padre. Sento la bocca di Stefano avvicinarsi al mio orecchio. <<Quando vuoi tornare al college dimmelo. >> ridacchio per il leggero solletico e poi giro il viso lateralmente per guardarlo in faccia. <<Tranquillo, torno da sola. >> e non l'avessi mai detto. Padre e figlio per la prima volta in diversi mesi sono finalmente dello stesso parere su qualcosa. <<Tu sei tutta scema, non ti lascio andare fino al college da sola, ci vogliono due ore e mezza con i vari mezzi. >> neanche avessi detto di sterminare tutti i cuccioli sulla faccia della terra. <<Ha ragione Stefano, domani mattina tornate tutti e due al college, tanto non ha senso che state qui, sto bene. - vedo che Stefano è titubante all'idea quindi cerco di parlare per trovare un'altra situazione e far rimanere Stefano qui. - no, Emma, ho detto che sto bene, quindi potete andare tranquilli.>> io annuisco. <<Io vado a prendermi un caffè che mi sento un po' a pezzi.>> cerco di lasciare da soli padre e figlio, ma il signor Luigi non coglie l'indizio. <<Vai tesoro, tranquilla. Anzi, Stefano offriglielo tu. E grazie per essere venuta. >> lo abbraccio leggermente, per non fargli male, e poi mi avvio verso l'uscita.

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