Busso alla porta e la voce di Stefano mi da il permesso di entrare. Faccio un respiro profondo e apro la porta.
Il signor De Martino è steso nel letto molto debole con intorno i suoi tre figli e la moglie.
<<Emma, che piacere vederti.>> dice il padre di Stefano con voce bassissima. Mi fa strano vederlo steso su quel letto. E' sempre stato un omone gigante e pieno di vita e vederlo così, fa strano e fa anche un po' male. Dopotutto sono cresciuta a casa sua ed è un po' come se fossi sua figlia. <<Il piacere è tutto mio. >> dico sorridendo e andandomi a posizionare vicino Stefano. <<Pensavi di non vedermi più eh.>> mi fa l'occhiolino ed io sorrido per il suo accento. Non c'è niente da fare, il napoletano è sempre il napoletano.
<<Veramente speravo di rivederla al più presto.>> rispondo evitando lo sguardo della moglie. Sento i suoi occhi addosso, i suoi piccoli occhi infidi e pieni di rancore nei miei confronti per non so quale motivo. <<Vedete perché adoro questa ragazza? È una gran ruffiana e poi ti ho detto mille volte di darmi del tu.>>
Scoppiamo a ridere tutti i quanti, tranne la madre di Stefano, e alla fine il resto della famiglia lascia solo me e Stefano, che sta al telefono con Nicole, con lui. <<Come ti senti?>> domanda stupida, ma di rito. <<Sono stato meglio, devo dire la verità. Tu come mai qui?>> risposta stupida, ma di rito. <<Aveva bisogno di me. >> sussurro e spero che Stefano non mi abbia sentito. Nonostante la serata che abbiamo appena passato, non voglio che lui sappia l'intensità di quello che provo per lui. << E' un gran testone, vero?- dice scuotendo la testa.- si accorgerà troppo tardi di quale ragazza meravigliosa si sta facendo scappare.>> scuoto la testa anche io e cerco di minimizzare il tutto. <<Siamo solo amici.>> la mia voce mi tradisce, esce fragile, esce flebile, quasi un sussurro. << Questo lo so, tesoro, e so anche che di certo non è colpa tua se siete SOLO amici, o sbaglio? >> mi sorride.
Io ho sempre amato-odiato quest'uomo.
Sono cresciuta nella sua casa e ha imparato ad amarmi e a capirmi come se fossi figlia sua.
Amo il suo modo di capirmi solo guardandomi in viso, ma odio il modo in cui usa questo suo potere nei confronti di Stefano. <<No. >> mi limito a dire. <<L'ho sempre detto che quelle poche decisioni che mio figlio ha preso da solo le ha prese malissimo. A cominciare dalla fidanzata e dalla migliore amica o dalla scuola e il suo futuro.>> lo interrompo prima che lui possa iniziare il solito monologo sul futuro che Stefano sta buttando all'aria. << Non credo sia il tipo di discussione che dovrebbe iniziare un uomo che ha appena avuto un infarto, non pensi?>> gli dico alzando un sopracciglio e lui annuisce. Non pensavo me l'avrebbe data vinta così facilmente, ma quando sento Stefano arrivarmi alle spalle, capisco per quale motivo ha lasciato perdere l'argomento: non vuole allontanare Stefano ora.
<<Di che parlavate?>> chiede Stefano al padre, le sue mani sulle mie spalle e il suo mento sulla mia testa. <<Niente di importante, mi stavo facendo aggiornare un po'.>> si limita a rispondere il padre. Sento la bocca di Stefano avvicinarsi al mio orecchio. <<Quando vuoi tornare al college dimmelo. >> ridacchio per il leggero solletico e poi giro il viso lateralmente per guardarlo in faccia. <<Tranquillo, torno da sola. >> e non l'avessi mai detto. Padre e figlio per la prima volta in diversi mesi sono finalmente dello stesso parere su qualcosa. <<Tu sei tutta scema, non ti lascio andare fino al college da sola, ci vogliono due ore e mezza con i vari mezzi. >> neanche avessi detto di sterminare tutti i cuccioli sulla faccia della terra. <<Ha ragione Stefano, domani mattina tornate tutti e due al college, tanto non ha senso che state qui, sto bene. - vedo che Stefano è titubante all'idea quindi cerco di parlare per trovare un'altra situazione e far rimanere Stefano qui. - no, Emma, ho detto che sto bene, quindi potete andare tranquilli.>> io annuisco. <<Io vado a prendermi un caffè che mi sento un po' a pezzi.>> cerco di lasciare da soli padre e figlio, ma il signor Luigi non coglie l'indizio. <<Vai tesoro, tranquilla. Anzi, Stefano offriglielo tu. E grazie per essere venuta. >> lo abbraccio leggermente, per non fargli male, e poi mi avvio verso l'uscita.
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Ogni Volta
Genç Kız EdebiyatıEra un pomeriggio estivo quando vidi Stefano per la prima volta. Era basso, certo, più alto di me, ma era alto tanto quanto gli altri bambini di sei anni che conoscevo. Non era speciale, non era che un altro bambino che mi tirava i capelli o che ama...