Capitolo 2

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Come mi era mancato tornare in questa scuola. Non è una frase comune per le persone della mia età, ma per me è così. 

Mi incammino verso la mia classe e intanto vedo tutti i primini che corrono indaffarati ed emozionati per i grandi corridoi, sfiorando a malapena gli armadietti rossi o le teche con le foto dei ragazzi usciti da questo college, o dalle affiliate milanesi, inglesi e americane, che hanno fatto carriera.

Arrivo davanti la mia aula, che come al solito è quella in cui c'è più confusione.

Entro dentro e subito riconosco tutti i miei amici, ma vedo anche qualche faccia nuova.

Mi avvio verso il mio solito banco, il penultimo a sinistra insieme a Carolina.

<<Beh, adesso non mi saluti nemmeno più? >> una voce mi ferma e io mi giro per correre verso un ragazzo altissimo. <<Vale!>> Valerio è il fidanzato di Mara, io lo chiamo il Grande Gigante Gentile o il Gigante Buono. Sono la coppia più bella e affiatata che io abbia mai visto e lui è un grandissimo amico per me.

<<Emmina, come stai?>> mi chiede appoggiando il suo avambraccio sulla mia testa, calcolando che è persino più alto di Stefano, tra noi c'è molta altezza di differenza. <<Bene tu?>> dico ridacchiando, cercando di levarmelo di dosso. <<Tutto bene, dai. Mi siete mancati questa estate. La pazza l'hai vista?>> mi chiede sussurrando. << Spero tu non stia parlando di me. >>

Adesso, vorrei riportare alla vostra memoria ciò che era successo precedentemente tra me e Stefano, ovvero la sua battutina sui miei abbracci spaccaossa e di conseguenza alla mia chiarificazione del fatto che i miei abbracci non fanno niente a Stefano data la nostra differenza di altezza/stazza. Prendiamo questo episodio e riportiamolo al presente. Mara è più bassa di me e Valerio più alto di Stefano, eppure la prima lo riesce a mettere sull'attenti con una sola frase. E' divertente e strano allo stesso tempo, specie perché lui tenta in tutti i modi di arruffianarsela.

<<Amore mio bello, adorato, dolcissimo.>> ecco appunto, ruffiano fino al midollo. << Non attacca.>> lo supera e cerca di andare a sedersi al banco, ma come spiega la saggezza popolare di Emma Marrone: la lingua può essere la più tagliente delle armi e due braccia muscolose lo strumento perfetto per la pace universale. <<Vieni qua e dammi un bacio. >> come volevasi dimostrare se la tira addosso e le lascia un bacio a stampo.

Si siedono al banco davanti al nostro, mentre a quello accanto al mio ci sta Babi.

<<Caro, ma tua sorella non viene?>> chiede quest'ultima alla bionda accanto a me che è inspiegabilmente attiva di prima mattina. La sua sveglia interna suona alle sei, lei a quell'ora che sia domenica, lunedì, inverno o estate, è in piedi ed è attiva. <<Si, ha fatto solo un po' tardi stamattina.>> le risponde mentre punzecchia un nostro povero compagno di classe che dorme stravaccato sul banco con tanto di rivolo di saliva al lato.

Carolina ha una sorella, Olivia, che tutti chiamiamo Holly. Lei odia il suo nome e odia chiunque provi a chiamarla con il suo nome per esteso.

<<Buongiorno a tutti!>> quando arriva Stefano non ce n'è per nessuno, che tu stia dormendo, che tu sia sveglio, che tu abbia le cuffie o semplicemente stia leggendo un libro, vieni automaticamente attratto a lui come metallo ad una calamita.

Si saluta con Valerio e si viene a mettere al banco dietro al nostro, ovvero l'ultimo.

<<Quest'anno che non c'è Emanuele con chi starai al banco?>> gli domando girandomi verso di lui. <<Io pensavo a te veramente. >> ed ecco il solito sorriso da paraculo. Aiuto, sto andando in autocombustione, qualcuno mi salvi. <<Sta al banco con me, mi dispiace. >> ed ecco che Caro arriva e mi salva. E' a questo che servono le amiche no? La vedo sfoggiare il suo sorriso da stronza verso Stefano e io mi metto a ridere.

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